Quando eravamo ancora solo bastacartelloni.it ed il nostro impegno civico era tutto concentrato sulla lotta contro i cartelloni abusivi, ci capitava spesso di imbatterci in impianti pubblicitari, in genere abusivi, che erano stati installati in prossimità di qualche albero. Guarda caso dopo poco accadeva che tali alberi subivano improvvise drastiche potature oppure morivano “magicamente”.

Una di queste storie ebbe luogo in Circonvallazione Gianicolense, dove un impianto pubblicitario era stato installato in prossimità di un ciliegio il quale giorno dopo giorno perdeva sempre più rami, liberando la visuale del cartellone.

 

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Al tempo sia noi sia tanti altri cittadini avevano perso l’anello al naso ed avevano cominciato a reagire a porcate del genere e cominciammo col raccontare la storia sul nostro blog del tempo.

Poi insieme ad altri passammo all’azione. Così ne scrivemmo:

“La mobilitazione dei cittadini – guidati da Respiro Verde Legalberi e da Basta Cartelloni – e l’impegno del consigliere Athos De Luca hanno salvato il ciliegio di Circonvallazione Gianicolense. Ma soprattutto hanno dato un segnale forte alla mala cartellonara: NON TUTTO VI E’ PERMESSO. SE IL COMUNE NON VIGILA, C’E’ QUALCUN ALTRO CHE DIFENDE LA CITTA’.

 

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Chiaramente il merito  dell’operazione va tutto ascritto all’allora consigliere Athos De Luca che, unico nel Consiglio Comunale dell’epoca, non solo si schierò con forza contro l’invasione dei cartelloni e per una seria riforma della materia ma fu anche disposto ad esporsi in prima persona ed a fianco dei cittadini per fermare anche fisicamente tale invasione.

 

Abbiamo ricordato questo episodio perché è notizia di questi giorni la condanna ad otto mesi di carcere per Athos De Luca per aver segato quell’impianto pubblicitario illegale (la notizia del rinvio a giudizio di Athos De Luca la demmo ad ottobre dello scorso anno, descrivendo anche di che bella ditta pubblicitaria stavamo parlando).

Che l’impianto fosse illegale lo si rilevò fin da subito: era infatti già stato sanzionato ma, come avveniva all’epoca, non era stato rimosso né vi erano piani per farlo. Peraltro lo stesso giudice ha confermato l’illegittimità dell’impianto, respingendo la richiesta di risarcimento della ditta proprietaria, per cui non si capisce bene quale sia il reato ascritto a De Luca.

A nostro modesto avviso al giudice deve essere sfuggito qualche aspetto della vicenda, altrimenti non avrebbe potuto concludere che con un’assoluzione accompagnata da un encomio per lo spirito civico dimostrato, specialmente in un momento in cui tutte le istituzioni si distinguevano per assenza e menefreghismo.

L’auspicio è che il giudice dell’appello tenga presente l’altissimo valore civico del gesto di Athos De Luca e rimandi con la coda tra le gambe una ditta che dopo aver avuto l’ardire di comportarsi in maniera tanto vigliacca e becera ha anche il coraggio di lamentarsi per un presunto torto subito.

 

Diciamo che questa condanna subita da Athos De Luca dà modo a noi di rinnovargli il ringraziamento e la stima per aver sposato con passione e concretezza la nostra battaglia dell’epoca. Purtroppo di consiglieri del genere non ve n’è più traccia in Assemblea Capitolina e questo contribuisce a spiegare i tempi particolarmente bui che stiamo vivendo.

Per la cronaca, l’impianto rimosso da Athos De Luca fu poi prontamente reinstallato dalla stessa ditta. Chissà se c’è qualche giudice che in contemporanea sta lavorando a prendere a calci in culo, metaforicamente, tale ditta per aver operato reiteratamente in spregio delle leggi e della pubblica decenza (tenderemmo purtroppo a pensare di no).

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