Non si sono ancora spenti gli echi di Spelacchio, l’imbarazzante albero di Natale che l’amministrazione Raggi allestì in piazza Venezia lo scorso anno, che è già ora di riparlare di quello che possiamo aspettarci per quest’anno sulla stessa piazza.

Come si ricorderà la storia di Spelacchio iniziò per causa della particolare bruttezza dell’albero, un grande esemplare di abete rosso donato dalla Magnifica Comunità di Val di Fiemme- Cavalese ma arrivato a Roma praticamente già morto a causa di un trasporto poco attento. Se con il buio l’illuminazione nascondeva un po’ le carenze dell’albero, di giorno esso appariva davvero triste facendo un effetto opposto a quello per cui era stato allestito.

La bruttezza dell’albero fu però ben presto superata dalle polemiche che scoppiarono alla notizia che l’albero era stato sì donato ma il suo allestimento era stato pagato 3 volte quanto speso l’anno precedente e con un affidamento diretto anziché una gara pubblica. Noi fummo tra i primi a chiedere conto della cosa all’amministrazione ma dal Campidoglio non è mai giunto uno straccio di spiegazione, a conferma che l’amministrazione M5S più che a Trasparenza e Partecipazione informa la propria azione alle parole Opacità e Verticismo.

Per settimane tutto il movimento 5 stelle si mobilitò per cercare di smontare le critiche estetiche a Spelacchio ma nessuno di loro, inclusi i vertici nazionali, si è mai degnato di fornire una spiegazione sui costi e l’oscura procedura amministrativa legati all’allestimento dell’albero.

Da incorniciare, tra le altre, la foto che l’allora senatrice Taverna, oggi vicepresidente del Senato della Repubblica (!?!), pubblicò sulla sua pagina facebook accompagnata dalla frase: “Alla faccia de chi ce vo’ male!“.

 

 

La vicenda di Spelacchio si concluse con lo smontaggio, anch’esso imbarazzante, dove l’assessore Montanari si produsse in una delle sue migliori rappresentazioni; un misto di incapacità comunicativa, irresponsabilità gestionale ma soprattutto di totale omertà sui problemi che pure la vicenda aveva fatto emergere da farci concludere come fosse ormai ora di rimandare a casa una tale irresponsabile (e finalmente pare esserci arrivato anche il Sindaco Raggi).

L’ultima su Spelacchio risale all’aprile scorso, quando dalla Val di Fiemme hanno fatto sapere di aver iniziato la lavorazione del legno dell’albero per farne una casetta che “… consentirà alle mamme di accudire i propri bambini in sicurezza e privacy“, qualsiasi cosa ciò voglia dire (questa cosa delle mamme e dei bimbi era stata una delle invenzioni della Montanari per rendere più digeribile la storia dell’albero).

 

Passando ai nostri giorni, la notizia è che agli inizi di giugno l’amministrazione romana ha pubblicato un “Avviso per la ricerca di manifestazioni di interesse volte a sostenere mediante liberalità la realizzazione del tradizionale albero di Natale in Piazza Venezia per le festività 2018“.

Bene, si dirà, finalmente anche a Roma non ci si riduce a ridosso del Natale per preparare l’allestimento dell’albero di piazza Venezia (lo scorso anno lo si fece a novembre!?!).

E invece pare che anche quest’anno l’amministrazione M5S non voglia farci annoiare, dandoci modo di esercitarci già sui primi atti emanati.

Leggendo infatti la determina dirigenziale relativa all’avviso si capisce che l’amministrazione anziché scegliere lo strumento della sponsorizzazione, come si fa normalmente un po’ ovunque in Italia e nel mondo, ha optato per l’atto di liberalità, altrimenti detto mecenatismo. L’iniziativa è stata presa dall’Assessore allo Sport, Politiche giovanili e Grandi Eventi cittadini, Daniele Frongia, il quale ha “… espresso l’indirizzo affinché tali realizzazioni siano attuate con ricorso allo strumento degli atti di liberalità, da parte di soggetti privati interessati a donare alla Città un simbolo particolarmente evocativo dei valori della solidarietà e della partecipazione comune;“.

La determina dice anche “che il relativo procedimento, in ragione della natura giuridica dell’istituto della liberalità, non assume carattere selettivo né comparativo di sorta;” e “che, conseguentemente, non trattasi di contratto di sponsorizzazione e pertanto non è applicabile alla fattispecie la normativa prevista dal Codice dei contratti pubblici;“.

 

Noi non siamo esperti di bandi e avvisi ma ci appare evidente come la decisione dell’amministrazione escluda qualsiasi ritorno economico per chi volesse finanziare l’allestimento dell’albero di Natale. In teoria sembrerebbe l’ennesima declinazione della decrescita felice tanto cara ad una parte del M5S, quella che vede il diavolo in qualsiasi operazione economica (salvo riuscire a dormire sonni tranquilli quando i propri referenti combinano porcate inenarrabili come quella dello stadio della Roma); in realtà vale la regola, particolarmente a Roma, che quando il ritorno economico non è chiaro molto probabilmente ve n’è uno nascosto, spesso indicibile e losco.

Inoltre la procedura pensata dal Gabinetto del Sindaco prevede una scelta totalmente discrezionale da parte dell’amministrazione: niente criteri di aggiudicazione e niente seduta pubblica per la decisione finale. Praticamente la scelta verrà fatta nelle segrete stanze del Campidoglio con la certezza che nulla trapelerà, né verrà fornita alcuna spiegazione (sempre sull’onda dell’Opacità e Verticismo di cui sopra).

 

Da voci informali giunteci pare ci fossero diverse grandi società pronte ad investire cifre anche considerevoli nell’operazione, affiancando all’allestimento dell’albero anche possibili attività ed eventi. Peccato che un tale livello di attività e di investimenti pare mal conformarsi con uno strumento come l’atto di liberalità.

D’altronde ci sarà pur un motivo se nelle altre grandi città italiane, Milano e Torino ad esempio, si ricorre alla sponsorizzazione.

A questa pagina è rintracciabile l’avviso pubblico del Comune di Milano che indica chiaramente tra le date il 5 settembre come quella in cui si terrà la seduta pubblica di aggiudicazione. Poi però quello della Trasparenza e Partecipazione sarebbe il M5S.

 

Vedremo come va a finire l’avviso pubblicato da Roma Capitale, in cui la scadenza per la presentazione delle “liberalità” è il 16 luglio. Noi già avvertiamo il rischio concreto di un flop totale o, in alternativa, dell’ennesima marchetta svenduta dall’amministrazione.

L’unica cosa che ci conforta è che il responsabile del procedimento è il dott. Francesco Paciello, un valido ed esperto dirigente di Roma Capitale che avemmo modo di conoscere, ed apprezzare, personalmente ai tempi della battaglia contro i cartelloni abusivi. Siamo sicuri che lui farà in modo che tutto avvenga secondo norma; peccato che il difetto qui stia alla base, nella decisione politica, ennesimo esempio di un governo cittadino inadatto ed indegno a gestire una città come Roma.

 

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