Molti anni sono passati dalla comparsa dei primi blog antidegrado, che davano voce al malcontento dei cittadini per lo stato di trascuratezza in cui versa Roma, coagulando il sentimento di vergogna di una comunità che si sentiva umiliata e offesa.
Cittadini che hanno saputo convertire la propria rabbia in voglia di reagire, di impegnarsi in prima persona: fu così che nacquero le prime azioni di pulizia dei muri, prima spontanee poi organizzate da associazioni come Retake Roma, gruppo fondato – non a caso – da cittadini italoamericani. Come tanti altri popoli, gli americani hanno un senso civico maggiore del nostro, una cultura fondata sulla fiducia nelle norme che regolano la convivenza civile. Non stiamo dicendo che tutti gli americani sono educati, colti e gentili, ma che – alla pari dei nostri vicini europei – hanno sviluppato un senso di appartenenza al territorio che si traduce nel rispetto delle regole e degli altri.
Insomma l’esatto opposto della cultura del menefreghismo che si esprime con la totale mancanza di senso civico e il disprezzo per le regole condivise. Che è appunto l’aria viziata che si respira qui a Roma. Noi ci siamo sempre considerati, a torto o a ragione, romani 2.0 che amano l’ordine e la bellezza. Ed abbiamo individuato alcuni temi, alcune problematiche impattanti sull’immagine della città e sulla qualità della vita dei residenti. Tre temi volutamente ignorati (perché impopolari) che riflettono la nostra idea di città.
- La presenza di graffiti sui muri
- L’uso indiscriminato dell’auto e la sosta selvaggia tollerata
- La proliferazione di cartelloni e bancarelle sui marciapiedi.
Se davvero amiamo Roma, perché la trattiamo così male? Purtroppo ci siamo abituati al degrado causato dagli stessi cittadini, rassicurati e blanditi dai media. Si crea così un circolo vizioso nel quale si ripetono sempre gli stessi argomenti, spacciati come fenomeni di rilevanza internazionale. E’ la sindrome del “Tutto il mondo ne parla”.
Qualche esempio?
L’albero spelacchio, la figuraccia internazionale delle buche, la vergogna rifiuti in strada, l’emergenza topi-gabbiani-cinghiali, lo scandalo delle baby borseggiatrici…………..
Per carità, tutti problemi serissimi che devono essere affrontati. Ma a ben vedere, spulciando nei vari siti d’informazione turistica, quasi non ve n’è traccia. Negli scambi di opinione tra turisti e viaggiatori, si fa riferimento alle strade sporche, ma soprattutto al traffico e ad argomenti meno battuti. A giudicare dal tenore dei commenti, il viaggiatore non è ossessionato dalle buche, e tende a minimizzare il problema dei rifiuti.
David, I’ve seen more trash (and rats) in San Francisco, New York City and some other American cities than I’ve seen in Rome.
Ecco un mito da sfatare: i turisti NON sono assillati dalle buche e dai rifiuti. Naturalmente ne parlano tutti i giornali, italiani e stranieri, le polemiche hanno varcato i confini nazionali. Ciò che tuttavia colpisce maggiormente i visitatori è la trascuratezza delle strade, la noncuranza degli abitanti verso il loro stesso territorio, il senso di disordine e incuria.
Riprendendo una vecchia domanda, formulata dall’edizione palermitana di Repubblica, siamo coscienti a Roma di essere sommersi dal brutto?
Sì, lo siamo. E inconsciamente crediamo sia vantaggioso: niente sforzi per la collettività, nessuna regola da seguire, zero multe e zero controlli: ‘na pacchia!
E quello che ne deriva, una città fatiscente e invivibile con l’eccezione del centro storico, pensiamo di vendercelo come la più bella del mondo, solo che i turisti non sono stupidi.
Navigando per la rete ci siamo imbattuti in una discussione sul sito TripAdvisor dall’eloquente titolo: ROME DIRTY? E’ interessante soffermarsi sui commenti per mettersi nei panni del turista e capire cos’è realmente rilevante per lui.
