Dalle sempre prolifiche pagine facebook della consigliera Naim abbiamo preso il video ed il testo seguenti:
[youtube url=”https://youtu.be/Ecd62UYrIws”]
H 3:26 il rione Monti tenuto in ostaggio dalle urla alcoliche e frasi oscene, il povero monumento del ‘500 violentato da decine di ragazzi che vi fanno sopra una festa privata con bambola gonfiabile e che scagliano bottiglie di birra sugli antichi marmi . Le forze dell’ordine, perenni assenti nonostante esposti e espresse richieste d’interventi incisivi , arrivano in 3 pattuglie, si limitano bonariamente “ad allontanare” omettendo di identificare denunciare e sanzionare (disturbo alla quiete pubblica sarebbe depenalizzato si giustificano-falso- e che non ci sarebbero altre norme) . Un’impunità che incita questi fenomeni a riproporsi ogni notte. A questo punto nonostante richiesto di non farlo per motivi di sicurezza, (ricordando i morti, minacce gli atti vandalici ecc) gli agenti si attaccano ai citofoni svegliando tutto il palazzo, per chiedere alle persone che avevano chiesto l’intervento di scendere in strada alle 4 del mattino?!? E’ avvilente pensare che la citta’ sia non solo abbandonata ma in mano ad alcune persone tanto impreparate da risultare il loro intervento inutile e pericoloso.
Nel contempo tutt’intorno negozi che dovrebbero cessare la vendita di alcol a mezzanotte in piena attività (sanzioni previste 7000 euro) , ma ai loro occhi invisibili. Ai residenti che si affacciano chiedendo silenzio i ragazzi urlano: LIBERTÀ. Questa è la cultura, che porta a comprimere sistematicamente tutti i diritti primari sanciti dalla nostra Costituzione in nome dei piu biechi egoismi e profitti individuali motivo per cui la nostra città, anche socialmente, è ridotta in questo stato penoso.
L’episodio si riferisce a qualche giorno fa ma non è un caso isolato, verificandosi questi problemi con cadenza quasi quotidiana non solo in alcuni luoghi del rione Monti ma anche in molti di Trastevere o dell’area di Campo de’ Fiori. In sostanza, oltre una certa ora intere zone della città divengono terra di nessuno, dove chiunque può fare quello che vuole senza che ci sia qualcuno a fermarlo o sanzionarlo. Ed anche quando si riescono a smuovere le forze dell’ordine, gli agenti si dimostrano sempre infastiditi per essere stati disturbati da qualcosa che evidentemente giudicano di nulla importanza, come se in effetti il disturbo alla quiete pubblica fosse stato derubricato dal nostro codice penale (cosa che non è, non ancora almeno).
A parte i problemi immediati che certi episodi generano alle persone, una città in cui viene sospesa la legalità per assenza di forze dell’ordine o per loro manifesta inadeguatezza diviene un luogo ove tutto può accadere.
Come stupirsi quindi del presunto omicidio del giovane americano di qualche giorno fa, di cui apparentemente è colpevole un barbone che viveva sotto i ponti? Quando si perde il confine tra il lecito ed il vietato, soprattutto quando sono le stesse forze dell’ordine a tollerare un po’ tutto salvo quelli che loro considerano i reati “veri”, la tragedia è dietro l’angolo, giacché non c’è modo di cogliere segni premonitori per scongiurarla.
C’è sempre la teoria delle finestre rotte ad insegnare che se non si mette un freno deciso agli illeciti apparentemente minori, si finisce col dover fare i conti con problemi ben più gravi senza neanche accorgersene.
Tornando all’episodio del video, chi non capisce che alle 3:30 del mattino non si può urlare in strada va identificato e se recidivo denunciato. Se invece gli si tiene bordone, dando anzi a vedere di prendersela con chi ha segnalato il problema (atteggiamento del tutto irresponsabile da parte di agenti di Polizia e che andrebbe severamente redarguito da parte di qualche responsabile), si mandano al diavolo le regole più basilari della civile convivenza, con conseguenze devastanti per noi ed i nostri figli e nipoti.
Trattandosi poi di episodi che accadono nel pieno centro della capitale d’Italia, ci si aspetterebbe che anche un ministro degli Interni stia attento a queste cose. Ma evidentemente quello attualmente in carica deve essere troppo impegnato a curare piccoli interessi familiari, piuttosto che garantire che almeno dove ha sede il suo dicasero la legge non vada a nanna dopo una cert’ora.