Salaria cartelloni feb 16

 

Come avevamo informato a metà agosto, è ripreso l’iter della riforma dei cartelloni con l’approvazione da parte della Giunta Comunale delle controdeduzioni alle osservazioni di cittadini e associazioni sui piani di localizzazione, avvenuta lo scorso 7 agosto, e con la richiesta ai municipi di esprimere un parere sui piani stessi.

Anche in questa fase, come tutte le precedenti, vi sono essenzialmente due parti che si fronteggiano: una è quella rappresentata dalla gran parte delle ditte pubblicitarie, che sin dall’inizio hanno fatto di tutto per boicottare la riforma pensando così di proteggere le loro rendite di posizione (ossia le migliaia di impianti presenti sul territorio), l’altra sono le associazioni ed i cittadini che da anni si battono per una svolta nel settore che porti più decoro per la città e maggiori introiti per il Comune (per i più distratti chiariamo che noi facciamo parte di questo secondo raggruppamento, avendo cominciato a combattere per la riforma del settore fin dal 2009 ed avendo fondato l’associazione Bastacartelloni che ha contribuito fortemente al percorso della riforma).

Ad un ragionamento superficiale la posizione delle ditte è comprensibile, volendo loro affossare una riforma che porterebbe la superficie pubblicitaria da circa 137mila mq a circa 62mila (meno della metà!). Nessuna sorpresa se quindi si è assistito a continui ricorsi al TAR su praticamente ogni atto emesso dai pubblici uffici. Eppure a ben vedere una così drastica diminuzione dello spazio per le affissioni andrebbe anche a vantaggio delle ditte stesse, divenendo il singolo metro quadro molto più prezioso e redditizio. È probabile che a riforma attuata vi saranno movimenti nel settore, con ditte che chiuderanno o si accorperanno ed altre che nasceranno o si accresceranno, ma queste sono dinamiche normali in ogni settore sano dell’economia ed il risultato globale per la collettività non potrà che essere positivo.

Si direbbe quindi l’ennesimo caso in cui occorrerebbe “Salvare il capitalismo dai capitalisti“.

 

Sia come sia, le due parti in causa continuano ad essere attive anche durante questa fase di raccolta dei pareri dei municipi, entrambe svolgendo una legittima attività di lobbying presso le commissioni, i consigli ed i singoli consiglieri municipali.

 

A nostro avviso un’attenzione particolare merita in questa fase quanto sta avvenendo in Municipio I, sia perché si tratta di un territorio in gran parte area UNESCO, e quindi soggetto a particolare tutela, sia perché la maggioranza che governa questo Municipio è di colore opposto a quello della Giunta Comunale. Farebbe quindi parte di una normale dialettica politica il fatto che i provvedimenti provenienti dal Comune non fossero proprio ben visti in Municipio I.

Nel caso specifico di questo provvedimento però ci troviamo di fronte ad un’iniziativa che prese le mosse nel 2014 a cura dell’allora maggioranza di centrosinistra in Comune. Ci si aspetterebbe quindi che l’attuale maggioranza di centosinistra in Municipio accolga con estremo favore questa riforma dei cartelloni, evitando qualsiasi intoppo che possa essere utilizzato strumentalmente per rallentarla o addirittura bloccarla.

Le cose però sorprendentemente (ma neanche tanto) non stanno andando così.

Ieri c’è stata l’ennesima riunione della commissione commercio del Municipio I che doveva esprimere il parere sul piano di localizzazione degli impianti pubblicitari e chi scrive vi ha assistito.

Anzitutto una nota di colore: la commissione era stata convocata per le 9:00 ma alle 9:15 ancora non si era presentato nessuno, segno del rispetto che presidente e consiglieri hanno per istituzioni e cittadini.