Sommariamente traduciamo: “Ho programmato un viaggio a Roma e in una settimana 3 persone che l’hanno visitata di recente mi hanno detto che è sporca. Ratti, graffiti e sporcizia dappertutto. Non so se hanno esagerato, così ho pensato di chiedere l’opinione di altri americani”
Una ragazza finlandese gli risponde: “Roma non è particolarmente sporca e nei miei cinque viaggi lì non ho mai visto un topo…I GRAFFITI SONO COMUNI ANCHE NEI QUARTIERI PIU’ CHIC e fanno parte della cultura italiana” (vecchio stereotipo che equipara le incisioni rupestri alle scritte vandaliche in vernice spray)
Un’altra turista: “Siamo stati a New York prima di andare a Roma. Ho visto topi sui binari a Manhattan, neanche uno a Roma. SONO RIMASTA COLPITA DALLA QUANTITA’ DI GRAFFITI CHE SI VEDONO ARRIVANDO COL TRENO DALLA PERIFERIA”
Un romano risponde: posso dirvi che Roma è davvero molto, molto sporca. Non da terzo mondo, ma può sembrarlo se comparata con le altre capitali (Parigi, Amsterdam, Berlino, etc.)
Di seguito un americano: “sono stato a Roma un sacco di volte, perché mi piace. L’ho girata a piedi, mai visto sporcizia, ratti e cose varie, solo GRAFFITI che non m’infastidiscono più di tanto.”
Ancora un americano: “Roma sta diventando sempre più sporca e bisogna fare qualcosa il prima possibile. A MILANO IL NUMERO DI GRAFFITI STA DIMINUENDO GRAZIE A UN TEAM DI VIGILI E AVVOCATI CHE HANNO CENSITO LE FIRME DEI VANDALI. PERCHE’ ROMA NON FA LO STESSO? (eh, ce lo chiediamo anche noi NdR)
Un utente richiama all’ordine:
“Ok c’è bisogno di un’iniezione di realismo. Vivo a Roma e sì, è più sporca di New York. Molto, molto più sporca. Se stai nella zona più turistica, è possibile che non te ne accorga.” E giù con una lista infinita di problemi: topi, caditoie stradali piene di rifiuti, zingari che rovistano nei cassonetti, nessuna tabella degli orari autobus, CI SONO GRAFFITI OVUNQUE. Incolpare i turisti è ridicolo” (pienamente d’accordo, NdR)
Veronica da Dublino: “La città è orribilmente sporca, con sgradevoli e antiestetici bidoni della spazzatura. I GRAFFITI RICOPRONO LA MAGGIOR PARTE DEI PALAZZI E DELLA METROPOLITANA. C’è scarsa manutenzione dei marciapiedi, STRADE E SPAZI PUBBLICI MISERAMENTE TRASCURATI.”
Autumn From Dallas: “Sono a Roma in questo momento. GRAFFITI DAPPERTUTTO, non necessariamente rifiuti per strada, MA LA CITTA’ E’ VISIBILMENTE TRASANDATA.”
Linda From Australia: “Sono stata recentemente a Roma e l’ho trovata COPERTA DI GRAFFITI”
Hubie from Florida: “TANTI GRAFFITI, UNA VALANGA. (Roma) non è pulita come vorrei, ma hey ci vivono loro, non io!”
Sentite Rudy: “Nei pressi del Vaticano e nella maggior parte dei luoghi turistici Roma è pulita, ma al di fuori di questo, Roma è molto sporca. UN SACCO DI GRAFFITI E SPORCIZIA. Questa è la mia prima volta a Roma. Non voglio offendere gli italiani, ma dal mio punto di vista, la periferia di Roma è proprio da terzo mondo. Scusa Roma questo è quello che hanno visto i miei occhi, ed è la mia onesta opinione.” Anche la nostra, ci verrebbe da dire.
Ecco un condensato del pensiero dei turisti – quelli veri, non quelli immaginari – che affollano la nostra città, milioni di visitatori provenienti da ogni parte del mondo che scelgono Roma come meta per le loro vacanze, contribuendo a creare ricchezza e posti di lavoro. Quale accoglienza riserviamo loro? Un accoglienza da incubo, a giudicare dalle recensioni dei turisti. Delusi e amareggiati: pensavano di trovarsi nella città dell’Arte e della Bellezza, della Cultura e del Buon Vivere. Si ritrovano catapultati in un abisso di sporcizia, disordine e mancanza di rispetto. Diretta emanazione e conseguenza dello stile di vita dei cittadini, della mentalità diffusa del ceto dirigente. La cafonaggine tollerata, perdonata, giustificata. Quel disinteresse per tutto ciò che è pubblico o estraneo alla sfera domestica (cit. Alessandro Campi) che si traduce in un ambiente urbano sciatto, degradato e privo di qualità estetica. E ci sembra già di sentire i commenti: “chissenefrega dell’estetica, i problemi so’ artri”. Detto da un popolo che sulla bellezza fonda la propria identità, suona ridicolo e insensato. Ma non ditelo ai politici né ai giornali: secondo loro i turisti rimangono scioccati dalle buche, dai rifiuti, dai cinghiali, dai venditori abusivi (che il più delle volte sono autorizzati dal comune). Non ci passa neanche per l’anticamera del cervello che i turisti rimangano delusi dal degrado dei graffiti e dalla maleducazione dei romani. E invece è così, facciamocene una ragione. E proviamo a cambiare e migliorare.
