A leggere uno degli ultimi post su facebook del presidente De Vito si direbbe che ACEA sia divenuto uno dei fiori all’occhiello dell’amministrazione capitolina (ricordiamo che la maggioranza delle azioni di ACEA è detenuta dal Comune di Roma). Eccolo:
“Acea ha chiuso i primi nove mesi di attività con trend in linea con le previsioni, confermando la crescita di tutti gli indicatori economici.
I risultati della nuova governance dimostrano una grande visione nella gestione dell’azienda, capace di conciliare utili, investimenti ed efficienza del servizio, in completa discontinuità rispetto al passato.
In questo lasso di tempo il lavoro si è concentrato sulla manutenzione delle infrastrutture per mettere in sicurezza l’approvvigionamento della Capitale e dei comuni gestiti da Acea Ato 2.
Una prima ispezione dei 5.400 km di rete idrica, con oltre 4mila interventi, ha consentito la riduzione delle perdite e il recupero di oltre 2.300 litri al secondo di acqua, come mai fatto prima.
Il 28 novembre verrà presentato alla comunità finanziaria il piano industriale che, come annunciato ieri dall’amministratore delegato Stefano Donnarumma, si basa su quattro pilastri: crescita industriale legata a importanti investimenti infrastrutturali; rafforzamento del rapporto costruito con gli stakeholder del territorio; sviluppo tecnologie, focus su innovazione; qualità dei servizi ed efficienza operativa.”
“… capace di conciliare utili, investimenti ed efficienza del servizio, in completa discontinuità rispetto al passato.” scrive il presidente De Vito.
Poi però giri per la città e trovi fontanelle aperte o a secco senza criterio apparente e senza che ancora si sia presa in considerazione l’ipotesi di fornire le fontanelle di un normale runinetto, unica soluzione possibile per continuare a garantire una distribuzione capillare di acqua potabile sulle strade senza gli assurdi sprechi del passato.
Ma soprattutto trovi con una frequenza impressionante lampioni spenti e sempre più spesso intere strade al buio per giorni senza che nessuno riesca ad avere o fornire spiegazioni.
Vi sono in particolare i nuovi lampioni a led con cui si stanno sostituendo tante lampade nele centro e semi-centro di Roma che si stanno dimostrando di una delicatezza esagerata.
Questi disservizi nell’illuminazione pubblica riguardano tutta la città, incluse le zone più centrali e financo i siti istituzionali. La foto che segue mostra via della Dogana Vecchia, nel mezzo dell’area riservata al Senato, con ben due lampioni spenti.
Proprio no, presidente De Vito, non sappiamo dire di utili ed investimenti di ACEA, ma senz’altro l’efficienza del servizio (diremmo meglio, l’efficacia del servizio) è a livelli inaccettabili e l’unica discontinuità col passato che si percepisce è un netto peggioramento del livello di servizio.
A questo punto tanto varrebbe cedere la partecipazione azionaria del Comune e mettere a bando i servizi (o forse no, non sarebbe una buona idea, vista la totale incapacità dell’attuale amministrazione di emanare bandi).