 

consiglio

 

Cominciata la seduta, si è iniziato a discutere del possibile parere positivo da accompagnare con alcune osservazioni, con i consiglieri che man mano arrivavano. Ad un certo punto si è raggiunto un generale consenso sul parere positivo e si è entrati nel merito delle osservazioni su cui i consiglieri di maggioranza avevano già iniziato a lavorare nei giorni precedenti. I punti sui quali si volevano proporre le osservazioni sono stati essenzialmente:

– la sottolineatura di una carenza parziale dei pareri delle soprintendenze/sovrintendenza,

– la richiesta di diminuire l’ampiezza del margine di spostamento degli impianti in caso di necessità (da 50 metri a 15),

– la critica del bike sharing pagato dagli impianti pubblicitari, suggerendo l’introduzione di modelli di bike sharing a flusso libero.

 

Durante la discussione è stato anche più volte sollevato un possibile vizio nella procedura di approvazione del piano, derivante da presunta ambigua interpretazione di alcune norme del Testo Unico degli Enti Locali.

 

Su tutti questi punti si è svolta quindi un’accesa discussione interna alla maggioranza in Municipio, con la consigliera Naim, dei Radicali, che segnalava come preminente l’interesse ad approvare nella maniera più piena il piano di localizzazione, ed il consigliere Costantini, supportato in qualche modo dalla capogruppo PD Lilli, che insisteva per evidenziare tutti gli aspetti problematici, a suo modo di vedere, del provvedimento.

A chi assisteva dall’esterno ad una tale discussione sono apparsi chiari i due fronti descritti sopra: da una parte la posizione delle associazioni anti-degrado e dei cittadini, rappresentata dalla consigliera Naim, che punta all’attuazione di una riforma pur non perfetta ma che farà fare un consistente passo avanti al decoro cittadino, dall’altra quella delle ditte pubblicitarie, rappresentata dai consiglieri Costantini (lista Giachetti) e Lilli (capogruppo PD) tutta interessata a sollevare ogni possibile cavillo.

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AGGIORNAMENTO 14:45

Ci è stato fatto rilevare da uno degli interessati che il brano precedente poteva indurre a pensare che chi scrive volesse presentare alcuni consiglieri del centrosinistra come i rappresentanti delle ditte pubblicitarie. Non era questa la nostra intenzione, sia perché non abbiamo alcun elemento a supporto di tale tesi, sia perché fino ad evidente prova contraria rispettiamo tutti gli eletti considerandoli rappresentanti dei cittadini  e non di questa o quella categoria. Proviamo quindi a rifrasare lo stesso concetto come segue:

A chi assisteva dall’esterno ad una tale discussione sono apparsi chiari i due fronti descritti sopra: da una parte la posizione della consigliera Naim, che puntava all’attuazione di una riforma pur non perfetta ma che farà fare un consistente passo avanti al decoro cittadino, così come le associazioni anti-degrado hanno sempre sostenuto, dall’altra quella dei consiglieri Costantini (lista Giachetti) e Lilli (capogruppo PD) che appariva interessata a far rilevare ad ogni costo qualche elemento critico nei confronti della riforma, una posizione simile a quella che più volte si è visto proporre dalle ditte pubblicitarie.

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Peraltro dal tono della discussione è apparso chiaro che nessuno dei presenti si era preso la briga di studiare il testo in discussione, probabilmente con la sola eccezione della consigliera Naim, che mostrava i documenti da lei analizzati, e del consigliere Costantini che citava passaggi dal suo smartphone. È apparso quindi chiaro come tutti gli altri stessero disquisendo sul nulla, volendo forse evitare di fornire uno scarno parere ma finendo col fare la figura degli apprendisti stregoni.

