Era una Roma devastata dalla guerra quella che vide il varo del Regolamento di Polizia Urbana ancora oggi in vigore. Nel 1946 la città era tutta da ricostruire, gli abitanti che man mano giungevano dalle campagne, erano poco avvezzi alla vita nei centri urbani. Tanto è vero che il testo prevedeva il “divieto di far circolare galline e anatre in strada“. A distanza di 71 anni quel regolamento è l’unica arma in mano ai Vigili per reprimere gli abusi al decoro.
E’ chiaro che si tratta di qualcosa di anacronistico che nulla ha a che fare con i reali problemi del decoro di Roma. Questa amministrazione ha finora sottovalutato il problema, ritenendo che la città fosse affetta da questioni più gravi. Ma il benaltrismo in politica si è sempre ritorto contro chi lo propugna. Ed è forse per questo che al comandante della Polizia Locale, Diego Porta, è stato chiesto di accelerare sul nuovo regolamento. Il Messaggero ne ha dato un’anteprima ma si tratta ancora di una bozza che andrà sottoposta al vaglio dell’Assemblea Capitolina e che dunque potrebbe essere modificata radicalmente.
I contenuti. La versione che circola in queste ore contempla una serie di divieti già esistenti nel precedente testo, 35 nuove prescrizioni e l’eliminazione di quelli ormai fuori tempo. Tra questi sarà vietato:
- bivaccare sulle fontane storiche (diventano 105) con una multa che sale da 240 euro a 450;
- esercitare il mestiere del salta-fila, quei personaggi che in cambio di denaro fanno saltare la fila davanti a musei o siti archeologici (250 euro di multa);
- imbrattare i muri (evviva!!!). I writer dovranno pagare 400 euro di ammenda e ritinteggiare la parete entro 10 giorni;
- lavare i vetri, vendere merce o svolgere attività di saltimbanco ai semafori (la multa sale da 80 a 160 euro);
- rovistare tra i rifiuti e dormire in camper o roulotte al di fuori dei campeggi (multa sempre di 160 euro);
- consumare alcool in strada a partire dalle 23 (oggi il divieto scatta a mezzanotte) con una contravvenzione di 450 euro;
- prostituirsi in strada;
- far scoppiare botti e petardi dal 29 dicembre al 1° gennaio.
Vi sono poi una serie di divieti più folcloristici tra i quali consumare cibo sui mezzi pubblici, ascoltare l’autoradio a volume troppo elevato, attaccare i lucchetti degli innamorati. Resta confermato dal vecchio regolamento il divieto di stendere i panni a penzoloni dalla finestra.
Il rispetto dei divieti. L’Italia è il Paese con il più alto numero di leggi e regolamenti e troppe volte questi non vengono rispettati. Una buona legge è davvero buona se esplica i suoi effetti a favore o a tutela dei cittadini, altrimenti resta un libro dei sogni. Nel caso di questo nuovo Regolamento vi sono spunti interessanti e in linea teorica le prescrizioni sono tutte corrette. Ma occorre fare i conti con la realtà: chi riuscirà a far pagare una sanzione di 450 euro ad un turista asiatico o nordamericano con i piedi a mollo in una fontana? Davvero si riuscirà a spaventare i writers con una ammenda di 400 euro e con la minaccia di fargli riverniciare il muro imbrattato? E il rovistaggio, la prostituzione, gli accampamenti abusivi che ormai sono endemici a Roma perché dovrebbero improvvisamente sparire?
Il tema vero è l’applicazione e la volontà politica di far rispettare le norme. Quando nel 1999 si introdusse l’obbligo di indossare il casco per tutti, compresi i maggiorenni, a Roma la linea dura voluta dall’allora sindaco Rutelli permise di ridurre i trasgressori a pochissimi. Nello stesso tempo a Napoli si continuò a non indossarlo per molti anni (e in parte è ancora oggi così) a causa del voluto lassismo della polizia locale. Tutto sta, insomma, al Sindaco e alla linea che decide di adottare di fronte ad un determinato fenomeno. E’ giusto che vi siano norme severe e chiare per punire chi non rispetta il decoro ma se non vengono accompagnate da un input serio da parte della politica resteranno inutili.
I metodi ci sono: ad esempio per quanto riguarda il rovistaggio, oltre all’interramento dei cassonetti, si può colpire il luogo di raccolta del materiale (spesso aree verdi). Per i writers occorre avviare una database delle tags e svolgere ricerche sui social dei taggaroli che si vantano delle loro imprese. Per l’alcool perseguire non solo i negozianti che vendono al di fuori dell’orario consentito ma anche la marea di ambulanti irregolari risalendo alla loro filiera di approvvigionamento. Per i lavavetri, colpire non tanto i singoli quanto il racket che li gestisce.
Insomma, sarebbe un gesto di serietà politica se il nuovo regolamento venisse accompagnato da indicazioni precise su come stroncare o contenere i fenomeni. Un atteggiamento nuovo che non si limiti a scaricare la responsabilità sulla polizia locale e a dire: “Ora c’avete la legge, fategli la multa”!