Enrico Stefàno: ecco i miei progetti per traffico e mobilità. Dall’Area C all’aumento delle strisce blu

Nel numero in edicola di Quattroruote vi è una lunga intervista che, assieme al collega Roberto, abbiamo realizzato in Campidoglio con Enrico Stefàno. La riproponiamo qui di seguito e per chi fosse interessato ad approfondire, diamo la possibilità di ascoltare l’audio integrale del colloquio. Il presidente della Commissione Mobilità è persona che stimiamo molto e che – ad avviso non solo nostro – è certamente il miglior esponente di questa amministrazione. Per lui avremmo visto bene il ruolo di assessore alla Mobilità, ma per un problema di quote rosa la Sindaca diede l’incarico a Linda Meleo, certamente meno esperta e competente. 

Oggi Stefàno conduce la sua battaglia dalla commissione. Sui social, sono in molti a prendersela con lui non certo perché sia responsabile dello sfacelo attuale, ma solo perché è l’unico che risponde, che dibatte e ci mette la faccia. Insomma, in mezzo al vuoto complessivo della giunta 5stelle, Stefàno è in prima linea e come tale si prende oneri e onori. L’intervista scritta è ovviamente un riassunto delle novità principali e dei progetti in cantiere ma dall’audio si può ascoltare una serie di temi –  tra i quali i parcheggi, le preferenziali, il trasporto pubblico – che siamo sicuri susciteranno l’interesse di molti.         Filippo Guardascione 

 

 

Presidente, avete dichiarato guerra all’auto privata?

Guerra è un termine eccessivo, però puntiamo ad un ridimensionamento del mezzo privato perché Roma è una città con una sproporzione eccessiva tra abitanti e numero di veicoli: l’inquinamento, la congestione, la salute dei cittadini sono tutti problemi provocati dalle troppe macchine. E poi  la sicurezza stradale. Finché avremo 2 milioni di veicoli che si spostano più o meno contemporaneamente ci saranno sempre pericoli per le utenze deboli, per i pedoni, per i ciclisti.

Spesso si è costretti ad usare l’auto perché il trasporto pubblico non è all’altezza e non costituisce una valida alternativa.

Guardi che il trasporto pubblico ha delle enormi difficoltà anche per il numero esagerato di automobili che congestiona le tratte più importanti della nostra città. Penso a zone dentro la ZTL, a piazza Venezia, l’asse di Corso Vittorio, l’area di S. Giovanni. Quindi ridurre il numero di automobili circolanti significa favorire il trasporto pubblico, significa una corsa in taxi più economica, significa utilizzare più agevolmente le alternative che già vi sono, come il car sharing o lo scooter sharing.

Però se dai depositi Atac ogni giorno esce il 70% dei mezzi previsti questo prescinde dal traffico privato.

Purtroppo c’è una flotta vecchissima e abbiamo stanziato i fondi per rinnovarla.

E poi ci sono i bus che ogni tanto prendono fuoco.

Come detto la flotta è vecchia, per anni non si è comprato neanche un autobus e adesso si paga lo scotto. Ma abbiamo invertito la tendenza: ATAC si appresta ad acquistare nuovi bus, anche se la gara è andata deserta, lo faremo attraverso la piattaforma Consip. Il prossimo anno arriveranno 250 nuovi mezzi. In più andremo a recuperare i minibus elettrici che oggi sono fermi nel deposito di Trastevere e che offrivano fino a qualche anno fa un servizio puntuale all’interno del centro storico.

Probabilmente non è abbastanza per convincere i romani a lasciare l’auto a casa. Tanto che molti ritengono punitivo l’aumento delle tariffe per la sosta sulle strisce blu fino a 3 euro l’ora.

L’aumento della sosta tariffata arriverà il prossimo anno quando avremo già “portato a casa” l’apertura della stazione metro di S. Giovanni che di fatto mette a sistema gli oltre 20km della metro C. Roma ora ha una metropolitana che può contare su tre linee con una connessione diretta tra di loro. Poi c’è il corridoio filoviario Laurentino, che dopo 10 anni abbiamo sbloccato e aprirà a gennaio. Ma non basta: da qui alla fine dell’anno andremo a realizzare o proteggere diverse nuove corsie preferenziali su alcuni assi importanti come via Emanuele Filiberto, via Principe Eugenio, via Napoleone III, viale Libia, viale Eritrea.

