Nella stringa di ricerca sul nostro sito provate a mettere la parola “Pineto”. Usciranno 11 articoli, pubblicati nell’ultimo anno. Senza allarmismi nel nostro piccolo abbiamo provato ad alzare il velo su un parco abbandonato dalle istituzioni e accudito solo dai volontari. E’ proprio il gruppo dei Volontari Decoro XIII° che ci ha spesso sollecitato interventi e attenzione. Svolge un lavoro silenzioso portato avanti da uomini e donne che puliscono, segnalano le cose che non vanno e vigilano.
I volontari da anni lottano per la tutela di questa area e lo scorso 29 luglio scrivemmo il nostro ultimo articolo su questo sfortunato parco denunciando il pericolo roghi, provocato da barbecue improvvisati, bivacchi notturni, falò di prostitute. Il 6 ottobre, l’amico Franco ci inviava una lettera accorata nella quale riassumeva i problemi gravissimi del Pineto, documentandoli con foto molto chiare. Anche in quel caso il timore dei roghi veniva fatto presente, così come dopo l’incendio divampato a Valle Aurelia provocato dal campo nomadi abusivo, abbiamo segnalato il rischio fuoco.
Insomma non si può dire che la devastazione di ieri sorprenda. Ma i numeri fanno male: circa 60 ettari sono stati distrutti su un totale di 243, quindi un quarto del parco non c’è più. Pini secolari, alberi di alto fusto che avevano impiegato anni per crescere sono stati uccisi in meno di 12 ore non dal fuoco ma dall’incuria dell’uomo. L’ente Roma Natura che sovrintende la gestione del Pineto si è dimostrato troppe volte inefficiente e sordo alle richieste dei volontari. Per ottenere delle campane per la raccolta del vetro, i cittadini hanno dovuto spedire una infinità di lettere all’Ama senza alla fine riuscire ad ottenere quasi nulla. La cancellata che la notte avrebbe dovuto proteggere la zona dagli accampamenti abusivi non è mai stata montata.
Erano 24 anni che a Roma non si sviluppava un incendio di queste proporzioni e se è capitato proprio al Pineto non può essere una coincidenza. Il parco più abbandonato di Roma è stato oggetto dell’incendio più vasto dell’ultimo quarto di secolo. E gli altri focolai che ieri hanno investito la città, si sono sviluppati in zone altrettanto degradate. La rampa della Salaria verso Fidene da sempre piena di sterpaglie incolte, via di Pietralata una delle strade meno manutenute di Roma, via Collatina all’altezza di Ponte di Nona protagonista di roghi tossici da anni.
Tutte coincidenze? Sembra strano anche se è ancora presto per stabilire le cause di tutti i roghi. Quello che è certo è il rapporto diretto tra la scarsa manutenzione e il fuoco. Laddove non c’è cura le fiamme hanno campo libero.
La giornata di ieri lascia l’amaro in bocca a tanti romani per bene e soprattutto ai Volontari Decoro XIII° che dopo anni di fatica per tenere pulito un pezzo di parco, oggi se lo trovano ridotto in cenere.