In tutto ciò non possono essere sottaciute le dichiarazioni che alcuni consiglieri di minoranza hanno voluto rendere. Il consigliere Esposito, (lista Marchini) ha affermato che lui gira in moto e già patisce gravi danni per le innumerevoli buche, per cui non capisce chi si ostina a girare Roma in bici!?! “Il bike sharing a Roma è una grandissima fesseria”, ha chiosato, annunciando il suo voto contrario al provvedimento.
Anche il consigliere Caramanna (Fratelli d’Italia) ha dichiarato che avrebbe votato contro, dicendo essenzialmente che Roma non è pronta per il bike sharing, che bisogna studiare, fare progetti e prendere atto dell’esperienza fallimentare del passato.
In tutto ciò anche il presidente Ricciardelli (PD) ha pensato bene di dire che secondo lui Roma non è fatta per andare in bicicletta !?!

Sul piano di localizzazione, la seduta della commissione si è conclusa con la decisione di dare parere positivo accompagnandolo con alcune osservazioni su cui avrebbero lavorato i consiglieri di maggioranza (si presume sugli stessi punti sollevati durante la discussione).

 

Oggi si terrà il Consiglio Municipale e verrà votato il parere proposto dalla commissione. Il rischio serio è che esso sarà positivo ma accompagnato da una serie di osservazioni inutili nella sostanza ma che potranno essere utilizzate strumentalmente per bloccare l’iter della riforma. Vi sono infatti, in tutti gli schieramenti politici, dei personaggi che non aspettano altro che qualche appiglio per rimandare tutto alle calende greche permettendo a chi ancora sfrutta il caos attuale di continuare a farlo.

 

Quello che verrebbe da chiedere alla maggioranza di centrosinistra che governa il Municipio I è come diavolo gli viene in mente di rimettere in discussione il lavoro svolto dai colleghi del loro stesso schieramento che governavano nel 2014. Cosa sperano di ottenere a mettersi a disquisire se sono giusti 50 metri di tolleranza o sono meglio 15, (e perché no 25?) se non di fornire a qualcuno la scusa per mandare la palla in tribuna? Con che competenze si mettono poi a discettare se sia giusto il bike sharing pagato dai cartelloni (come nella granparte delle città europee) o se si possano individuare metodi alternativi? Non si rendono conto che a suo tempo tutte queste discussioni sono già state fatte dai loro colleghi di schieramento e prese delle decisioni che non si possono ora rimettere in discussione, pena il crollo di tutto l’impianto della riforma?

È irresponsabilità, obnubilamento della ragione o qualche basso gioco politico?

 

Viene da chiedersi se i responsabili del PD romano si accorgono di queste cose o se hanno tutti smobilitato, in attesa che il castello grillino cada da solo, che tanto se si aspetta che sia l’opposizione a metterlo alle strette stiamo freschi.

Ha qualcosa da dire l’allora candidato Sindaco Giachetti, che nel programma elettorale aveva chiarissimo l’impegno a portare avanti speditamente la riforma dei cartelloni, agli eletti del suo schieramento che oggi si dimostrano così appassionati nel sollevare inesistenti cavilli contro la riforma stessa?

 

Vedremo come andrà a finire la votazione di oggi in Consiglio Municipale ma temiamo il peggio.

 

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2 risposte

  1. Debbo far presente che sul sito internet del I Municipio risulta che il consigliere Matteo Costantini fa parte dei gruppo politico dei “Democratici e Popolari Più Roma” ed è Vice Presidente Vicario del Consiglio.
    Sempre per una doverosa informazione corretta faccio notare che il 5 agosto scorso (e non il successivo 7 agosto) la Giunta Capitolina ha deciso di chiedere il “parere” ai Municipi sui Piani di Localizzazione già controdedotti in precedenza e con gli elaborati grafici modificati in recepimento delle osservazioni accolte.
    Tengo infine a precisare che come Responsabile del Circolo Territoriale di Roma di V.A.S. non ritengo di avere mai fatto attività di “lobbyng” (intese se non altro allo stesso modo delle ditte pubblicitarie), dal m omento che ho sempre portato il contributo che è riconosciuto dagli articoli 9 e 10 della legge n. 241/1990 alle associazioni che sono portatrici di interessi diffusi e curano quindi esclusivamente gli interessi della città e dei suoi cittadini

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