… fecit Montanari, verrebbe da dire.
“Anche con questa iniziativa andiamo avanti per sviluppare la nostra idea di Roma come Giardino d’Europa.”
Sono parole scritte dall’assessore Montanari sulla sua pagina facebook, in occasione della recente presentazione del corso pubblico di giardinaggio che si tiene annualmente presso il Servizio Giardini di Roma Capitale.
Si sarà subito colta la contrapposizione tra tali parole e l’immagine che apre il pezzo e che è relativa ad un recente intervento sempre del Servizio Giardini in via di Villa Lucina, dove sono stati abbattuti 40 esemplari di robinia (che l’assessore chiama acacia, ma vabbè …).
Questo il post della Montanari dove ha dato notizia dell’abbattimento:
“Sono stati abbattuti oggi in via di Villa Lucina circa 40 esemplari di acacia. Gli alberi sono stati monitorati dal Servizio Giardini di Roma Capitale che ha deciso l’abbattimento a causa del loro grave stato di salute. La documentazione fotografica trasmessa dai tecnici presenti sul posto ha evidenziato, oltre alle cattive condizioni dei tronchi, la presenza di larve di parassiti del legno.
L’intervento si è reso necessario per mettere in sicurezza la strada in cui è presente anche un asilo nido.
A rendere urgente ĺ’intervento, l’evento verificatosi circa due mesi fa, quando uno degli alberi si è improvvisamente spezzato schiantandosi sul recinto del presidio ospedaliero all’angolo di via di Villa Lucina.
A seguito degli abbattimenti, il Servizio Giardini di Roma Capitale procederà con un programma di ripiantumazione con specie adatte ai piccoli marciapiedi.”
Per la cronaca, via di Villa Lucina la scorsa estate si presentava così … (immagine da Street View)
… sembrerebbe inoltre che il “programma di ripiantumazione” menzionato dalla Montanari a tutt’oggi non esista e chissà quanto bisognerà aspettare per rivedere degli alberi in via di Villa Lucina.
Il drastico abbattimento di tutti gli alberi non è passato inosservato, essendo stato notato per primi da quelli di Green City Roma e poi man mano da sempre più persone che si chiedono se non si sia esagerato. Sembrerebbe infatti che circa la metà dei tronchetti rimasti mostrino una struttura integra, mentre negli altri si possono cogliere le trapanature dei parassiti. Non sarà quindi che per evitare rischi ulteriori (sulla strada c’è stato di recente il crollo di un grosso ramo da una delle robinie) si sia deciso di togliersi il pensiero rimuovendo tutto?
In teoria un eccesso di cautela per tutelare le persone da possibili crolli di alberi sarebbe condivisibile, ma ci si rende conto che questo vorrebbe dire abbattere, per un motivo o per l’altro, la gran parte degli alberi di Roma?
Eppure questa sembra l’impostazione che l’amministrazione abbia deciso di dare alla manutenzione degli alberi romani. Testimonianza ne sono gli abbattimenti di via Appia Nuova, di cui recentemente si è potuto visionare una perizia tecnica alquanto discutibile (anche perché commissionata e pagata dalla ditta incaricata della manutenzione), gli interventi a Monte Antenne e a Villa Celimontana, gli abbattimenti annunciati in Municipio III e quelli (2500!?!) che sembra stiano per essere previsti in tutta la città.
Come venir fuori dal dilemma tra il cercare di conservare il più possibile il patrimonio arboreo di Roma e la necessità di garantire l’incolumità di persone e cose?
Quelli di Green City Roma una ricetta ce l’hanno ed è contenuta ne “Il Manifesto degli alberi di Roma”.
Ne abbiamo già parlato e qui riportiamo quanto scritto allora:
“In una città normale i punti del manifesto non dovrebbero neanche essere esplicitati, dovendo essere parte della responsabilità di ogni amministratore cittadino. Nel panorama romano invece è necessario puntualizzare l’importanza degli alberi come patrimonio cittadino e fornire indicazioni su come trattare tale patrimonio. Riguardo gli eventuali abbattimenti c’è il punto 3 che recita:
“Nell’ipotesi in cui gli amministratori ritenessero necessario intervenire con l’abbattimento di un albero i cittadini devono potere accedere alle relazioni tecnico-agronomoche che giustificano l’intervento. qualora l’abbattimento non abbia carattere d’emergenza la relazione deve essere pubblicata in apposita sezione sul portale di Roma Capitale con preaviso di almeno dieci giorni.”
A noi questa previsione non sembra esagerata, considerato quanti anni impieghi un albero a raggiungere la maturità e quanto poco ci vuole ad abbatterlo magari per il solo tornaconto della ditta di turno che ha vinto l’appalto. Peccato che l’amministrazione a 5 stelle stia riuscendo nell’intento di fare peggio di tutte quelle che l’hanno preceduta, in particolare nella totale mancanza di trasparenza nei processi decisionali e nella più completa sordità ad ogni istanza dei cittadini.”
Siccome l’amministrazione non si sogna di fornire risposte alle domande dei cittadini, figuriamoci poi di stimolare un dibattito pubblico sul tema delle alberature romane, sono i cittadini stessi ad organizzarsi per parlare del tema e delle possibili soluzioni. Sabato 3 febbraio è infatti prevista la presentazione pubblica de “Il Manifesto degli alberi di Roma”, organizzata dall’Ass. Volontari Decoro XIII e da Green City Roma.