Chi ci segue da un po’ ricorderà quanti post abbiamo dedicato a piazza S. Maria Maggiore, concentrandoci sul marciapiede di destra, guardando la basilica, dove per anni le due bancarelle presenti hanno usato parcheggiare i loro furgoni a fianco dei banchi, nonostante fosse vietato.
Una tale pratica illecita è stata sempre tollerata dai vigili in quanto qualcuno a suo tempo aveva provveduto a segare il palo con il cartello di divieto di fermata (ebbene sì, a Roma si può eliminare fisicamente un cartello stradale, pur in un luogo così centrale, con la ragionevole certezza di farla franca e senza che nessuno gridi allo scandalo), rendendo quindi inapplicabile il divieto pur vigente.
Quando ci accorgemmo di questo incredibile fatto lo segnalammo più volte sia ai vigili del Primo Gruppo (a cui arrivammo a proporre di ripristinarlo noi a nostre spese il segnale) sia al Municipio I (e sì, abbiamo tempo da perdere) e ci vollero otto mesi per vedere il segnale ripristinato.
Riottenuto il segnale, accendemmo un faro sulla piazza, contando sul fatto che ora i vigili non avevano più alibi per non sanzionare i furgoni in divieto di fermata, ma solo dopo numerosi post e segnalazioni dirette potemmo verificare che i titolari dei banchi avevano capito che la loro furbata non era più tollerata.
Fatto questo piccolo passo avanti, il prossimo problema da affrontare sulla piazza è la sosta dei furgoni per l’allestimento/smontaggio dei banchi. Sia i banchi sul marciapiede di destra che le due bancarelle presenti al centro della piazza (proprio davanti la basilica!?!) usano infatti sostare in divieto di fermata per un tempo prolungato (spesso ben oltre l’ora) per scaricare e caricare i banchi e la merce. Questa pratica può apparire comprensibile ai più, che normalmente domandano “ma se gli è stata data una concessione in quel luogo, come volete che li allestiscano i banchi?”, ma rimane il fatto che essa non è prevista dal Codice della Strada, che infatti non prevede la fattispecie “divieto di fermata eccetto quelli che devono sostare un attimino per scaricare qualche collo”.
E che ci si creda o no, i primi a cui va spiegata l’assenza dal CdS di una tale previsione sono i vigili romani, che hanno l’irrefrenabile istinto di trovare sempre una giustificazione per qualsiasi illecito, pretendendo sempre di interpretare il codice anziché applicarne semplicemente le norme.
L’ennesima dimostrazione di ciò l’abbiamo avuta qualche giorno fa, allorché passando su piazza S. Maria Maggiore durante l’allestimento dei banchi abbiamo notato l’anomala presenza di due agenti di PLRC (anomala perché non ce ne sono mai). Questa la situazione sulla piazza in quel momento (all’incirca le nove del mattino):
Avvicinato uno dei vigili, gli abbiamo segnalato che c’erano numerosi furgoni al centro della piazza in divieto di fermata e la scontata risposta ricevuta è stata: “e come volete che scarichino la merce quei banchi?”. Gli abbiamo allora fatto presente che non è un suo problema come gli esercenti organizzano il loro lavoro, mentre dovrebbe essere compito suo far rispettare il CdS che non prevede esenzioni al divieto di fermata se non chiaramente indicate. È seguita discussione in cui il vigile insisteva col suo voler applicare le norme con elasticità, dicendo che anche agli altri veicoli in divieto di fermata sulla piazza lui concedeva “5 minuti” per prendere un caffè o comprare il giornale (!?!).
Si è poi aggiunto l’altro agente che ha proseguito la discussione ammettendo che a rigore lui dovrebbe sanzionare tutti i veicoli che infrangono il divieto di fermata sulla piazza ma che ciò è materialmente impossibile. La discussione è andata avanti per diversi minuti, accesa ma tutto sommato civile, con il secondo agente (il primo si era defilato, apparentemente annoiato dalla cosa) che ha concluso dicendo che sì, lui adesso sarebbe intervenuto nei confronti dei furgoni e di tutti gli altri veicoli in sosta vietata sulla piazza, ma ribadendo che se lui dovesse sanzionare ogni infrazione che vede non gli basterebbero dieci blocchetti di multe al giorno.
Noi comprendiamo la posizione di questo vigile, ma nel ritenerla ugualmente inaccettabile non ce la prendiamo tanto con lui o con il suo svogliato collega, bensì con i loro superiori, i dirigenti e comandanti della PLRC, che evidentemente non si sognano neanche di ripristinare un briciolo di legalità in questa città martoriata, ritenendo meglio, o anche solo ineluttabile, l’illegalità diffusa ad ogni livello.
Cambiare questo stato di cose richiederà molto tempo, dovendo incidere sulla sensibilità della gran parte dei romani, abituati a fare un po’ come gli pare in tutti i campi, e sul modus operandi dei vigili a partire dai vertici del corpo.
Purtroppo le beghe dell’attuale amministrazione, che appare più interessata a selezionare, nominare e destituire dirigenti piuttosto che a trovare il modo di riprendere le redini della città, non sembra abbiano ancora permesso di cominciare a considerare come intervenire sul corpo di PLRC.
L’incarico del Comandante Porta, succeduto a Raffaele Clemente, doveva inizialmente terminare il 31 agosto ma è stato prorogato al 31 ottobre. L’impressione è che nessuno stia lavorando all’indispensabile rilancio del corpo dei vigili, ma speriamo sinceramente di sbagliarci.
Una risposta
Mai si comincia, mai si finisce. Non esiste l’inciviltà “genetica”, è che – umanamente – si tende ad approfittarsi di quel che si può… non fai la multa? Allora mi fermo.
Anch’io…. anch’io….