Post-it per il prossimo “La Sindaca informa”

Noi continuiamo a seguire le uscite de “La Sindaca informa” pur constatando che il Sindaco non pare abbia voluto dare ascolto ai nostri sommessi consigli.

Sebbene l’iniziativa continui ad essere totalmente a senso unico, con il Sindaco a deciderne i contenuti (e, temiamo, anche l’infelice forma), vogliamo fare un ulteriore tentativo per dare un minimo senso a quella rubrica. E per farlo approfittiamo della notizia dell’anomala applicazione del nuovo contratto nazionale di lavoro per i netturbini dell’AMA. La notizia la diede un paio di settimane fa La Repubblica, costringendo la Giglio, amministratrice unica di AMA, ad una parziale retromarcia, ed è stata poi ripresa da La Stampa la scorsa settimana con maggiore dovizia di particolari.

In sostanza il nuovo contratto nazionale di lavoro dei netturbini, firmato a luglio 2016, prevede un incremento salariale a fronte di un aumento dell’orario settimanale (da 36 a 38 ore) e della possibilità di distribuire i turni anche la domenica.

Ma se il nuovo contratto pare essere stato applicato normalmente in tutti i grandi comuni d’Italia, a Roma si è deciso di applicare solo la parte relativa all’incremento economico, mentre per quello che riguarda l’aumento della produttività il Comune e l’AMA hanno “… ritenuto opportuno e necessario che l’avvio del nuovo orario venisse preceduto da una più approfondita fase di confronto che tenga conto di una riorganizzazione dei servizi“.

E dire che a metà dicembre il Direttore Generale di AMA, Stefano Bina, scriveva ai sindacati della “… assoluta necessità di dare seguito alle reciproche obbligazioni dal primo gennaio“.

Dopo il primo articolo di Repubblica l’avv. Giglio ha precisato che l’aumento di produttività è solo temporaneamente sospeso e che una volta raggiunto l’accordo finale con i sindacati tutto sarà recuperato.

Stando però ai calcoli fatti da La Stampa, il ritardo nell’applicazione dell’accordo costa all’AMA almeno un milione al mese, considerando le mancate ore in più di lavoro ma anche la necessità di continuare a pagare straordinari nei giorni successivi alla domenica, per recuperare l’accumulo di rifiuti (laddove il nuovo contratto prevede la possibilità di distribuire i turni anche la domenica) oltre all’indennità di “maggior carico di lavoro di lunedì”, voce che in Italia pare esista solo nel contratto AMA.

Se, infine, come scrive La Stampa l’eventuale nuovo accordo non potrà andare in vigore prima di aprile, si prospetta qualche milione di euro di spesa in più che non si vede come possa essere recuperato.

 

Fin qui le sintesi degli articoli di stampa, in cui abbiamo sorvolato sui presunti appoggi elettorali dati dai sindacati AMA al M5S e che giustificherebbero il grande trattamento di favore ricevuto ora.

Ebbene non sarebbe male se il Sindaco desse la sua versione dei fatti nella prossima uscita del suo cinegiornale periodico, confortando tutti che sui rifiuti si ha la barra dritta verso una soluzione definitiva per il bene della città e non, ancora una volta, dei piccoli interessi di bottega di qualcuno.

Peraltro ricordiamo che durante il confronto tra i candidati Sindaco, alla domanda su come intendeva affrontare l’enorme questione rifiuti a Roma la Raggi rispose annunciando di voler responsabilizzare direttamente i dirigenti AMA. Non ci sembra proprio che si sia fatto nulla in quella direzione ed anzi pare che i tagli ai loro stipendi decretati dall’ex Presidente Fortini nel 2014, scaduti recentemente, non siano stati rinnovati. Dopo la sollecitazione di Repubblica la Giglio ha chiarito che gli stipendi dei dirigenti verranno rivisti ma l’impressione generale è che l’attuale amministrazione sia più interessata a tenersi buono tutto il personale AMA piuttosto che concentrarsi sul modo per dare una soluzione definitiva, seppur con i dovuti tempi, al problema rifiuti a Roma.

L’unica nota positiva è l’ingresso del nuovo assessore, Pinuccia Montanari, che ha dato qualche segnale confortante sul fatto di avere le idee chiare in materia, a partire dalla necessità di fondare qualsiasi strategia sulla riduzione dei rifiuti. Speriamo davvero in lei, anche se non possiamo non prendere atto che si sono obiettivamente buttati sei mesi.

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