Da qualche mese, la nostra Giovanna Iorio si è trasferita a Londra. Dalla capitale britannica prosegue la sua collaborazione con diarioromano, portando nuovi e interessanti spunti.
Prima di tutto mi hanno sempre ingannato. Vivo a Londra da quasi sei mesi e, credetemi, non è affatto vero che piove sempre, che non c’è il sole, che è tutto grigio. Non c’è niente di peggio di un luogo comune per restare insensibili al fascino di una nuova città. E allora ho deciso di raccontare ai romani la mia Londra. Senza luoghi comuni e con il mio entusiasmo di nuova arrivata. La vecchia rubrica “Gente di Roma” si trasforma in una rubrica per conversare con la mia amata città eterna. In questa rubrica (che ha il nome di una canzone) “Londra chiama Roma”, vi racconterò quello che di bello vedo ogni giorno qui, senza dare troppo peso ai luoghi comuni (piove, gli inglesi sono freddi, si mangia male). Vi parlerò anche degli italiani (e soprattutto dei romani!) che qui sono numerosi e con cui mi capita spesso di scambiare due chiacchiere. Ci sono confronti continui che mi vengono in mente, vivere a Londra è un’esperienza molto diversa dal vivere a Roma. Però fare paragoni è un’attività odiosa e, in alcuni casi, controproducente. E infatti in questa rubrica troverete chiacchiere con i connazionali, curiosità e notizie incredibili che mi hanno colpita e che forse potranno ispirare anche voi romani.
Dunque la prima notizia di “Londra chiama Roma” ha a che fare con il caffè. A Londra si beve tantissimo caffè (e non solo tè come avete imparato a scuola). A guardare il numero crescente di Caffè e locali della città il consumo della nostra bibita nazionale sta aumentando a ritmi incalzanti. Stringere tra le mani una tazza di caffè bollente, mentre si corre da una parte all’altra di Londra, è il conforto al quale non rinuncia quasi nessun londinese. Ma c’è di più. Potrei scrivere le solite cose, e cioè che “a confronto” di un caffè preso nel cuore di Roma, a piazza Sant’Eustachio con il cielo azzurro e le terrazze ricoperte di buganvillee, il cuore di un romano potrebbe sciogliersi di nostalgia. E allora non ci penso nemmeno a fare il confronto e vi racconto quello che qui, dallo scorso novembre, accade dopo che milioni di persone hanno bevuto il loro buono (a volte discreto….e anche sì pessimo) caffè. Una startup britannica di caffè bio, in collaborazione con la Shell e Argent Energy, ha creato un carburante con quel che resta del caffè dopo il suo utilizzo. Il carburante biologico a base di caffè ha già cominciato a dare la “carica” ai famosi autobus inglesi a due piani. Forse proprio ieri ne ho preso uno: l’autobus rosso, infatti, è arrivato puntuale e pimpante. Una gioiosa esperienza per tutti! E come potrebbe essere il contrario? Un bus che va a caffè è il sogno degli italiani a Londra!
Per oggi è tutto da Londra, gente di Roma. Al prossimo racconto (non confronto!) dal paese degli ombrelli (però ve lo dico…….non è vero che piove sempre…..ma questa è un’altra storia!).
4 risposte
Cara Giovanna,
Sono un ragazzo romano rientrato in patria da solo 4 giorni dopo una permanenza di ben 5 anni a Londra.
Fa piacere sentire che ci sia dell’entusiasmo verso quella citta’, ma sappi che 6 mesi non bastano a giudicarne neanche un quarto di essa. Specialmente se si parla del clima. Ad esempio questo anno ci ha graziati con molto sole e calore, ma cara mia, tu che sei li da cosi’ pochi mesi, come pensi di poter distruggere una realta’ come quella del clima pessimo inglese? E questo era solo un esempio.Ti consiglio di farti MINIMO un anno, prima di sputare sentenze sui luoghi comuni che, possa piacerti o no la cosa, sono fondati su dei fatti.
Non pecchiamo di arroganza, ma soprattutto basta promuovere quel posto come un “paese delle meraviglie”, perche vi assicuro che c’e’ n’e’ anche fin troppo di marcio anche li.
Caro Anonimo,
Bentornato a Roma! Per quel che riguarda il clima, ho vissuto in Scozia e in Irlanda per diversi anni prima di Londra. Evidentemente ho visto di peggio!
Quale parte del mio articolo ti è sembrata “arrogante” e quale punto ti è perso sputato di sentenze. Se mi suggerisci di scrivere il mio prossimo articolo fra sei mesi mi dispiace, credo di averne un altro pronto per la prossima settimana.
Saluti da Londra,
Giovanna
Ciao Giovanna, bell’articolo complimenti, ma permettimi di dire che la tua è un’analisi un poco approssimativa.
Sono anch’io un romano trapiantato nella capitale inglese da un paio d’anni per (ovvi) motivi di lavoro. Premesso che, la differenza tra le due città è abissale, ci sono comunque dei punti di contatto, a cominciare dal fatto che Londra l’abbiamo praticamente fondata noi nell’antichità!
Scherzi a parte, 6 mesi sono pochini per tirare le somme: anche io quando mi ero trasferito mi ero fatto prendere dall’entusiasmo iniziale della città che si presentava pulita e ordinata anche quando caotica, con quel tocco di classe e stile che poche città hanno. Ora immagino che a distanza di anni (del resto l’articolo è del 2017) ti sia fatta un’idea diversa.
Purtroppo per nostra natura, noi italiani siamo talmente criticoni e abituati alla miseria, che anche l’ordinario all’estero ci pare straordinario. Quindi vedere strade pulite senza monnezza e senza buche e trasporti pubblici efficienti ci sembrano spettacolari. Ma a distanza di anni che ho vivo all’estero, ti posso assicurare che quello non compensa.
Forse secondo me dovremmo prendere ad esempio gli altri per rendere Roma una città degna di stare in Europa.
Molto interessante la tua riflessione Francesco. Il nostro lavoro è anche questo: far sì che Roma somigli a quelle capitali in termini di servizi e trasporti, ma non perda alcune caratteristiche della sua qualità di vita.