Dell’intervento di rifacimento di via della Frezza, ormai in via di completamento, ne abbiamo già parlato per dimostrare che, al di là di facili proclami, al Municipio I delle Isole Ambientali non interessa nulla.
Ricordiamo che questo intervento è stato promosso da un privato che, avendo un progetto ristorativo sull’intera strada, ha proposto al Municipio I di intervenire sulla strada, a proprie spese, allargando al massimo i marciapiedi. Al Municipio non è parso vero di trovare qualcuno che rifacesse l’intera strada senza dover tirar fuori neanche un euro, e questo anche se rispetto agli standard delle strade del centro via della Frezza non fosse poi messa così male.
Peccato però che nella fretta di dar carta bianca al privato lo stesso Municipio abbia omesso di fare il proprio dovere, verificando anzitutto il reale interesse pubblico dell’intervento e poi facendo in modo che nel progetto si tenessero presente le esigenze della collettività e non solo quelle dell’imprenditore. La totale sudditanza del Municipio ai desiderata del privato ha portato:
– alla creazione in via della Frezza di due marciapiedi ampi quanto più possibile, prevedibilmente funzionali al progetto ristorativo di cui sopra (non ci sarà da stupirsi se la strada diverrà un’enorme mensa a cielo aperto, stile Campo de’ Fiori), con conseguente perdita di circa 30 posti auto regolari interni al settore “A1” della ZTL, senza che nessuno abbia valutato l’impatto della cosa, né il Municipio nè tantomeno il Dipartimento del Comune;
– alla mancanza sulla strada di aree di carico/scarico merci (prima dell’intervento ve ne erano due) e aree di fermata/sosta per veicoli a servizio di disabili, con prevedibile utilizzo dei marciapiedi (“alla romana”) per la sosta dei veicoli;
– alla scelta, e questo è l’aspetto più evidente al momento, dell’asfalto come materiale di copertura dei marciapiedi.
Questo dettaglio dell’asfalto fa pensare che chi ha finanziato l’intervento abbia voluto risparmiare un bel po’ di soldini, avendo l’asfalto un costo di molto inferiore a qualsiasi copertura in pietra, e questo nonostante tutti gli interventi effettuati in zona negli ultimi anni abbiano visto l’impiego di pietre varie per le coperture stradali.
Se quindi la proposta imprenditoriale poteva essere un’occasione di miglioramento per la strada e magari anche per il rione, l’incapacità del Municipio di valutarla alla luce delle esigenze di tutti gli altri attori della strada e di aggiustarla perché l’interesse pubblico fosse prevalente ne hanno fatto l’ennesimo esempio di intervento di basso livello che crea più problemi di quelli che risolve.
Peraltro va sottolineato che il Municipio non ha ritenuto il caso di condividere un progetto così invasivo neanche con chi abita sulla strada ed addirittura senza presentarlo in nessuna commissione consiliare, anche se vi fosse obbligato dalle norme (e pare che un tale vizio amministrativo non interessi a nessuno), facendo quasi pensare che ci fosse qualcosa da nascondere.
Da ultimo va rilevato come anche in questo caso il ruolo delle soprintendenze sia stato così inefficace dal regalarci in pieno centro storico due bei mega-marciapiedi in rozzo asfalto.
2 risposte
È inaccettabile che una strada importante per la vivibilità della zona venga svenduta per un piatto di lenticchie (un rifacimento di cui non si sentiva alcun bisogno) a commercianti e ristoratori, senza tenere in alcun conto la vivibilità non tanto della strada, ma dell’intera zona. Come è successo due anni fa con il Babuino, ognuno pensa a far bello il proprio orticello, senza pensare che fa parte di un tutto unico, in cui si dovrebbe anche vivere. I posti auto riservati ai residenti A1 sono occupati dai camerieri e dai clienti di Gusto (quelli di Piazza Augusto Imperatore) o presi in ostaggio dai parcheggiatori abusivi (quelli di Lungotevere), quando non sono concessi ai cinematografari. Ma “Roma sei mia” ovvero di chi vuole prendersela, con la complicità dei poteri pubblici.