In occasione dell’intervento della Sindaca al Quadraro, dove sono state sgomberate una serie di villette abusive appartenenti all’entourage del clan dei Casamonica, abbiamo plaudito alla cosa auspicando che questo fosse il primo dei segnali di svolta dell’amministrazione Raggi verso un effettivo ristabilimento della legalità a Roma.
Nel prossimo futuro vedremo se questa svolta c’è stata, dopo che per quasi due anni e mezzo abbiamo purtroppo assistito addirittura ad un deciso peggioramento del livello di rispetto delle norme nella nostra città.
Sulla materia degli impianti pubblicitari, ad esempio, l’amministrazione continua a dimostrare un totale disinteresse al far west che ha ripreso vigore come ai tempi di cartellopoli, come abbiamo documentato l’ultima volta qualche giorno fa.
Anche riguardo il commercio ambulante sembra che il clima continui ad essere improntato al solito volemose bene, con bancarelle un po’ ovunque che invadono in maniera eccessiva i marciapiedi, sempre accompagnate da indecenti furgoni parcheggiati in libertà e mai sanzionati.
In tema di commercio ambulante c’è per noi un caso emblematico che rappresenta una cartina di tornasole per capire se l’amministrazione vuole veramente far valere la legge o se si accontenta di fare ogni tanto un po’ di fumo per i suoi elettori, senza però pestare troppo i piedi alle lobby cittadine.
Ci riferiamo alla postazione di vendita delle caldarroste posizionata all’angolo tra via Condotti e piazza di Spagna. Da qualche giorno su via Condotti sono state accesse le luminarie ed ovviamente il banchetto delle castagne è sempre al suo posto (ora che è inverno così come a ferragosto).
Ebbene sono passati ben 3 anni da quando il Corriere romano rese nota la storia di questo miracoloso banchetto, storia che anche noi rilanciammo. In sintesi, nel 1996 il Comune si accorge di tutta una serie di postazioni ambulanti non più autorizzate e ne decreta la decadenza; tra queste postazioni c’è anche quella di piazza di Spagna ed i titolari ricorrono al TAR chiedendo la sospensione cautelativa del provvedimento. Il TAR accorda la sospensione, per evitare un pregiudizio economico all’esercente in attesa di valutare la questione nel merito, ma gli uffici del Comune “si dimenticano” di costituirsi in giudizio!?! In questo modo il merito del provvedimento non è mai stato discusso dal TAR e le bancarelle hanno tirato avanti per decenni, fino ai nostri giorni.
Sono ben 22 anni quindi che una postazione ambulante di cui è stata decretata la decadenza continua ad operare senza che qualcuna delle istituzioni si senta in obbligo di chiarire la cosa. Peraltro va sottolineato che questa postazione, nonostante sia situata nel luogo commercialmente più di valore di tutta Roma, paga il solito ridicolo canone di occupazione di suolo pubblico, ossia qualche centinaio di euro l’anno (equivalente molto probabilmente agli incassi di pochi giorni, forse anche uno solo), laddove gli esercizi commerciali attigui pagano affitti di centinaia di migliaia di euro l’anno.
La competenza per cercare di sbrogliare il pasticcio del castagnaro di piazza di Spagna sarebbe in capo al Municipio I, ma, considerato il disinteresse dimostrato negli anni, da tempo sarebbe giunta l’ora che la cosa fosse affrontata direttamente dall’assessorato comunale che può senz’altro intervenire sulle questioni del commercio in caso di latitanza dell’istituzione competente (ossia il Municipio stesso).
Perché allora l’assessore Cafarotti non affronta la questione magari cogliendo l’occasione e procedendo finalmente con la prosecuzione del lavoro del tavolo del decoro, quello che portò al trasferimento di tante bancarelle prima posizionate ai Fori, al Colosseo e nel Tridente?
In realtà, considerata l’importanza economica ed il fatto di rappresentare uno dei simboli di un certo modo di fare commercio a Roma (se non andiamo errati la postazione di caldarroste di piazza di Spagna è stata la prima aperta dal fondatore della dinastia dei Tredicine), a nostro avviso dovrebbe essere la stessa Sindaca a chiedere di far luce su questa storia opaca, chiarendo una volta per tutte se il titolo concessorio di quel banchetto è valido o se si tratta di un colossale e plateale abuso.
Da sottolineare che recentemente in molti si sono scandalizzati per l’assegnazione di ulteriori postazioni ambulanti della festa della Befana di piazza Navona alla famiglia Tredicine. Noi abbiamo preferito non parlarne perché si tratta dell’ennesima conseguenza del peccato originale commesso lo scorso anno dall’attuale amministrazione, allorché ha rinnovato il bando della festa della Befana mantenendo la dicitura di “fiera” e così facendo confermando il valore enorme dell’anzianità nell’assegnazione delle postazioni. Nulla di anomalo quindi nel fatto che siano sempre gli operatori tradizionali della festa, ossia in gran parte i membri della famiglia Tredicine, a risultare i primi nelle graduatorie.
Chi invece volesse davvero mettere alla prova della legalità quella famiglia così chiacchierata, potrebbe ben farlo andando a fondo una volta per tutte sulla storia del banchetto di piazza di Spagna. Intendiamoci, non stiamo qui affermando che esso costituisca un abuso, bensì che da 22 anni continui ad operare sulla base di una sospensiva cautelativa del TAR che però avrebbe richiesto prima o poi un giudizio di merito, ossia una valutazione completa della correttezza o meno del provvedimento di decadenza emanato nel 1996.
Per chissà quale strambo motivo il Comune al tempo “dimenticò” di costituirsi in giudizio, cosa questa sì alquanto anomala, concedendo di fatto un privilegio enorme al fortunato titolare del banchetto.
Si appassionerà la Sindaca a questa storia che appare minore ma che ha un grande valore simbolico in tema di legalità e rispetto delle regole da parte di tutti?
Noi il nostro dovere di segnalare, ricordare e poi ricordare di nuovo, cerchiamo di farlo, anche sulla base dello spirito collaborativo che la Sindaca ha proposto subito dopo la sua recente assoluzione. Sinceramente tutta questa nuova collaborazione con i cittadini da parte dell’amministrazione, e tantomeno della Sindaca, continuiamo a non vederla.
Una risposta
Ce ne sono infiniti di esempi di questo genere, mi capita di passare spesso la sera su lungotevere Tebaldi (zona Via Giulia), dove da anni imperversano i parcheggiatori, altra piaga della citta’.
Ma sembra che non interessi a nessuno…