E se l’Unesco ritirasse la qualifica di Patrimonio dell’Umanità per il centro storico?

 

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I grandi giornali hanno finalmente scoperto che a Roma nessuno muove un dito per il decoro. Tutti i giorni dalle pagine di cronaca locale si alza la voce sullo stato fatiscente delle strade, sull’immondizia che abbonda intorno ai cassonetti, sul verde abbandonato. Qualche anno fa solo pochissimi riuscivano a vedere quello che oggi tutti denunciano e quei pochi si riunirono in piccole associazioni e aprirono i cosiddetti “blog antidegrado”.

Le cronache del Messaggero o Corriere o Repubblica a volte sembrano le fotocopie dei blog ma con una differenza: si limitano alla denuncia e raramente passano alla proposta. Questa la lasciano a sporadici editoriali a firma di Paolo Fallai, Paolo Graldi o Vittorio Emiliani per citarne solo alcuni. Proprio Emiliani, pochi giorni, fa ha pubblicato sul Corriere un interessante articolo intitolato “La Grande Bellezza Sfregiata, finora fatto poco o niente“. Nel pezzo ricorda l’impegno delle Associazioni cittadine e la battaglia sui cartelloni pubblicitari, sposata nel 2011 dall’allora presidente di Telecom Franco Bernabè. Questo episodio riguarda da vicino chi scrive: assieme ad altri 2 amici dell’associazione Bastacartelloni fummo convocati nella stanza di Bernabè il quale aveva letto della delibera di iniziativa popolare per la quale erano state raccolte migliaia di firme. L’uomo si dimostrò sensibile al decoro e poche ore dopo rilasciò un’intervista molto dura nei confronti dell’allora Sindaco Alemanno, ritenuto responsabile di quello scempio.

Oggi Bernabè presiede il Comitato Italiano dell’Unesco. Emiliani scrive apertamente quello che molti temono e cioè che l’Unesco possa togliere o minacciare di togliere la qualifica di Patrimonio dell’Umanità al centro storico di Roma per le sue condizioni di degrado. Conoscendo Bernabè il rischio è molto concreto.

Sarebbe uno smacco clamoroso per la città e per l’amministrazione Raggi che, però, sembra non avere le idee chiare su come riprendere il controllo del territorio. Una delle questioni più spinose riguarda la trasformazione del commercio: pizzerie al taglio, kebabari e frutterie sono diventati così diffusi da far assomigliare le strade del centro ai vialetti di Disneyland. Orlando Corsetti (Pd) propone la loro totale eliminazione mentre il progetto dell’assessore Meloni, pur essendo molto simile, lascia dei margini più ampi. In realtà entrambe le delibere avranno vita molto dura e la loro approvazione, con un Movimento 5Stelle diviso e vicino ad alcune piccole lobby, è piuttosto improbabile.

Sarebbe utile, allora, concentrare gli sforzi del Campidoglio sugli aspetti del decoro che sono la base per qualunque città evoluta. In particolare lotta ai graffiti su muri e serrande, alle affissioni abusive (adesivi e volantini), alle bancarelle autorizzate, ai venditori irregolari, ai parcheggiatori e al rovistaggio nei cassonetti. Si tratta dei punti da noi suggeriti nel Programma per il Decoro inviato alla Raggi prima del voto e sul quale la Sindaca ha fatto orecchie da mercante. Per ognuno di questi problemi suggeriamo una soluzione praticabile. Solo dopo aver avviato questo lavoro, la giunta potrebbe occuparsi del commercio che richiede tempi più lunghi. Di fronte ad un’azione decisa su questi temi, l’Unesco non avrebbe motivo di mettere in discussione la qualifica di Patrimonio dell’Umanità e la Raggi potrebbe cominciare a godere di buona stampa. I giornali smetterebbero di attaccarla e blog e associazioni la appoggerebbero convintamente.

Sarebbe insomma un modo per trovare una sintonia con la città che manca oggi al M5S. E invece il tema decoro è affrontato a pezzi, senza una vera politica e una visione. Prova ne sia che manca un assessore con una delega specifica. Dato che la Raggi promette da tempo la nomina di nuovi membri della giunta (resta vacante il responsabile ai lavori pubblici), potrebbe essere l’occasione giusta. Un assessore al decoro con un programma chiaro, budget e strumenti messi a disposizione dal recente decreto Minniti.

Staremo a vedere se la Sindaca sarà in grado di compiere la scelta più saggia per la città e la sua stessa amministrazione.

 

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Una risposta

  1. Caro Sig. Filippo quindi adesso la Raggi dovrebbe fare in fretta e furia perché L’UNESCO, che trova in Lei il portavoce , minaccia di togliere il riconoscimento a Roma? Non mi soffermerò sul fatto che prima che arrivassero i 5S la città era già in questa situazione ma vorrei capire quali sono le vostre priorità perché a questo punto non sono più tanto chiare… Volete i trasporti ?volete che chiudano le buche? o che raccolgano l’immondizia o che abbiano a cuore le periferie? no perché con 13mld di buco e 30 anni di immobilismo forse stanno andando alla grande.

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