Ecco tre immagini di altrettanti esercizi di cibo etnico in zona stazione Termini.
Come si vede questi locali sono soliti strabordare con insegne coloratissime estremamente invasive. Gli servono colori accesi ed ampie superfici esterne per cercare di attirare i possibili avventori. Peraltro l’esercente che volesse evitare di apparire in maniera tanto esagerata rischierebbe di non lavorare per niente, finendo per essere invisibile a confronto di tanta confusione visiva.
Noi non abbiamo nulla contro i negozi etnici, non disdegnamo anzi di approfittarne di quando in quando per mangiare qualcosa di diverso. Ma tanta “caciara” di pannelli, scritte e colori è assolutamente inaccettabile e fa piombare in un brutto degrado laddove venga realizzata.
Siamo ragionevolmente convinti che tutta questa pubblicità esterna non sia consentita dalle norme e che solo l’inossidabile menefreghismo di vigili ed istituzioni varie consenta a questi esercenti di dare libero sfogo alla loro “creatività”.
Per cercare di porre un freno all’invasione di questo tipo di esercizi in centro storico, che beneficiano delle tutele assicurate alle attività artigianali, vi è un’iniziativa in corso dell’assessore Meloni. Nel frattempo però è probabile che basterebbe applicare le norme vigenti in materia di insegne per ridurre enormemente l’impatto visivo di questi negozi.
Non sarebbe fuori luogo poi che Soprintendenza o Sovrintendenza si facessero vive su schifezze del genere che deturpano impunite tanti luoghi tutelati della città. Ricordiamo quando la Soprintendenza se la prese col Municipio I per essersi azzardato a disegnare qualche striscetta verde sul selciato (per segnalare le OSP autorizzate); possibile che lo stesso ufficio non abbia nulla da dire di fronte alle centinaia di negozi che stanno dando a Roma sempre più l’aspetto di una capitale asiatica?