Oggi fanno 2771 anni ab Urbe condita. Tanto è infatti passato dal 21 aprile del 756 a.C. che ai tempi di Giulio Cesare fu stabilita convenzionalmente come data di fondazione della città di Roma.
Purtroppo non troviamo molti motivi per festeggiare oggi, convinti come siamo di vivere in quella che potrebbe essere una delle città più belle del mondo ma che continua ad essere trattata ed amministrata come una capitale del terzo mondo.
Un oscuro Colosseo, ma che lascia intravedere la maestosità passata e le potenzialità per un futuro altrettanto prestigioso, ci sembra un’immagine adeguata alla giornata odierna.
Per rappresentare anche oggi l’inadeguatezza del governo cittadino, riportiamo di seguito la pagina internet del sito di Roma Capitale che annuncia i festeggiamenti per il Natale di Roma.
Tralasciando il perdurare dell’assurdità di pagine internet ufficiali in versione “beta” (sarebbe come comprare da un concessionario la versione prototipo di un’autovettura), è accettabile che il sito internet ufficiale della città che per diversi secoli ha insegnato la lingua al mondo si abbassi ad utilizzare termini stranieri in modo del tutto ingiustificato? Cos’hanno in Campidoglio contro il termine “fine settimana” per doverlo sostituire con un inutile “week-end”?
Probabilmente l’estensore della pagina penserà di essere più fico seminando qua e là termini stranieri, ma dimostra solo un provincialismo che purtroppo si è ormai diffuso a livelli preoccupanti.
Sembrerà una bazzecola, una cosa minore su cui noi si sta ricamando in maniera esagerata, ma da segnali del genere si scorge il baratro in cui sempre più ci stiamo infilando, con la progressiva perdita dell’identità di Roma, che si vede nei nasoni vandalizzati ed abbandonati, nei monumenti definitivamente consegnati ai graffitari, nel disinteresse generalizzato per i destini della città, a partire proprio da chi l’amministra.
Per dimostrare l’importanza dei simboli e la necessità che essi vengano preservati per mantenere un prestigio acquisito in passato, facciamo notare che quella che è ancora la prima potenza al mondo ha chiamato “Capitol” (da Campidoglio) la sede del suo Congresso. Inoltre sbirciando sulle banconote americane le si troverà infarcite di termini ed espressioni latine, perché da sempre, e ancora oggi, dà prestigio ispirarsi a chi per secoli ha civilizzato e dominato il mondo allora conosciuto.
Ci permettiamo allora di suggerire al Sindaco Raggi, ma anche al suo vice Bergamo, nonché assessore alla cultura, ed alla (altrimenti inutile) presidente della commissione cultura Guadagno di dare qualche indicazione ai redattori delle pagine internet di Roma Capitale affinché si attengano quanto più possibile all’uso della lingua italiana. E se proprio vogliono provare a fare i “fichi” che comincino a provare con termini ed espressioni latine. Farebbero, e faremmo, tutti miglior figura.