A Largo Preneste ho scoperto il Muro delle grazie, una parete rivestita di ex-voto, piccole pietre di marmo con una data e quel misterioso acronimo PGR, per grazia ricevuta. Ci arrivo spinta da un vento autunnale perché certe sere camminare senza meta è l’unica cosa da fare. Mi ritrovo davanti alle lapidi di marmo, tante misure diverse per raccontare lo stesso grande mistero: una grazia ricevuta. Alcune scritte non si leggono più, sono state cancellate dal tempo. Si comincia nel 1910 e poi tutte le decadi. Cento anni di miracoli.
Mi viene in mente Dino Buzzati, la sua attrazione per gli ex-voto, il suo tentativo di raccontare l’inaspettato irrompere nella realtà del mistero. C’è il suo strano “I miracoli di Val Morel“, l’ultimo libro. Lo scrittore era malato e forse sperava in un miracolo. Ma un ateo può chiedere una grazia? Per Buzzati la guarigione miracolosa non arrivò ma davanti a questo muro mi piace pensare che forse anche il grande scrittore ebbe un piccolo dono dal cielo. Forse quella fitta e incessante nevicata che, nel giorno del suo funerale (il 22 gennaio del 1972), trasformò Milano in una “gigantesca Dolomite”. Un prodigio anche quello.
Accanto al Muro delle grazie c’è la fermata dell’autobus, la gente aspetta con le spalle voltate, gli occhi altrove, indifferente al mosaico di preghiere di questa folla di fantasmi, ai bigliettini infilati accanto al viso della Madonna, alla segreta e intima corrispondenza tra esseri umani e Dio.
Mi colpisce un foglietto attaccato con il nastro adesivo: “GRAZIE MADONNA! Mia figlia si è sposata”! E mi fa sorridere, a ciascuno il suo miracolo. Penso a mia madre, chissà se ha pregato così in una chiesa a suo tempo, senza nemmeno confidarlo a me. Dunque, c’è sempre il rischio che qualcuno chieda un miracolo al posto tuo……Non ci avevo mai pensato. Me ne torno a casa, bella serata, affascinante scoperta nel cuore di Roma: un altro misterioso enigma di forza e fragilità dell’essere umano.