4 risposte
E che altro dovrebbero pensare gli stranieri? Ma gli occhi i romani ce li hanno solo per guardare ‘A ROMA ao stadio e BELEN in tivvu’…
INDEGNI DELLA NOSTRA CITTA’: onestamente non c’e’ citta’ al mondo (e qualcuna l’ho visitata) in cui si trovino tanta ignoranza, menefreghismo, strafottenza, arroganza, incapacita’ di migliorare, anche solo consapevolezza del proprio schifo…
UN POPOLO DI SCHIFOSI.
Sono nato a Roma e vivo qui..confermo totalmente ciò che ha scritto Claudio..inclusa la conclusione.
Non solo sporcizia, strade e mezzi fatiscenti, auto e motorini guidati da nerds e parcheggiati come a Bombay o Accra ma sono soprattutto gli abitanti ad essere patetici, pesanti, sfigati, perdenti, lagnosi….l’accento e la parlata romana sono di una volgarità e tristezza infinita …nella maggior parte dei bar o ristoranti ci sarà una buona probabilità che proveranno a fregarvi..ovviamente per due lire e per un atavico complesso di inferiorità e rivalsa ..non troverete quasi nessuno che parli inglese..meglio cosi perché quei pochissimi che provano a farlo fanno ridere i polli…unica zona con un certo numero di turisti è quella adiacente al Vaticano ..dentro lo Stato del Vaticano è OK..ma fuori ..accattoni e bande di zingari predatori, bottiglie ed escrementi sui marciapiedi e bar con camerieri questuanti che servono panini che, se consumati, vi faranno passare le vostre vacanze romane alla toilette……lasciate perdere meglio vederla sul web e andare in vacanza all’estero.
Vivo felicemente in un comune della provincia di Roma, sufficientemente lontano dalla città… Amavo Roma, considerandola una delle più belle città del mondo… l’amavo appunto perchè adesso quasi la detesto. E l’ho scoperto da poco, forse prima non me ne rendevo conto, riuscivo ad accettarla anche con le sue buche e la sua sporcizia. Ma il giorno in cui provando a fare cosa gradita ad una coppia di cugini americani, in visita per una settimana a Roma, decidevo di portarli in città per un giro turistico, scattava una molla che mi faceva realizzare quanto fosse ormai inaccettabile quello che si presentava davanti ai nostri occhi,
Decidevo come prima meta di far loro osservare la città dall’alto, quale posto più appropriato del Gianicolo?..In auto Iniziavamo così a salire in alto dal lungotevere, per giungere rapidamente sotto il monumento equestre di Giuseppe Garibaldi, invitando gli ospiti a scendere per dare un’occhiata al panorama. Mentre mia cugina scendeva per uno sguardo fugace al paesaggio, il marito, americano purosangue rimaneva all’interno dell’auto, fino al nostro ritorno. Quando risalivamo in macchina per ripartire, i miei lobi auricolari venivano raggiunti dalla conversazione seguente: “Why didn’t you come down?”…”What was there to see in this place, it’s nothing but a junk of cars and wherever you look, you can see only degradation and written on the walls and monuments,…it seem to be at the Bronks!…” Una doccia fredda mi avrebbe fatto meno male della percezione di quelle parole, pronunciate da chi dopo pochi minuti avrebbe manifestato il desiderio di essere riportato a casa. Sulla strada del ritorno non proferivo più parola, sentendomi mortificato e profondamente umiliato. All’indomani gli ospiti che dovevano rimanere a Roma per una settimana, venivano prelevati da un tour operator che li avrebbe condotti in Toscana…P.S. Mi piacerebbe molto che questo mio commento venisse letto da Virginia Raggi…