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Qualche giorno fa ha fatto molto scalpore l’apparizione della mega pubblicità Fiat su un palazzo all’inizio di via della Conciliazione. Ci si è subito resi conto che il telone, di un bel rosso vivo, impallava totalmente uno degli scorci più caratteristici di Roma, quello che mostra il Tevere con ponte S. Angelo e la basilica di S. Pietro sullo sfondo.

C’è stato subito un sollevamento popolare, con tanto di senatrici M5S ad attaccare il Sindaco Marino per lo scempio ed il poveretto a difendersi dicendo che trattandosi di edifici extraterritoriali la sua amministrazione non poteva farci proprio nulla. A parte che un Sindaco con un minimo di autorevolezza e soprattutto con una città decorosa qualche moral suasion potrebbe anche esercitarla sullo Stato del Vaticano, ma non è certo il caso dell’attuale Sindaco di Roma.

In ogni caso pare che la Santa Sede si sia resa conto che la cosa era troppo invadente ed ha provveduto di sua sponte a rimuovere l’invadente mega-cartello.

Vi è però una storia simile, iniziata addirittura a settembre dello scorso anno, che invece ha preso un’altra piega ed ancora oggi prosegue indisturbata come se la pubblicità facesse ormai parte del normale scenario.

Parliamo della chiesa della Trinità dei Monti, dove nell’autunno dello scorso anno è stato riallestito un ponteggio che ricopre interamente i due campanili, fin dall’inizio ricoperto da un’enorme pubblicità.

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La chiesa nell’autunno 2014

Abbiamo scritto “riallestito” perché in realtà l’esterno della chiesa era già stato restaurato non molto tempo prima e questa era la terza volta in 15 anni che avveniva: praticamente un restauro ogni cinque anni!

Appena apparve il ponteggio con tanto di pubblicità mangereccia si sollevò gran parte della rete ed anche molta stampa diede contro ad una pratica che chiaramente non aveva molto a che fare con il restauro dei monumenti bensì con la possibilità di fare cassa con pubblicità in luoghi prestigiosi.

Al tempo qualcuno calcolò che una pubblicità del genere poteva rendere mediamente sui 100.000 euro al mese, stimolando facilmente gli appetiti di chi volesse fare soldi facili. Nonostante comunque le molte polemiche il ponteggio rimase lì e così le pubblicità che lo hanno di volta in volta incartato.

A distanza di molti mesi, quasi un anno, la chiesa della Trinità dei Monti è ancora impacchettata di sana pianta, con un’attività lavorativa all’esterno che dire scarsa è già esagerato.

La chiesa della Trinità dei Monti oggi
La chiesa della Trinità dei Monti oggi

Considerata quindi la anomala frequenza con cui l’esterno della chiesa viene rifatto, il fatto che non vi si vede mai nessuno lavorare al cantiere ed i considerevoli introiti che normalmente derivano da pubblicità del genere, vi è il fondato sospetto che in realtà il cantiere abbia ben altri scopi che il restauro della facciata.

Ma siccome stiamo parlando di un edificio che dovrebbe essere proprietà del governo francese, ci rifiutiamo di pensare che il motivo del perdurare del ponteggio sia il becero guadagno dalla pubblicità.

Tenendo invece presente che ormai vi è una chiara competizione tra le capitali europee per attirare sempre più turisti, non sarà che qualche amministrazione d’oltralpe ha pensato bene di boicottare la città di Roma, rivale diretta di Parigi in campo turistico, deturpando permanentemente uno dei luoghi più caratteristici e visitati della città?

Fantapolitica? Forse, ma come soleva dire Andreotti (riprendendo forse Mazzarino): “a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina”.

Lungi da noi l’idea di mancare di rispetto ai cugini francesi, ma se volessero decidersi a smantellare il cantiere della chiesa e restituire alla città di Roma uno dei suoi scorci migliori gliene saremmo davvero grati.

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