Del Grande Raccordo Anulare delle Bici si parla da maggio 2015, quando il progetto è stato ufficialmente presentato da Legambiente e VeloLove.
Dopo aver scontato il cambio di amministrazione, del progetto si riparlò a settembre 2016, quando il Ministro Del Rio ed il Sindaco Raggi firmarono un protocollo d’intesa per la progettazione e realizzazione dell’opera.
Poi più nulla, come scrivemmo a marzo di quest’anno lamentando la totale assenza di un qualsiasi dibattito pubblico su un tema così decisivo per la mobilità ciclabile.
Ad aprile ci tornammo grazie a qualche striminzito commento sulla pagina facebook del delegato alla ciclabilità (al tempo Roma aveva ancora un delegato alla ciclabilità, poi dissoltosi).
Infine a luglio il Sindaco, in uno dei suoi imperdibili post su facebook, citò di nuovo il GRAB insieme alla sua ormai celebre frase: “La ciclabile è un tema a noi molto caro …“. Fu solo una citazione però e da allora più nulla, il silenzio più totale.
A cercare di riesumare un dibattito sul GRAB ci ha dovuto pensare Legambiente, uno dei promotori originari, che in un articolo del Corriere parla di progetto stravolto e di totale chiusura dell’amministrazione a qualsiasi dialogo. Le critiche sono molto puntuali e riguardano la mancata pedonalizzazione della via Appia, così come di altre strade incluse nel GRAB, e l’utilizzo dell’argine del Tevere anziché prevedere un tracciato sul piano stradale, con l’impossibilità di utilizzare la ciclabile durante le consuete piene invernali del fiume.
Il pezzo del Corriere non deve essere piaciuto all’assessore Meleo che, stando ad un articolo di RomaToday, pare abbia risposto con una nota piccata il cui incipit è: “Il GRAB non è di Legambiente”!.
Dice la nota:
“Il Grab non è di Legambiente, ma dei romani. Il progetto mira alla riqualificazione della ciclabilità nelle diverse zone di Roma. Su questo argomento nel tempo sono state dette molte inesattezze. Il Grab è frutto di un accordo con il Ministero dei Trasporti. Legambiente nel protocollo non figura affatto come coordinatore, né ha ruolo operativo, anche perché questo compito spetta ai tecnici di Roma Capitale. Per caso, interesse di VeloLove è quello di lucrare sul Grab? Forse dopo aver registrato il marchio Grab, senza aver dato alcuna comunicazione ufficiale o aver coinvolto Roma Capitale in alcun modo, ora il prossimo passo è quello di svilire il disegno della ciclabilità, ideato da questa Amministrazione per Roma“.
E ancora:
“Il nostro progetto ha come obiettivo la massima interconnessione e riconnessione alla rete ciclabile esistente e vuole garantire la più ampia accessibilità degli utenti. Parliamo prima di tutto di intermodalità, in particolare nei nodi di interscambio della rete su ferro, anche con l’individuazione di ‘sistemi complessi’ quali hub multimodali e ciclostazioni. E ancora di riqualificazione della ciclovia, attraverso macroprogetti, nel centro storico e nelle aree periferiche. Fra i vari interventi il Grab prevede anche una nuova ciclovia lungo la complanare di Via delle Terme di Caracalla che si aggancia a una serie di interventi di pedonalizzazione e riqualificazione in Via dei Cerchi e prevede l’ampliamento dello spazio pedonale antistante l’ingresso del Palatino, sottraendo spazio al traffico privato. È evidente, quindi, la volontà del Comune di utilizzare al meglio i fondi messi a disposizione del Governo per offrire quest’opera ai cittadini e turisti della Capitale. Chiunque sia responsabile di inutili strumentalizzazioni non ha alcun interesse a collaborare per il bene della ciclabilità di Roma.”
Insomma, una delle solite supercazzole della Meleo, incapace di dare risposte puntuali e circostanziate e maestra nello sciorinare termini a caso (interconnessione e riconnessione, ‘sistemi complessi’, macroprogetti) senza mai riuscire a dire nulla. Tipico poi ormai anche il suo buttarla sempre in caciara accusando l’interlocutore di voler lucrare e di non aver alcun interesse a collaborare, quando poi è l’amministrazione che, almeno stando a quanto dichiarato da Legambiente, da mesi non risponde ad alcuna loro sollecitazione (la qual cosa a noi torna perfettamente, alla faccia della “trasparenza e partecipazione”, presunto motto della ditta).
Non che qui si voglia difendere acriticamente Legambiente, sia perché non ha certo bisogno della nostra difesa, sia perché non possiamo escludere che loro abbiano un qualche interesse diretto nel progetto (e la registrazione del marchio “GRAB” qualcosa vorrà dire). Rimane il fatto però che a delle critiche circostanziate non si risponde con strepiti e frasi sconclusionate, bensì si va nel merito magari approfittandone per rendere pubblico un progetto tanto importante. Anche per far vedere chi ci starebbe lavorando ad un’opera così critica per la mobilità ciclabile a Roma, stante che non c’è più da mesi un delegato alla ciclabilità (circostanza sempre accuratamente taciuta dall’assessore Meleo, e mai che qualche organo di stampa si azzardi a chiedergliene notizia nelle pochissime occasioni in cui costei si offre alle domande) e che non risultano nel Dipartimento o negli altri uffici che si occupano di mobilità particolari competenze in materia di ciclabilità urbana.
“Il 23 novembre sarà pronto il progetto di fattibilità tecnico-economica, su cui hanno lavorato tecnici e architetti di Roma Capitale“, riporterebbe la nota dell’assessore. E capiamo tutti che allora fa bene Legambiente a preoccuparsi in anticipo.
Se infatti i “tecnici e architetti di Roma Capitale” che stanno lavorando al GRAB sono gli stessi che hanno lavorato alla ormai memorabile ciclabile di S. Bibiana, capiamo tutti che razza di pastrocchio possiamo aspettarci verrà presentato.
Il GRAB non è di Legambiente, è vero, benché va dato atto a Legambiente di averlo presentato per prima come progetto complessivo. Ma l’assessore deve capire che il GRAB non è neanche suo o dei suoi uffici, bensì è un’opera che potrebbe stravolgere in senso positivo la mobilità a Roma e quindi sarebbe sacrosanto che finalmente si aprisse un dibattito pubblico su come tale opera possa essere realizzata.
Come abbiamo più volte scritto, evidentemente l’assessore Meleo non si rende neanche conto dei danni che la sua incompetenza ed irresponsabilità stanno causando alla mobilità romana. La responsabilità è quindi ormai in capo direttamente al Sindaco Raggi che le continua a permettere di ricoprire un ruolo tanto importante per il funzionamento della città. Apparentemente continuiamo ad essere i soli a ritenere indispensabile e drammaticamente urgente un avvicendamento del responsabili alla mobilità cittadina. Vediamo quanto ci metteranno altri a rendersene conto.
2 risposte
“svilire il disegno della ciclabilità, ideato da questa Amministrazione per Roma“.
cosa hanno “ideato” ? Semplicemente incredibile, o forse comico, o meglio tragico anzi FUNEREO per la ciclabilità e in genere la vivibilità di questa martoriata città.
Palatino?? Bellissimo, ma chi ci va in bici e che bisogno avrebbe?Circo Massimo-Caracalla LA CICLABILE GIA’ C’E’ dai tempi di quelli del piddì!!!!
Non e’ possibile creare dapprima una pista ciclabile prova e poi correggere gli errori? Insomma prima di fare il progetto definitivo che so’ provarla se e’ tutto ok.