Vogliamo tornare sull’episodio del cittadino senegalese morto il 3 maggio scorso sul lungotevere, dopo che già ne avevamo parlato il giorno successivo chiedendo di non prendersela subito con i vigili prima di aver accertato le reali cause del decesso.

Si tratta di un episodio tragico, avendo perso la vita un uomo (non importa qui se italiano, bianco, nero o giallo), ma è inaccettabile che una congrega malassortita approfitti della tragedia per alzare la voce contro chi li contrasta con la legge dalla propria parte, proferendo per di più accuse infamanti ed indimostrate.

Perché questo è successo venerdì scorso durante la manifestazione organizzata da migranti e militanti dei centri sociali per ricordare l’ambulante senegalese deceduto. In quell’ambito un cittadino senegalese avrebbe detto al microfono (fonte ANSA):

Non sappiamo se Niam è stato ammazzato oppure no, ma vogliamo giustizia. Chiediamo al prefetto e al sindaco di sospendere le squadre di Di Maggio che ci stanno massacrando“.

Inoltre nell’occasione si sarebbero udite urla di “polizia assassina”.

 

Cominciamo con un bel “polizia assissina” un corno! Fino a prova contraria l’ambulante deceduto è stato visto accasciarsi a terra da solo e solo alcune testimonianze di suoi colleghi, ossia non proprio tra le persone più specchiate ed affidabili rintracciabili a Roma, affermerebbero che il senegalese sarebbe stato precedentemente investito da una moto dei vigili.

A parte che seppure fosse non vediamo dove sarebbe il problema. Le squadre dei vigili in motocicletta affettuano azioni di contrasto all’ambulantato illegale da anni. Se io sono uno di questi ambulanti e nello scappare finisco contro uno di questi mezzi, per quale astruso ragionamento sarebbe colpa dell’autista del mezzo e non di chi ci è finito addosso con la sua condotta illegale? Chi scrive non è uso fuggire ad una qualsiasi richiesta di controllo da parte delle forze dell’ordine, ma quand’anche mi venisse in mente di farlo metterei in conto i rischi che un tale illecito comportamento comporta, tra cui l’eventualità di essere coinvolto in qualche incidente imprevisto.

Il presunto investimento non è però ancora stato provato da nessuno e la parola di qualche probabile delinquente abituale dovrebbe valere ben poco alle orecchie di istituzioni serie.

Venendo poi alla richiesta di sospendere le squadre di Di Maggio che starebbero “massacrando” gli ambulanti abusivi, essa è semplicemente inaudita!

Evidentemente chi l’ha pronunciata, parlato al microfono durante la manifestazione del 5, è un ambulante abusivo, così come lo era il cittadino senegalese deceduto e così come probabilmente lo erano molti dei partecipanti alla manifestazione. Ebbene con quale ardire dei delinquenti abituali chiedono “giustizia” essendo loro i primi a commettere reati quotidianamente e per di più con la pretesa di voler depotenziare chi apparentemente sta facendo valere la legge con una qualche efficacia?

A che infimo livello è giunta una città che per secoli ha diffuso la civiltà ed il diritto nel mondo se a chi delinque è permesso di scendere in piazza e rivendicare un presunto diritto a delinquere senza che nessuna delle istituzioni senta il dovere di precipitarsi in quella piazza ad urlaglierlo in faccia a costoro che questo è uno stato di diritto, che le leggi esistono a tutela soprattutto dei più deboli, che le forze di polizia vanno rispettate e anche temute nel caso si delinqua, e che se tutto ciò non sta loro bene possono fare armi e bagagli e trovarsi un qualsiasi altro posto al mondo, che siano cittadini italiani, senegalesi, mongoli o di chissà dove?

Purtroppo non solo nessuno ha pensato di fronteggiare l’ardire di quegli sfrontati manifestanti, ma anche successivamente non si è udito nulla a difesa della legge, della legalità e soprattutto degli agenti della Polizia Locale da parte dell’amministrazione Raggi.

L’unica voce è stata quella del Comandante Porta che ha rilasciato il seguente messaggio:

E’ inaudito prendere spunto da una tragedia dove ha perso la vita una persona – un dramma le cui cause sono ancora da accertare – per portare avanti proteste contro un dirigente della Polizia Locale che si è sempre contraddistinto per la sua professionalità.
Massima solidarietà mie e del Campidoglio al Dott. Di Maggio, valido professionista, e agli agenti tutti che giornalmente operano a garanzia della legalità. Qualsiasi tentativo di sfruttare l’onda emozionale dei fatti avvenuti per tentare di indebolire il nostro lavoro non troverà credito. Auspichiamo da parte di tutti gli organi di stampa una obiettiva e corretta informazione sui fatti avvenuti“.

