Si parla e ci si indigna per le grandi opere incompiute – come ad esempio la Vela di Calatrava – ma troppo spesso si dimenticano le tante opere mai iniziate seppure abbiano già progetto e finanziamento. La stazione Pigneto è una di queste: approvata nel 2012 dopo un lungo iter, finanziata in parte da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) resta ancora nel libro dei sogni.
Sono anni che la posa della prima pietra viene rinviata di mese in mese con motivazioni le più varie. Eppure potrebbe cambiare la vita di decine di migliaia di cittadini, migliorando gli spostamenti di un intero quadrante della città e alleggerendo il carico insostenibile di Termini. L’ultima promessa di avvio dell’opera è arrivata dalla commissione mobilità del Campidoglio che ad ottobre 2016 dedicò una seduta alla Stazione Pigneto col presidente Stefàno che garantì l’avvio dei lavori entro novembre. Purtroppo si mise di mezzo l’Italgas con la sostituzione di alcune tubature proprio nell’area adiacente il cantiere. Così l’avvio slittò a febbraio 2017, ma siamo ormai a marzo inoltrato e all’orizzonte nulla si vede.
I TRASPORTI. Prima di entrare nel dettaglio dei problemi, diamo uno sguardo veloce all’opera e ai grandi vantaggi che potrebbe portare alla città. La ferrovia FL1 è la più frequentata tra le linee metropolitane: collega l’aeroporto di Fiumicino con Fara Sabina, passando per tutte le principali stazioni di Roma. Tra Tuscolana e Tiburtina si innesterà la nuova fermata Pigneto che permetterà lo scambio con la Metro C, con la linea FL3 (che collega Ostiense con Viterbo passando per Cesano, Bracciano e La Storta), con le linee tranviarie e bus di superficie. Inoltre, in un futuro non troppo lontano, la stazione Pigneto permetterebbe una fermata aggiuntiva per i treni proveniente dal sud così che i passeggeri possano usufruire del trasporto locale senza bisogno di arrivare a Termini, decongestionandola.
RIQUALIFICAZIONE DEL QUARTIERE. L’impatto della nuova stazione è positivo anche per il decoro e la vivibilità dell’intero quartiere. Il vallo ferroviario, infatti, verrà coperto in modo da dividere la stazione (che resterà nella parte inferiore) da una nuova area verde che nascerà in superficie, con giardini, panchine e pista ciclabile. Nel rendering qui sotto, a sinistra la situazione attuale e a destra il post operam.
La copertura del vallo permetterà in seguito di agevolare la nascita di una Isola Ambientale al Pigneto, con parziale chiusura al traffico privato di alcune strade e risistemazione della sosta. Insomma quello che oggi è un quartiere in difficoltà potrebbe vivere una rinascita sia a livello di servizi che di decoro.
I FINANZIAMENTI. Il progetto è diviso in tre fasi. La prima fase consiste nella copertura parziale del vallo, nella creazione della stazione e nel collegamento con la Metro C. La somma necessaria di 22 milioni è stata stanziata da RFI che scalpita per iniziare i lavori. Durante l’incontro con la Commissione Mobilità a ottobre, i funzionari di RFI hanno mostrato grande disponibilità e si sono anche impegnati a manutenere l’area verde che nascerà in superficie.
La seconda fase consiste nel chiudere completamente il vallo ferroviario e nel rifinire la stazione. Il costo stimato è 12 milioni, ma questa somma attualmente non è in bilancio sebbene la fonte sia stata già individuata. Il piazzale del parcheggio dei bus della stazione Tiburtina, infatti, non vedrà più le opere previste in un primo tempo per motivi legati all’abbattimento della sopraelevata. Per quell’intervento erano stati stanziati proprio 12 milioni che ora non hanno più utilizzo e che potrebbero essere facilmente stornati sul Pigneto.
La terza fase riguarda il totale tombamento del vallo da Ponte Casilino a Ponte Prenestino con importanti modifiche alla viabilità di tutto il quartiere. Per questo intervento occorrono 20 milioni che al momento non sono disponibili e che il Campidoglio dovrebbe finanziare.
Le tre fasi sono indipendenti l’una dall’altra ma ovviamente il cantiere sarebbe facilitato se si riuscisse a realizzarle una di seguito all’altra, diminuendo anche il disagio per i cittadini.
I TEMPI. Ciò che conta dunque è iniziare al più presto almeno la prima fase per non perdere la somma già disponibile e sfruttare la buona volontà di RFI. Da parte dell’amministrazione 5stelle sembra che solo Enrico Stefàno si sia mosso per accelerare i tempi, ma i buchi nella giunta (manca un assessore ai Lavori Pubblici) e la cronica lentezza pentastellata provocano ulteriori ritardi. La consegna della prima (e anche seconda fase) era prevista a fine 2018 ma se non si inizia in fretta tutto potrebbe slittare di chissà quanto.
La stazione Pigneto diventerà la terza di Roma per flusso di passeggeri al giorno, costituendo una vera rivoluzione. Se si pensa che il progetto prevede anche una seconda parte con la riqualificazione del Mandrione e un nuovo nodo di scambio con le linee FL4 e FL6, si capisce che ci troviamo di fronte ad una delle più importanti opere trasportistiche e di rinascita urbana degli ultimi 20 anni. Occorre solo un pò di impegno e di buona volontà!
L’articolo è stato realizzato in collaborazione con Andrea, abitante del quartiere e conoscitore della questione, che ringraziamo
2 risposte
bello che RFI non veda l’ora di iniziare i lavori!avesse la stessa “voglia di fare”nell’ormai decrepito progetto del raddoppio nella tratta Lunghezza-Guidonia(ben 9 KM:!) che aspettiamo da anni…forse era meglio rimanere al Pigneto,quartiere della mia gioventù
I lavori per ques’opera di grande rilievo dovrebbero avere la precedenza assoluta. In una città soffocata dal traffico e dall’inquinamento è incomprensibile il ritardo nell’apertura del cantiere. Quando finiscono gli interventi di Italgas che fanno slittare
l’inizio dei lavori?