Retake Roma è una realtà imponente e la sua dimensione è la diretta conseguenza della gravità della situazione nella capitale. Nessun altra città occidentale è ridotta come Roma e infatti in nessun altra città esiste una Onlus che si occupa solo di degrado. Come i blog antidegrado hanno visto la luce a Roma, così le associazioni di volontariato per il decoro sono un’idea nata qui.
Già questo dovrebbe far riflettere la giunta comunale che invece non riesce a dare la giusta priorità all’emergenza decoro e la considera una questione di marginale importanza.
Dopo la sconfitta alle elezioni municipali dello scorso 10 giugno, la Sindaca Raggi ha elencato tre questioni dalle quali far ripartire l’azione della sua amministrazione: decoro urbano, lavori pubblici e trasporti. Ma cosa intenda per decoro urbano non è dato sapere. Nel luglio del 2016 lanciammo una dura accusa contro il programma della Raggi appena pubblicato nel quale il decoro era stato dimenticato. Ecco cosa scrivevamo allora:
“Inoltre manca una delle emergenze più gravi di questa città: il decoro. Non una riga è stata dedicata alle bancarelle, alle scritte sui muri, ai vagoni della metro devastati, ai manifesti affissi ovunque, al verde totalmente abbandonato. Una mancanza gravissima per una Roma che è finita sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo proprio per la sua condizione di degrado senza pari. Sembra quasi che chi ha redatto il documento viva in un altro pianeta, fatto di una città bella, ordinata, priva di degrado.”
Non è elegante autocitarsi, lo sappiamo, ma ci perdonerete perché quell’articolo ci costò decine di insulti da parte di lettori grillini che ci hanno bollato come nemici senza capire che è solo dalle idee e dal confronto che nasce il buon governo e che plaudire il capo per fede porta diritti contro un muro.
Sono trascorsi due anni e Roma è ridotta peggio di sempre, i 5Stelle registrano un crollo dei consensi e la Raggi ancora prosegue con i “faremo”, “vedremo”…! Ecco allora che il ruolo di Retake e la sua esperienza maturata sul campo dovrebbero essere considerati seriamente dalla Sindaca.
Retake ha incontrato la Raggi a marzo e poco dopo le ha inviato un documento contenente 8 azioni per Roma. Ma nessuna risposta è mai arrivata. Eppure Retake conta 70 gruppi di quartiere, 40 mila iscritti ed è la rete di volontariato civico più importante in Italia. Se non risponde neanche a loro, la giunta a chi deve rispondere?
Il documento indica 4 emergenze (scritte vandaliche, affissioni abusive, aree verdi e aree giochi) e elenca una serie di azioni da compiere insieme. La Onlus, infatti, offre la propria collaborazione per la soluzione di ciascuna emergenza.
SCRITTE. Lamenta che dal 2016 non esiste più un servizio di Ama per la loro cancellazione. Che non si registra mai un impegno per individuare gli autori che sarebbe molto facile rintracciare dato che a ciascuna firma corrisponde un nome e cognome pubblicati su Facebook. Che non si fa alcuna attività di informazione e prevenzione nelle scuole. Che la Sovrintendenza è sorda sui deturpamenti di beni storici (per esempio Ponte Cestio) e che Atac si disinteressa dei treni della metropolitana ridotti ad una lavagna per graffitari. Retake offre alcune idee interessanti.
AFFISSIONI ABUSIVE. Anche in questo caso lamenta il totale disinteresse delle istituzioni per le migliaia di adesivi di traslocatori che nascondono un business illecito di sversamento di rifiuti nelle campagne di Roma. E poi le affissioni dei circhi (ai quali andrebbe concessa la licenza solo se rispettano le norme in tema di manifesti), l’applicazione del Prip (Il Piano Regolatore della Pubblicità) e le plance elettorali da rinnovare o eliminare.
AREE VERDI. Retake chiede una procedura più snella per i propri volontari che vogliano curare parchi e giardini (oggi occorrono permessi che si impantanano nella burocrazia) e l’assegnazione degli spartitraffico delle periferie per i quali è scaduta la convenzione e che oggi non sono seguiti né dai Municipi, né dal Servizio Giardini.
AREE GIOCHI. La gran parte – denuncia il documento – è chiusa e in abbandono. Retake si offre di riparare i giochi guasti e installare quelli presenti nei magazzini del Comune, a patto che vi sia un piano di manutenzione e vigilanza da parte dell’amministrazione.
