Oggi è la “Giornata Mondiale del Ricordo delle vittime della strada” istituita dalle Nazioni Unite nel 2005.
C’è un sito internet dedicato a questa giornata e nella sezione italiana così la descrive:
“Perché la Giornata Mondiale del Ricordo?
La Giornata Mondiale del Ricordo delle vittime della strada (WDR) viene osservata la terza domenica di novembre di ogni anno in un numero crescente di Paesi in tutti i continenti del mondo. Questa giornata è dedicata a ricordare i milioni di persone uccise o ferite sulle strade, le loro famiglie e le comunità, e al contempo a rendere omaggio ai componenti delle squadre di emergenza, agli operatori di polizia e ai sanitari che quotidianamente si occupano delle conseguenze traumatiche della morte e delle lesioni sulla strada.
Perché c’è bisogno di questo giorno?
La morte e i ferimenti sulla strada sono eventi improvvisi, violenti, traumatici, il cui impatto è di lunga durata, spesso permanente. Ogni anno, milioni di nuove persone ferite o a lutto, provenienti da ogni angolo del mondo, si aggiungono ad innumerevoli altri milioni di persone che già soffrono a causa della strage stradale.
Il peso del dolore e dell’angoscia sperimentati da questo numero enorme di persone è ancor più grande per tante ragioni: in primo luogo, perché molte delle vittime sono giovani; secondariamente, perché molti degli incidenti avrebbero potuto, e quindi dovuto, essere evitati; infine, perché il sostegno offerto alle vittime e ai loro familiari è spesso inadeguato ed evidenzia insensibilità e inefficacia di fronte alla perdita della vita o della qualità della vita.
Questa particolare Giornata del Ricordo ha lo scopo di rispondere al grande bisogno delle vittime della strada che vi sia un riconoscimento pubblico della loro perdita e della sofferenza (si vedano i messaggi e i pensieri scritti dalle vittime).
Questo giorno è diventato anche uno strumento importante per i Governi e tutte le persone che operano nel campo della prevenzione dei sinistri stradali e dell’intervento sulle conseguenze, in quanto offre l’opportunità di evidenziare l’enorme portata e l’impatto dei morti e dei feriti sulle strade e l’urgente necessità di un’azione concertata per fermare la strage.”
L’esistenza di questa giornata l’abbiamo appresa dal sito internet di Roma Servizi per la Mobilità, che oggi la ricorda in copertina. Confessiamo però che questo richiamo l’abbiamo trovato quasi beffardo, considerando che solo ieri moriva l’ultimo pedone travolto sulle strade romane. Si tratta di un’anziana signora di 77 anni, travolta mortalmente da uno sccoter in via Tina Pica.
A dimostrazione poi che quello di ieri non è un caso fortuito, vi sono i tre (TRE!?!) investimenti di pedoni di due giorni fa, venerdì 16 novembre, con le tre vittime ricoverate in ospedale in codice rosso.
Prosegue quella che già nel 2015 chiamammo la mattanza pedonale a Roma quindi, senza che qualcuna delle istituzioni mostri di avvertire l’estrema gravità della cosa. Il fatto poi che il sito internet del Comune di Roma non ricordi questa giornata può significare due cose: o ci si vergogna di essere uno dei comuni europei (mondiali?) con i numeri peggiori in termini di incidenti stradali gravi, oppure semplicemente un tale non invidiabile record è del tutto ignorato (propenderemmo purtroppo per la seconda ipotesi).
“… urgente necessità di un’azione concertata per fermare la strage” recita la pagina della Giornata Mondiale del Ricordo delle vittime della strada, ma qualcuno ha visto a Roma tracce di questa “azione concertata”?
In teoria vi sarebbe una “Consulta Cittadina per la Sicurezza Stradale” a Roma. Noi fin dagli inizi segnalammo forti dubbi sull’utilità dei suoi primi passi e passato poco più di un anno dalla sua istituzione né se ne sente parlare né si vede uno straccio di risultato delle oltre 100 proposte a suo tempo presentate.
Stando ad un recente post sulla pagina facebook della Polizia Locale Roma Capitale, vi sarebbero “Polizia Locale e Consulta cittadina uniti per la tutela dei pedoni“.
Questo post parla di “Controlli mirati e sanzioni per la mancata precedenza ai pedoni o per soste irregolari sugli attraversamenti e passaggi pedonali, ma anche per comportamenti che limitano la fruibilità delle strade cittadine da parte di persone con disabilità. Un’opera quotidiana a tutela delle fasce deboli portata avanti dai nostri agenti, dalle zone del centro ai quartieri periferici della Capitale, e sostenuta attivamente dalla “Consulta per la sicurezza stradale e la mobilità dolce“.
E ancora “Dall’inizio dell’anno, con i controlli eseguiti dai nostri agenti a tutela delle categorie fragili, sono state elevate oltre 70.000 sanzioni per il mancato rispetto delle principali norme del Codice della Strada“.
70.000 sanzioni è un po’ generico e fa venire il dubbio che la stragrande maggioranza di esse siano per la generica sosta vietata. Inoltre fanno circa 192 sanzioni al giorno, quasi 13 in ognuno dei 15 municipi romani. Considerata la situazione di generico mancato rispetto del codice della strada che caratterizza le strade romane, 13 verbali al giorno per Municipio è un numero che da solo chiarisce quanto misera sia l’azione repressiva della Polizia Locale.
Peraltro noi a giugno scorso ci siamo impegnati a cercare di capire quale fosse l’impegno della Polizia Locale nella protezione delle strisce pedonali ed avevamo concluso che i vigili sono i primi a non considerarla una priorità.
A dire la verità qualche vigile che il problema lo conosce ed avrebbe qualche buona idea per risolverlo c’è pure, ma evidentemente deve rimanere poco ascoltato nella categoria.
Celebriamo allora questa “Giornata Mondiale del Ricordo delle vittime della strada” nell’indifferenza media generale e prepariamoci a registrare il prossimo morto ammazzato sulle strade romane, a breve.
Nulla cambia se non si cambia qualcosa.