Ma davvero gli stranieri non pagano le multe?

Riceviamo e rilanciamo

 

Caro diarioromano,

Vorrei condividere con voi e i vostri lettori una chiacchierata fatta con un autista di Uber a Londra. Era un ragazzo rumeno che aveva lavorato un annetto in Italia, credo come operaio edile, e da qualche anno sta lavorando con Uber a Londra.

Parlando della presenza di molti cittadini rumeni in Italia, gli ho detto delle tante autovetture con targa rumena che si vedono a Roma, soprattutto in alcune zone. Al che il ragazzo mi ha detto che la cosa viene fatta normalmente sia per risparmiare sulla polizza assicurativa, che in Romania è molto più a buon mercato che in Italia, sia per evitare di pagare eventuali multe. A suo dire infatti le autorità italiane non hanno collegamenti tali con quelle rumene da potergli girare le sanzioni amministrative affinché vengano pagate. Inoltre, sempre a suo dire, le compagnie assicurative si guardano bene dal risarcire eventuali sinistri causati in Italia, considerati i costi per un ricorso alla giustizia tra diversi paesi.

 

Che ci debba essere una qualche convenienza a detenere automobili con targa di alcuni paesi, soprattutto dell’est Europa, lo avevo capito, ma se quanto dettomi dal ragazzo fosse vero ci troveremmo di fronte ad una vera e propria truffa perpetrata da molti cittadini stranieri con la silente complicità delle istituzioni.

A detta del ragazzo anche in Gran Bretagna la situazione è la stessa ma per evitare certe furbate non viene concesso di detenere targhe straniere per più di tre mesi, pena il sequestro immediato del veicolo.

 

Chiaramente in questo caso, se le cose stessero davvero come descritto, i problemi deriverebbero dalle normative nazionali. Ma, mi chiedo, è possibile che ci siano così tanti veicoli in circolazione sulle nostre strade esenti da multe ed a forte rischio di non risarcire eventuali danni?

Magari voi una risposta riuscite ad ottenerla.”

 

Nel ringraziare per il contributo noi ci permettiamo di dubitare della veridicità di quanto raccontato dall’autista di Uber. Si tratterebbe infatti di una colossale disattenzione di tutte le forze dell’ordine, del Ministero dei trasporti e dello stesso Parlamento.

Vediamo se qualcuno ci aiuta a chiarire questo piccolo mistero.

 

 

AGGIORNAMENTO

Ci è stato segnalato da più parti che purtroppo il racconto riferitoci è veritiero. C’è anche un servizio di Milena Gabbanelli, uscito sulla sua DataRoom lo scorso marzo, che parla approfonditamente della cosa.

Prendiamo atto quindi dell’ennesimo pezzetto di illegalità che prospera beatamente a Roma (anche se il problema è nazionale). Non possiamo certo ascrivere questa cosa all’attuale amministrazione che però ha responsabilità sulla gran parte degli altri elementi che restituiscono un quadro cittadino disastroso.

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