Dopo aver scoperto casualmente la settimana scorsa che non c’era più un delegato del Comune alla ciclabilità, con Paolo Bellino che a seguire ha voluto chiarire di aver dato le dimissioni da quasi un mese (il 4 maggio), ancora siamo in attesa che l’assessore Meleo si degni di fornire una qualche spiegazione sull’accaduto ma soprattutto come ha intenzione di coprire di nuovo quella posizione. Da un’amministrazione che a parole ha fatto della ciclabilità uno dei possibili cardini della mobilità cittadina ci si aspetta infatti che alla materia siano dedicate figure ad hoc, che possano coordinare e spingere iniziative sia strategiche che tattiche.
Rimanendo quindi in attesa di chiarimenti dall’assessore abbiamo nel frattempo scoperto che in realtà la situazione della ciclabilità nell’amministrazione attuale è addirittura peggio di quello che sembra.
Seppur la dipartita del Bellino è stata vista da più d’uno come un passo in avanti, avendo apparentemente egli, anche a detta sua, passato più tempo a litigare con gli uffici che a costruire qualcosa di concreto, è indubbio che la sua presenza nell’ambito dell’amministrazione fungeva da qualche stimolo per gli uffici stessi.
Quello che abbiamo saputo in questi giorni è che se Bellino si occupava di ciclabilità per conto dell’assessorato, dal lato della commissione mobilità, quella presieduta da Enrico Stefàno, c’era un’altra persona che seguiva i progetti relativi alla mobilità ciclabile. Si tratta di Davide Ragazzi, un esperto della materia già da diversi anni nell’amministrazione capitolina, che quindi in qualche modo curava la ciclabilità nell’ambito delle iniziative della commissione. Seppure non ci risulta ci fosse molto coordinamento tra le due figure di cui sopra, Bellino e Ragazzi, la loro presenza assicurava una certa copertura alla ciclabilità nell’ambito delle iniziative sulla mobilità.
Ebbene ci è stato riferito che dopo Bellino anche Davide Ragazzi non si occupa più di ciclabilità, non sappiamo bene se perché rimosso dall’incarico o avendo egli scelto di passare ad altro.
Quello che però è sicuro è che al momento non c’è nessuno nell’amministrazione che possa seguire i progetti già avviati o iniziarne di nuovi. A noi questa appare una situazione paradossale, con un’amministrazione che a parole magnifica la mobilità ciclabile e nei fatti si ritrova con addirittura meno risorse di quelle delle amministrazioni precedenti.E un tale vuoto di risorse dedicate alla ciclabilità non può certo essere colmato dal solo pur ottimo Presidente Stefàno, che sappiamo appassionato ciclista ma che necessariamente deve dividersi sui tantissimi temi che attengono alla mobilità a Roma.
Un’altra cosa che abbiamo scoperto e che ci ha allarmato se possibile anche di più, è che sembra che di progetto di bike sharing bonsai non vi sia solo quello del Municipio IX, ma almeno altri due in altrettanti municipi. Come abbiamo già scritto, questi mini bike sharing non sono altro che spreco di risorse pubbliche per progetti che già si sa inutili ed irrilevanti. È solo con un bike sharing cittadino esteso, diffuso ed affidabile che infatti si può incidere sensibilmente sulla mobilità a Roma, come già dimostrato da anni in tutte le maggiori città europee. Questi progetti limitati, avanzati in genere con la scusa di voler fare sperimentazione in una materia di cui si sa già tutto il necessario, non sono altro che scuse per sperperare un po’ di denaro pubblico (o europeo) e ritardare oltremodo l’introduzione di un serio bike sharing a Roma.
Insomma è ormai chiaro come sulla mobilità ciclabile vi sia la confusione più totale in seno all’amministrazione ed in una situazione del genere il totale silenzio dell’assessore Meleo è del tutto inaccettabile. Se infatti l’assenza di informazioni che ha da sempre caratterizzato il suo ufficio poteva prima essere una scelta legittima, seppur criticabile, il non voler dare spiegazioni sul vuoto più totale che si è creato per la mobilità ciclabile configura un vero e proprio comportamento omertoso.
Inoltre quanto più tempo passa senza chiarimenti da parte dell’assessore tanto più cresce la responsabilità dello stesso Sindaco in questa vicenda. Come abbiamo già rilevato infatti, neanche la Raggi può fare finta di niente magnificando le iniziative in tema di ciclabilità quando nell’amministrazione non c’è più nessuno che abbia una responsabilità specifica nella materia.
Proviamo ad essere più chiari: l’assessore Meleo deve aver confuso i termini “onestà” e “omertà” e non può pensare di continuare ad operare in questa confusione nel ruolo chiave che ricopre. Si decida a fare chiarezza su questa materia oppure davvero fornisce un formidabile motivo per chiedere la sua rimozione, non bastassero i già tanti che ha inanellato in meno di un anno dalla sua nomina.
Inoltre se il Sindaco Raggi continuerà a permetterle di tacere completamente su questo pasticciaccio della mobilità ciclabile si renderà anch’essa gravemente complice della stessa omertà. E per una che sulla sua pagina informativa strombazza “Trasparenza e partecipazione sono la nostra stella polare“ ciò è davvero surreale.