Il comandante parla di solidarietà sua “e del Campidoglio” ma quest’ultima appare un po’ stiracchiata, mentre sarebbe stata attesa una decisa presa di posizione da parte dello stesso Sindaco Raggi. Ed invece proprio niente da lei, né sui suoi social né sul sito del Comune. In quest’ultimo anzi vi abbiamo trovato proprio l’opposto, ossia un messaggio di cordoglio inviato dall’assessore Meloni a nome di tutta l’amministrazione capitolina:

Voglio esprimere a nome mio e dell’Amministrazione capitolina l’enorme dispiacere per la morte del cittadino senegalese Nian Maguette. Sono certo che le autorità competenti compiranno tutti gli accertamenti necessari per stabilire l’esatta dinamica dell’accaduto. Il mio cordoglio va ai familiari e alla comunità senegalese”.

Ma come, finora tutti gli elementi fanno propendere per una disgrazia personale del poveretto e solo qualche testimonianza di altri ambulanti abusivi accusa i vigili, e l’amministrazione tutta si straccia le vesti preventivamente dichiarando un “enorme dispiacere per la morte del cittadino senegalese“?

Lo ribadiamo, la morte di Niam Maguette è una triste tragedia perché, lo diciamo con Popper, “ogni qualvolta muore un uomo, è un universo intero a venire distrutto“. Ma non ci risulta che l’amministrazione capitolina esprima “enorme dispiacere” ogni volta che qualcuno muoia nel mondo o anche solo nella citttà di Roma, per cui una condoglianza così manifesta non può che significare il fondato timore che almeno una parte di responsabilità nell’incidente ce la possano avere i vigili.

Ma siccome fino a che la cosa non venga provata in giudizio vale la parola delle forze dell’ordine, un’amministrazione che si rispetti, e che conosca il significato di termini come “dignità” ed “autorevolezza”, prende immediatamente e convintamente le parti dei propri uomini.

Peraltro tanta timidezza da parte dell’amministrazione fa da sponda ad atteggiamenti assolutori di tanti centri sociali, per i quali gli ambulanti abusivi sono dei poveretti che non hanno altre alternative per sbarcare il lunario. Ecco ad esempio cosa ne scrivono quei geni del Lago Exsnia:

 

lago“colpevole di vendere borsette” dicono, come se violare le norme, alcune anche penali, fosse una cosa normale, come se fare concorrenza sleale, evadere in toto le tasse ma approfittare dei servizi comuni (nessun ambulante verrà mai respinto da un ospedale in caso di necessità, giustamente), reagire violentemente alle forze dell’ordine, fossero tutte cose normali.

L’utilizzo poi dello stesso odioso hashtag visto durante la manifestazione del 5 dimostra che tra quelli del Lago Exsnia debba esserci qualche minus habens, ad essere buoni.

DiMaggioSiMuore

 

Noi invece gliela diamo convintamente tutta la nostra solidarietà al Comandante Di Maggio, non solo per le ragioni sopra esposte ma anche perché abbiamo avuto modo di vederlo in azione in prima persona, fin dai primi tempi dlla lotta contro i cartelloni abusivi. Abbiamo quindi potuto apprezzare la sua professionalità unita ad una sincera passione per il rispetto della legge, oltre ad un’autorevolezza che è purtroppo raro trovare tra gli agenti della Polizia Locale di Roma.

#iostocondimaggio quindi, noi stiamo con Di Maggio, per il rispetto della legge a tutela di tutti, in particolare dei più deboli, che non possono certo essere dei delinquenti abituali che solo altri delinquenti possono aver convinto di essere al di sopra delle leggi per il fatto di essere profughi o di provenire da paesi in gravi difficoltà.

E nel dare questa nostra solidarietà al Comandante Di Maggio rilanciamo il post degli agenti del SULPL, dove ci si chiede anche se la protesta contro Di Maggio non possa essere orchestrata da qualcuno colpito proprio dalle azioni del Comandante, qualcuno che controlla il commercio abusivo che sembra fatturi quasi quanto il bilancio del Comune di Roma.

Il Vice Comandante Antonio Di Maggio ha pestato qualche piede sbagliato?

Noi diciamo con forza: peggio per quel corpo attaccato a quel piede!

Noi stiamo con Di Maggio!

#iostocondimaggio

 

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