Il documento poi prosegue chiedendo una serie di punti di collaborazione con Ama, con le partecipate (Atac, Acea, etc), una partnership con imprese private e l’entrata in vigore di un Regolamento per i beni comuni.
Insomma una serie di proposte concrete e offerte di collaborazione davvero interessanti per le quali il silenzio della giunta è davvero imbarazzante e, forse, offensivo.
C’è da dire che anche diarioromano e l’associazione bastacartelloni avevano ricevuto un trattamento simile. Il documento antidegrado presentato in campagna elettorale a tutti i candidati fu ignorato totalmente dai 5stelle (mentre Roberto Giachetti lo fece proprio inserendolo in parte nel suo programma). Senza voler mettere in concorrenza i due documenti, quello di Retake è certamente più orientato al volontariato mentre quello di bastacartelloni è più organico, rivolto a soluzioni concrete che l’amministrazione deve prendere da sola. Entrambi i documenti chiedono che la Sindaca nomini un responsabile per il decoro che risponda direttamente a lei.
In dettaglio il testo di Retake dimentica uno degli aspetti fondamentali del degrado romano che è quello delle bancarelle presenti sui marciapiedi di ogni strada commerciale. E forse manca una visione complessiva del movimento antidegrado. Fare pressione sul Campidoglio insieme ai blog e alle altre associazioni può mostrare un fronte compatto che rappresenta istanze avvertite da tantissimi che però non riescono ad organizzarsi.
La nostra stima per Retake è grande e la loro azione è stata davvero encomiabile ma, come abbiamo scritto altre volte, non può limitarsi ad organizzare eventi di pulizia. Senza “fare politica” non si otterranno risultati: è come svuotare il mare con un cucchiaio. E alla fine il rischio che i volontari si stanchino è molto concreto. Ecco perché azioni come questa del documento sono importantissime e indispensabili per costruire una speranza per il futuro.
Se la giunta resterà sorda anche a questo appello non si dovrà stupire se sarà ricordata come la peggiore dal dopoguerra.
2 risposte
Pulire non basta.
Pulire Roma è encomiabile, ma è la tela di Penelope…
E’ un bene entrare nel merito di concetti come complessità e ridondanza del sistema (dai media neppure sfiorati).
Un problema gigantesco è che si guarda agli effetti, non alle cause che producono certi effetti.
Quando si pulisce soldi sono già stati spesi, risorse consumate (con alta percentuale di sprechi, in un Paese con alta povertà relativa…) mentre il PIL del Paese è al 13% sommerso.
Chi lavora in nero, di certo non si preoccupa di rispettare le regole (evidenza mai messa in relazione a città -non solo Roma- sporche).
Anche la stessa raccolta differenziata -molto importante- non è sufficiente:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/27/plastica-il-riciclo-non-basta-la-priorita-e-ridurre-gli-imballaggi-usa-e-getta-italia-seconda-produttrice-in-ue/4452545/
Se non si avviano azioni concrete in tempi ragionevoli (costi ambientali ed economici a parte) chi ha il compito di amministrare perderà una grande occasione, non innescherà servizi di qualità, e giocoforza perderà consensi.
Giustamente ricordate che anche il volontariato rischia di stancarsi di coprire le mancanze di altri.
Gli spot al ghetto non sono sufficienti se ieri di fronte all’uscita da Piazza di Spagna c’erano sacchetti abbandonati alle 9 di mattina e alle 18 quei sacchetti erano ancora li…
O se i cartoni a Via del Babuino si raccolgono alle 14, mentre Roma è sommersa di turismo.
Se la situazione è questa in centro, si pensi a quanto si agisce meno in periferia.
Pulire non basta. Servono interventi sistemici, in grado di canalizzare il volontariato in modo organizzato e complementare alle azioni che aziende pubbliche e aziende private devono pianificare per lavoro. Un lavoro che non può che essere in miglioramento continuo (vedasi ultimo rapporto Bocconi per comuni al di sopra dei 150mila abitanti presentato due giorni fa al Forum Legambiente).
Roma deve avere più servizi e più occasioni di lavoro utile, in grado di indurre prevenzione e responsabilizzare tutti, dal Sindaco al turista che visita Roma mezza giornata, o al lavoratore trasfertista che parte da Frosinone, fa le sue ore, e torna a Frosinone.
O semplicemente, non se ne esce.
Il degrado è un effetto. Non la causa.
Grazie Rob per il suo contributo molto interessante. Si capisce che lei è esperto della materia e se volesse inviare le sue idee con un articolo/lettera saremo lieti di pubblicarlo