Torniamo su piazza S. Cosimato e sull’ass. Bergamo: con un parere opposto

Dopo la presa di posizione dell’assessore alla cultura Luca Bergamo sull’assegnare l’arena di piazza San Cosimato non più ai giovani del cinema America che l’hanno ideata e gestita per anni, ma tramite bando pubblico, sono intervenuti molti personaggi della politica e dello spettacolo a sostegno dei ragazzi. Nel nostro precedente articolo sul tema, il collega Roberto ha fortemente criticato la scelta dell’assessore Bergamo, schierandosi al fianco degli organizzatori dell’Arena. 
Oggi ospitiamo, invece, il parere di Lester che è di diverso avviso e che appoggia la posizione della giunta M5S. Non è la prima volta che nella nostra redazione si registrano pareri opposti e riteniamo che esplicitarli con un dibattito aperto, possa stimolare la riflessione dei lettori.  F. G.

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La dialettica interna è fisiologica, non sempre si può essere d’accordo su tutto. La grande stima che ho per l’amico Roberto, non può esimermi dall’esprimere un certo disagio rispetto alla linea smaccatamente a favore dei ragazzi del cinema America da lui sostenuta, improntata a una difesa ad oltranza che sfiora l’esaltazione acritica. Una doverosa premessa: ho sempre guardato con distacco le esperienze di autogestione dei collettivi politici studenteschi. E’ una questione epidermica, frutto del mio percorso politico e personale. Vengo da una famiglia impegnata nella musica, grazie alla quale ho conosciuto e frequentato gli ambienti culturali di sinistra, imparandone a conoscere pregi e difetti. Agli innegabili pregi – la curiosità, l’amore per l’arte, una certa apertura mentale  – si contrappongono alcuni aspetti negativi. Tra questi c’è senza dubbio il famoso “complesso dei migliori”: la pretesa di essere dalla parte giusta, l’arroganza di sentirsi speciali e al di sopra delle norme. La presunzione di meritare un trattamento di favore in virtù della propria appartenenza e militanza. C’è, però, qualcosa che stona di più: l’ostilità nei confronti dei metodi e delle procedure di stampo liberale. Valori e principi che da sempre hanno guidato l’azione di Bastacartelloni: libera concorrenza, contendibilità degli affidamenti pubblici, parità di trattamento e di opportunità nelle attività economiche e cultural-imprenditoriali. Una competizione virtuosa e regolata, che favorisce la più ampia partecipazione delle realtà economiche e sociali, nell’interesse dei cittadini e della qualità complessiva dei servizi. Essere bravi, capaci e di talento non ti pone sul piedistallo, esentandoti dal rispetto delle regole. La recente polemica tra l’assessore capitolino alla cultura Luca Bergamo e il leader dei “ragazzi del cinema America” Valerio Carocci, ci ha fatto decisamente cattiva impressione. Oggetto della discordia la volontà del comune di mettere a bando Piazza San Cosimato nell’ambito dell’Estate Romana, anziché riaffidarla direttamente a coloro i quali hanno, di fatto, reiventato la piazza, immaginandola come un cinema all’aperto. L’intuizione di difendere uno storico cinema dalla demolizione è stata unanimemente riconosciuta come meritoria, lodevole e necessaria. Figuriamoci se io, cresciuto vedendo film al cinema America, non sto dalla parte di chi ha lottato per salvarlo, sensibilizzando e mobilitando l’opinione pubblica, costruendo un’area di consenso senza precedenti – registi, attori e praticamente tutto il cinema italiano in loro sostegno – fino a spingere il ministro Franceschini ad apporre il vincolo sullo strepitoso apparato decorativo della sala di Trastevere. Purtroppo il vincolo è stato annullato da una sentenza del Consiglio di Stato facendo ricadere l’onere della risposta al Mibact, che potrebbe reiterare il vincolo della Soprintendenza .

Dopo la sentenza negativa, sono riaffiorati vecchi attegiamenti inopportuni. Toni e posture baldanzose da leaderini del ’68. Della serie “se ce ne andiamo ci rimpiangerete”. Ritorna, dunque, quell’impostazione ideologica figlia dei movimenti extraparlamentari di sinistra, che avevamo già notato agli inizi dell’occupazione: quell’attachinaggio selvaggio che suscitò le nostre critiche che spinsero i giovani dell’America a rimuovere lo scempio, smettendo quell’abitudine dannosa e ripensando la propria comunicazione. Ora ci risiamo con i toni apocalittici (dopo di noi, il diluvio!), le parole enfatiche e urlate (hanno ucciso il cinema a San Cosimato???), lo sdegno interessato dei politici in cerca di visibilità (che c’azzecca De Magistris?), il rivendicazionismo condito da petizioni pubbliche e dichiarazioni collettive. E da dove nasce quest’indignazione? Da una pacata, ragionevole e condivisibilissima intervista dell’assessore Bergamo, che magari non avrà tenuto un comportamento corretto nell’intera vicenda, ma che nello specifico non dice nulla di male, anzi. “Non bisogna aver paura del bando. Possono dimostrare all’interno di un processo comparativo che fanno meglio di altri. Che problema c’è?”. Ed è appunto quello che andiamo dicendo da anni, riferendoci ai settori cartellonistica-ambulantato. Non si vede perché dovremmo fare un eccezione per Carocci e i ragazzi del cinema America. Credo di interpretare lo stupore di tanti nel rilevare il doppiopesismo del nostro blog sulla vicenda dell’America. Riconoscere gli indubbi meriti di Carocci & co., non può farci rinnegare i nostri principi e valori fondanti.

L’amico Roberto scrive: “Ci sarebbe da stendergli il tappeto rosso a questi ragazzi, cercando anzi di coinvolgerli per rianimare i tanti deserti culturali che sono divenute le periferie romane.” Io rispondo che esistono decine e decine di associazioni sul territorio che si adoperano in tal senso, perché non coinvolgere anche loro?

Una concessione temporanea di suolo pubblico per in inziative culturali, già beneficiaria di ampie deroghe, non equivale a una cessione definitiva dello spazio pubblico, a un affidamento diretto infinito nel tempo. Non possiamo non notare una contraddizione tra dirsi favorevoli a una gara pubblica per affidare le postazioni ambulanti come prevede la direttiva Bolkestein, e sostenere l’esatto contrario, opponendosi all’inserimento di P.zza San Cosimato nel bando dell’Estate Romana. Ammettiamo pure che i ragazzi dell’America non abbiano tutti i torti a chiedere il rinnovo automatico della concessione della piazza senza gara pubblica. Per quanto mi riguarda e per quanto possa interessare, non sarei contrario a priori, consapevole delle qualità umane e imprenditoriali del collettivo, e dell’importanza dell’iniziativa che ha oltrepassato i confini nazionali. Ma vanno messi da parte i toni ultimativi e arroganti, ed accendere i riflettori su tante altre associazioni artistiche e culturali che portano avanti tra mille difficoltà, carenze di finanziamenti e scarso appoggio politico, iniziative di grande qualità. Ma per cortesia evitiamo di rinnegare noi stessi, sconfessando i principi di trasparenza e parità di trattamento che ispirano le nostre battaglie per riformare la pubblicità esterna e il commercio su area pubblica. Difendiamo quel poco di Europa che ci rimane.

 

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