Che il commercio romano sia mediamente di qualità scadente non lo scopriamo certo noi. Sarà per questo che certi figuri venuti da fuori ci si sono trovati a meraviglia ed hanno creato un vero e proprio impero del degrado ambulante (non facciamo nomi, immaginateli voi).
Vi è in particolare il settore della somministrazione, soprattutto bar, pizzerie e affini, che pare avere una sorta di allergia alle cose di qualità, che si tratti dell’estetica e degli arredi dei locali o dei cibi e bevande offerti. A questa tendenza non sfuggono purtroppo neanche gli innumerevoli locali del centro che, a dispetto della localizzazione in posti spesso prestigiosi, mediamente offrono un servizio mediocre. Non che manchino le eccezioni, ma in generale l’impressione è che la concorrenza non si faccia sulla qualità e prestigio ma bensì sui prezzi, cosa che porta ad uno scadimento generale.
Va anche tenuto conto del fatto che il turismo non aiuta nella ricerca della qualità, soprattutto il turismo a cui hanno puntato le amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi decenni, un turismo fatto di numeri sempre più grandi di arrivi, basse permanenze e scarse capacità di spesa (per questo chi scrive, ogni volta che il Comune gioisce per l’aumento del numero dei turisti, mette mano alla pistola).
Questo continuo tentativo di accaparrarsi clienti, che un commercio sano esprimerebbe cercando di migliorare la qualità della propria offerta, a Roma si realizza sempre più spesso con il tracimare dei locali sulla strada, con tavoli e sedie laddove possibile (autorizzati o meno, tanto non fa differenza), oppure con treppiedi, menù, botti, statue o qualsiasi altra cosa dia una qualche visibilità al locale.
Dei treppiedi esposti in strada con i menù ce ne eravamo già occupati. Ora vogliamo mostrare l’usanza che si sta diffondendo sempre di più di appendere cartelli di ogni genere sulle pareti esterne dei locali.
Quelle che seguono sono alcune immagini prese in zona Prati ma come ognuno può verificare, questa tendenza sta ormai interessando la città tutta.
Un altro paio di immagini da via del Corso. Stesso malcostume.
Qualche tempo fa vi è stato un intervento della PLRC presso un locale dell’Esquilino che ha portato alla rimozione di un grosso numero di cartelli che erano stati affissi dall’esercente sulle pareti esterne. Qualcuno fece notare che vi erano cose ben più gravi di cui la PLRC avrebbe dovuto occuparsi e questo è innegabile. Ma è altrettanto innegabile che lo stato pietoso in cui versa la città di Roma non è dovuto a pochi eventi catastrofici, bensì ad un lento scadimento dei comportamenti dei cittadini, con piccole infrazioni o illegalità che si sono stratificate fino a formare la montagna di degrado che ormai sommerge la città. È la nota storia delle finestre rotte, quella che spiega come si possa passare da un vetro rotto ignorato a reati anche gravissimi.
Per questi motivi noi vorremmo proprio che tutti questi cartelli appesi alle pareti esterne dei locali fossero fatti sparire ed a questo scopo vogliamo rilanciare l’idea di istituire poche pattuglie di vigili specializzati nel reprimere illeciti giudicati di minor conto, come questi cartelli, i treppiedi per strada, le chincaglierie dei negozi di souvenir, il malcostume delle bancarelle di appendere la merce agli ombrelloni, ecc. Noi siamo convinti che anche pochissimi agenti ma focalizzati su una serie specifica di illeciti potrebbe riuscire a dare un volto più dignitoso a tanti angoli della città.