Per l’articolo di oggi lasciamo spazio soprattutto alle immagini. In via Folchi, all’altezza di via Portuense, il muro che circonda l’Istituto per le Malattie Infettive Spallanzani è stato decorato con dei bellissimi murales commissionati dall’ospedale.
In occasione degli 80 anni dell’Istituto, tre bravi artisti di strada hanno raffigurato i più importanti scienziati nel campo delle malattie infettive, grazie ai quali l’aspettativa di vita è cambiata radicalmente. Il murales è lungo ben 270 metri e copre una superficie di 810 metri quadrati. Colori sgargianti a simboleggiare l’allegria e la vita, perché oggi – proprio per merito di questi 13 studiosi – un ospedale è diventato un luogo di guarigione e di rinascita.
All’inizio e alla fine un motto importante: “Lessons from the past, challenges for the future”. Vediamo allora in queste fotografie, l’opera dei tre artisti Andrea Marrapodi in arte Kiv che ha curato i fondi, Gregorio Pampinella che ha disegnato i ritratti e Daniele Tozzi per la parte calligrafica.
Il lavoro è stato presentato dal sovrintendente alle Belle Arti di Roma Francesco Prosperetti, dalla capo di gabinetto del Mibact Tiziana Coccoluto e dalla direttrice generale dello Spallanzani Marta Branca. Il progetto, curato da Matteo Colavolpe, ha voluto riportare vivo il ricordo di questi uomini che hanno cambiato la storia dell’umanità. Pensiamo ad Alexander Fleming con la scoperta della penicillina o a Edoardo Jenner, padre del vaccino contro il vaiolo.
L’obiettivo, che a nostro avviso sembra raggiunto, era proprio mostrare che l’ospedale non è solo un luogo di sofferenza, ma grazie alla scienza e alla ricerca è ormai un luogo di rinascita.
Il timore però riguarda la tutela di questa bellissima opera dalle tags vandaliche. L’intera via Folchi (come tutta Roma) è coperta dai soliti graffiti idioti che rendono degradato ogni angolo di città, senza comunicare alcun messaggio tranne la stupidità dei loro autori. Ecco l’altra parte del muro di cinta dello Spallanzani, non interessata dal murales. Quale è meglio?
Purtroppo non sarebbe la prima volta che opere d’arte realizzate sui muri vengono taggate da questi decerebellati (basta guardare alla stazione Nomentana). Ci auguriamo che almeno in questa occasione sia portato il giusto rispetto per l’arte e per la storia.