Quindi a chi vi dice che è un provvedimento per far cassa rispondete che…..

Che non è così e i dati ci confortano. Si fa più cassa con gli abbonamenti, perché si è portati a abusarne grazie alla tariffa flat di 70 euro mensili e 4 euro l’intera giornata. E poi lo sa perché l’abbonamento sulle strisce blu è dannoso?

Perché?

Perché se io occupo quello stallo 12 ore proprio in virtù dell’abbonamento, impedisco ad altri di poterne usufruire. Tanto è vero che in un futuro più lontano pensiamo, solo in alcune strade, a fare tariffazione pura senza eccezioni per i residenti; penso agli assi più commerciali come via Cola di Rienzo dove è proprio necessaria una rotazione degli stalli.

I commercianti vi salteranno addosso!

Gli faremo capire che andrà a loro vantaggio. Che se nello stesso spazio di due auto io metto rastrelliere per le bici o una fermata bus, i numeri dei loro potenziali clienti saranno ben maggiori.

Le si potrebbe obiettare che durante l’epoca Marino lei, insieme al gruppo 5stelle, votò contro i rincari per la sosta tariffata. Perché adesso ha cambiato parere?

Diciamo anzitutto che le condizioni della città, per quel che ho detto all’inizio, sono sicuramente diverse. Ad esempio la metro C ha aperto e quindi vi sono più alternative rispetto al passato e questo ci ha portato a rivedere il nostro giudizio.

In realtà la città sembra peggio di prima.

Peggio non direi e comunque va detto che all’epoca il voto non fu secco sulla sosta tariffata bensì su tutto il PGTU, dove vi erano anche altre cose che ci vedevano meno d’accordo.

L’altro grande provvedimento di cui dobbiamo parlare è l’area C o come la chiamerete. Anche qui si sono sollevate critiche e paure soprattutto di chi teme di non poter più usare l’auto.

E’ una grande sfida ma ne siamo convinti. Un’area C delle dimensioni di quella di Roma non ha eguali nel mondo: circa 29 km quadrati, una media città italiana di 400.000 residenti; però il principio anche qui non è né fare cassa né impedire alle persone di spostarsi ma esattamente il contrario: garantire l’accessibilità a tutti. E’ chiaro che andare tutti nelle zone centrali della città con l’automobile è impensabile.

Concretamente come dovrebbe funzionare?

La nostra idea di congestion charge non è quella di un pagamento secco ma, riprendendo un principio molto interessante che era contenuto nel PGTU, è quella di dare una serie di bonus ai cittadini, un numero di accessi gratuiti superato il quale occorre pagare.

Avete già un’idea del numero?

E’ ancora presto ma si parlava di un centinaio di bonus l’anno.

Metà dell’anno si potrà andare al lavoro in macchina e l’altra metà col mezzo pubblico?

Guardi provo a semplificare: i giorni feriali in un anno sono circa 200. Se io mi metto d’accordo con un mio collega e un giorno prende la macchina lui ed un giorno io non paga nessuno. La città ne beneficia perché ho tolto un veicolo dalle strade, quindi la qualità dell’aria è migliorata, taxi e bus più veloci e così via. Ma di fatto nessuno ha pagato.

Le tecnologie potranno aiutare?

Moltissimo. E’ qualcosa che stiamo ancora studiando ma potrebbero esservi delle app come Moovit che possono certificare se l’automobile ha più di tre occupanti, anche qui prevedere delle esenzioni o delle agevolazioni.

Un’ultima cosa. People Mover a Bufalotta. Non si farà più dopo le proteste dei comitati?

Diciamo che vogliamo valutarne tutti insieme costi e benefici senza nessuna preclusione. Io dico sempre: non siamo innamorati di nulla, l’importante è far bene per la città. Ci metteremo tutti intorno ad un tavolo, chi ha pensato questa proposta e chi la contrasta, per capire dov’è il punto d’incontro.

 


 

 

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