Quando le istituzioni assecondano gli abusi

DibattitoAction

Quella sopra è la locandina del convegno svoltosi lo scorso 30 marzo presso il cosiddetto “Auditorium SpinTime” che altro non è che uno spazio all’interno dell’ex-palazzo dell’INPDAP sito all’incrocio tra via di S. Croce in Gerusalemme e via Statilia.

Di questo immobile abbiamo parlato un paio di anni fa, descrivendo come esso, una volta lasciato libero dall’INPDAP, fosse stato occupato illegalmente da quelli di Action che vi hanno installato un centinaio di famiglie. A distanza di tanto tempo la situazione è sempre la stessa, dopo che ad un certo punto la reggenza del Commissario Tronca aveva inserito la struttura tra quelle da liberare dagli occupanti abusivi.

Poi è arrivato il governo cittadino del M5S e si è subito capito che per i movimenti che occupano illecitamente gli immobili si era al bengodi: sospesi sine die tutti gli sgomberi degli stabili e quando la cosa fosse improrogabile, a causa del rischio di crollo degli stabili stessi, agli occupanti abusivi si trova subito una sede alternativa.

Insomma l’abuso istituzionalizzato, con tanti saluti alla legalità che, come è ormai chiaro, anche per i grillini può essere declinata in vario modo di volta in volta.

 

Tornando alla locandina del convegno, come si può leggere in quello che è stato un dibattito organizzato in un luogo detenuto illegittimamente, e dove c’è da aspettarsi non si tengano in alcun conto tutte le normative in materia di sicurezza (anche perché nessuno potrebbe accertarsene), avrebbero partecipato rappresentanti del Comune, della Regione e perfino del Parlamento nazionale.

Noi non sappiamo se poi tutti quelli elencati nel volantino abbiano partecipato, essendo senz’altro possibile che gli organizzatori abbiano scritto i nomi di propria iniziativa. Stando a quanto abbiamo trovato in rete si direbbe che solo una minima parte di quelli in elenco abbia partecipato.

Lo ha fatto senz’altro Stefano Fassina, parlamentare nonché membro dell’Assemblea Capitolina ed ex-candidato a Sindaco di Roma, che ha anche pubblicizzato l’incontro sul suo sito internet. Così come lo ha fatto la Presidente del Municipio I, Sabrina Alfonsi, che sul suo profilo facebook ha pubblicato qualche foto ed ha scritto:

 

“Un interessante dibattito all’incontro pubblico sulle politiche dell’abitare, in uno spazio, lo Spin Time, dove viene messo in pratica un esperimento di rigenerazione urbana e di co-housing. Sfruttare efficacemente il patrimonio pubblico inutilizzato può essere una risposta alla forte emergenza abitativa che interessa ormai, a causa della crisi sempre più persone. #primomunicipio #noiandiamoavanti

 

inpdap

Dal che capiamo che per la Alfonsi prendersi una proprietà pubblica con la forza ed utilizzarla per anni per scopi diversi da quelli per cui era stata costruita (quelli erano uffici ed ora vengono utilizzati come abitazioni, con immaginabili problemi di igiene e sicurezza per tutti) vuol dire “Sfruttare efficacemente il patrimonio pubblico inutilizzato …”.

Quindi la Presidente del Municipio, anziché preoccuparsi dei cittadini da lei amministati che sono costretti a vivere a ridosso di un’occupazione abusiva priva di qualsiasi controllo in termini igienici, di sicurezza delle strutture e degli impianti e dell’identità degli occupanti, sembra quasi incitare a moltiplicare queste esperienze, da lei viste come esempi di “rigenerazione urbana e di co-housing“.

Del fatto che il patrimonio pubblico dovrebbe, come dice il termine, essere di tutti e quando necessario messo a disposizione di chi ne abbia bisogno non in base a criteri di prepotenza ma valutando, da parte dello Stato, le reali esigenze e disponibilità di ognuno, evidentemente alla Presidente Alfonsi non interessa molto.

Se quindi al Comune hanno deciso di chiudere entrambi gli occhi sulle occupazione abusive, al Municipio si arriva ad assecondarle e perfino ad incoraggiarle.

Non ci sembra che la foto postata dalla Alfonsi mostri rappresentanti della Regione Lazio, volendo quindi sperare che almeno quell’istituzione abbia voluto evitare di legittimare con la propria presenza un abuso che si protrae da anni. Rimane però il fatto che la stessa Regione Lazio ha con i propri provvedimenti e comportamenti appoggiato a più riprese le occupazioni illegali degli immobili. Basterà qui ricordare lo scandaloso caso dello stabile dietro piazza del Popolo, dove un’allegra brigata di occupanti vive da anni nel pieno centro cittadino con tutte le utenze pagate e senza alcun rischio di essere sloggiati da un immobile di proprietà regionale.

 

Viene da chiedersi ancora una volta: con tutte le istituzioni che, più o meno platealmente, appoggiano le poche centinaia, qualche migliaio al massimo, di occupanti abusivi, chi pensa all’enorme massa di cittadini che fa quotidianamente i salti mortali per pagare il mutuo e le bollette e che ancora si illude che le leggi e lo Stato ci siano per difendere i deboli contro i prepotenti?

 

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