Come cittadini attivi nell’informazione partecipata, la stella polare che ci guida nella proposizione d’idee e progetti è da sempre il confronto con le buone pratiche. E’ dall’esempio virtuoso delle capitali straniere che abbiamo tratto spunto per la nostra battaglia sulla riforma della cartellonistica portata avanti con l’associazione Bastacartelloni. Alle politiche adottate nel resto d’Europa dobbiamo ispirarci per cambiare in meglio la nostra città, risolvendo quei problemi che altrove sono un vago ricordo, vedi l’emergenza writers o la sosta selvaggia. Ma se c’è una materia dove il confronto risulta illuminante, quello è il commercio su area pubblica. Le bancarelle, insomma.
Qui la differenza tra modello romano ed europeo è di evidenza cristallina. A tratti sconcertante. Sia dal punto di vista della diffusione e concentrazione dei posteggi regolari che dell’estetica insufficiente e indecorosa dei banchi di vendita. Il famoso e tanto agognato “banco tipo” per l’attività di vendita su area pubblica, qui a Roma, è stato mille volte annunciato, mai realizzato. Tutt’al più si discute di camion bar, che sono la parte infinitesimale delle strutture concesse dal Comune e dai municipi. Di migliorare le caratteristiche dei posteggi isolati, fissi e gruppi rotativi, non se ne parla. Come dell’invasione degli operatori autorizzati, colpevolmente sottaciuta dai media. E che riteniamo impattante allo stesso modo e anche di più dell’onnipresente e inflazionato tema dell’abusivismo.
Pensateci: gli abusivi controllati dalle mafie sono un problema di legalità, ordine pubblico e macroeconomia. La loro presenza è massiccia ma effimera e volatile Gli ambulanti REGOLARI al contrario, rappresentano la questione irrisolta del rilascio anomalo di concessioni/autorizzazioni a fronte di una totale assenza di programmazione (e di una soglia massima di postazioni autorizzabili), di caos e disordine prodotto dall’inadeguatezza dei posteggi autorizzati, d’illegalità indotta (ampliamento della superficie autorizzata, personale lavorante a nero, mancata emissione scontrino fiscale, sosta vietata dei furgoni magazzino), di concorrenza sleale ai negozi di vicinato, quindi all’economia locale.
La presenza di ambulanti regolari – che esercitano l’attività di vendita con bancarelle fisse e posteggi rotazione – è stabile e massiccia al contrario degli abusivi.
Gli effetti negativi per il decoro e la circolazione stradale di veicoli e persone, sotto gli occhi di tutti.
Per chi non fosse convinto, è utile un confronto diretto con le altre capitali europee: Parigi, Madrid, Berlino. Attraverso il “metodo street view” già sperimentato sui cartelloni, vediamo le differenze tra noi e loro.
PARIGI
Li avrete riconosciuti senz’altro: sono gli Champs Elysée, senza bancarelle.
Potete dire lo stesso di Via Nazionale e Via dei Fori Imperiali?
Altra tappa immancabile, Boulevard Haussmann. Pochissime bancarelle. Quelle che ci sono, hanno formato ridotto e aspetto gradevole.
Eccone una davanti alle Galeries Lafayette.
Confrontatela con quella di fronte all’atelier Tiffany di Via Cola di Rienzo…notate differenze?
Il marciapiede davanti alle Galeries Lafayette.
E quello davanti al Coin di Via Cola di Rienzo. Occupato dalle bancarelle e relativi furgoni-deposito.
E facciamo un altro, semplice paragone. Rue Charras è una traversa di Boulevard Haussmann, Parigi.
L’equivalente di Via delle Muratte, stradina laterale di Via del Corso.
Qui troviamo banchi “storici” dei librai al quale si aggiungono scadenti bancarelle di abiti e souvenirs.
Trasferiamoci a MADRID
Quella in alto è Calle Preciados, qui sotto la meravigliosa Plaza de Callao. Nessuna bancarella!
Eccoci alla Gran Via: famosa via dello shopping. Marciapiedi larghi e pochissimi ambulanti.
Quelle presenti, vendono perlopiù libri, non abiti e accessori, senza ombrelloni, stendini e furgoni-magazzino al seguito.
Passiamo a BERLINO
Due foto di strade dello shopping, Friedrichstrasse e Kurfurstendamm, da confrontare con arterie commerciali romane e le bancarelle ivi presenti.
E adesso occupiamoci delle zone adiacenti alle fermate della metro.
Saint Denis, periferia di Parigi: 1 bancarella (settembre 2014)
Nuevos Ministerios, Madrid: eleganti strutture modulari dello stesso tipo, alcune vendono prodotti tipici!
Spandau, periferia di Berlino: niente bancarelle!
Capitolo stazioni centrali: Parigi, Gare de Lyon.
Mercatino saltuario, mensile o stagionale. Notare l’eleganza dei chioschi.
Uguali uguali alla stazione Termini di Roma…..
UN BREVE RIPASSO DELLA SITUAZIONE ROMANA
Crediamo non ci siano paragoni in Europa.
La solita domanda è: il Comune di Roma, le forze politiche di maggioranza e opposizione, saranno disposte a riformare il commercio su area pubblica?
E le associazioni di categoria, anche in vista della scadenza di TUTTE le concessioni-autorizzazioni prevista nel 2017 dalla direttiva Bolkenstein, faranno le barricate negando la necessità di qualsiasi revisione di settore, o inizieranno ad ammettere che si è andati un po’ oltre con il rilascio di licenze?
Accetteranno, i sindacati di categoria, un ridimensionamento della presenza delle bancarelle sul territorio con l’inevitabile scadenza/revoca di numerose concessioni/autorizzazioni, oppure continueranno imperterriti a dire che tutto va bene e che il problema sono soltanto gli abusivi?
Noi di sicuro sappiamo che non è così.
2 risposte
Uno scandalo assoluto, hanno trasformato Roma in una succursale di Kabul.
Marciapiedi intermente occupati da venditori di “mondezza”, strade gia’ massacrate dal traffico ancora piu’ ristrette da furgoni in seconda terza fila ed e’ cosi OVUNQUE, OVUNQUE, perfino davanti al Policlinico.
Se rinnovano le licenze veramente c’e’ da fare la rivoluzione !!
Sei un povero ipocrita …. scusa ma che lavoro fai ? Perché non 5i vai a nascondere prima di parlare degli ambulanti ?