Bancarelle inamovibili, nonostante i proclami del Sindaco

Finalmente la stampa cittadina si sveglia da un torpore di anni e si accorge che in alcuni dei luoghi più preziosi di Roma stazionano quotidianamente orridi banchetti.

In questo caso il risveglio è stato di Repubblica, che qualche giorno fa ha pubblicato articolo e foto incentrati sui due storici, ma non per questo meno scandalosi, urtisti che impallano la vista di Fontana di Trevi.

 

Noi nel nostro piccolo ci torniamo periodicamente sull’argomento (qui l’ultima), per mostrare schifezze che durano da decenni senza che apparentemente qualcuna delle istituzioni si mostri scandalizzata. Nessuna voce si ode dal Municipio (a parte la solita benemerita ma purtroppo isolata consigliera Naim) né tantomeno dal Comune, dove il non più nuovo assessore Cafarotti si è finora distinto per il nulla più assoluto.

 

Ovviamente le reazioni che un pezzo di Repubblica può produrre sono ben altra cosa rispetto a quelle dei nostri articoletti, per quanto l’attuale amministrazione abbia raggiunto vette di disinteresse per l’opinione pubblica mai viste prima.

Ed infatti all’articolo sulle postazioni a Fontana di Trevi sono seguite le dichiarazioni del Sindaco Raggi che si è prodigata nel magnificare il lavoro “certosino” del tavolo del decoro, preannunciando a breve dei risultati di cotanto sforzo.

Purtroppo come hanno ormai imparato tutti i romani dotati di buon senso, la distanza tra le roboanti dichiarazioni del Sindaco e la realtà è sempre abissale.
La verità è che il tavolo del decoro non deve aver fatto proprio nulla in questi quasi tre anni di amministrazione M5S se è vero, come è vero, che nessuna postazione ambulante è stata spostata in centro storico grazie al lavoro del tavolo.

La cosa grave è che oltre a non far nulla per riportare un po’ di decoro in centro storico, l’attuale amministrazione ha scientemente bloccato il lavoro iniziato dall’amministrazione precedente, quello che aveva portato allo spostamento delle bancarelle dai Fori e dal Tridente, ed addirittura ha autorizzato nuove bancarelle in centro storico.

Vedremo se questa benemerita sollecitazione di Repubblica costringerà l’amministrazione a fare qualcosa in questo campo. Noi ci crediamo poco, avendo preso atto a più riprese degli strettissimi legami tra il M5S e la categoria degli ambulanti. Sarebbe comunque buona cosa che Repubblica non lasciasse cadere la cosa per magari riprenderla tra un paio d’anni.

Al Sindaco che a parole si mostra così vogliosa di fare qualcosa senza però ledere i diritti degli ambulanti, suggeriamo di partire dalla postazione di vendita delle caldarroste di via Condotti angolo piazza di Spagna, il caldarostaro più prestigioso del mondo. Ebbene, come abbiamo scritto a più riprese, a noi risulta che quella postazione fosse stata revocata nel 1996 e che continui ad operare in virtù di una sospensiva del TAR mai discussa nel merito (per “dimenticanza” del Comune). Si tratta di un’indagine veloce veloce che non necessita di nessun coinvolgimento del tavolo del decoro.

Può il Sindaco far sapere a stretto giro?
E magari può Repubblica chiedere con la forza che ha?

 

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Una risposta

  1. Stiamo subendo un attacco mediatico senza precedenti da voi giornalisti che ricorda da vicino la caccia alle streghe o il Mcartismo americano degli anni della guerra fredda per non andare oltre vista la comunità al quale apparteniamo siamo accusati di tutto ciò che non funziona nella capitale siamo accusati di “evasione fiscale” di orribili bancarelle di corruzione e quant’altro l’odio antisemita nasconde fra le pieghe dei benpensanti e degli arrivisti come certo giornalismo d’assalto e sensazionalistico. Ribadiamo con voce altera che le nostre concessioni sono in certi casi centenarie che siamo autorizzati dal comune con regolari licenze di stazionamento rigorosamente assegnate. Siamo stati già duramente penalizzati dalla giunta dell’ex sindaco Marino che nel 2015 ci ha letteralmente cacciato dalla zona del Colosseo assegnandoci 21 soste completamente improduttive e quindi ad oggi abbandonate con gravissimi danni economici per noi operatori. Abbiamo un tessuto fatto di abusivismo dilagante per il quale le autorità sono impotenti e facciamo noi da capro espiatorio alla loro inefficienza. Lo ribadisco a lettere chiare ci confondete con i poteri sporchi dei quali non abbiamo nulla a che fare e forse per questo che siamo continuamente offesi nella nostra dignità di lavoratori. A certi giornalisti rispondo che i vostri articoli le vostre foto che ritraggono momenti di regolarità o criticità (mentre allestiamo i banchi) vengono strumentalizzati per condizionare i pareri dell’opinione pubblica a nostro sfavore. Attenzione arriveranno le querele arriveranno le nostre reazioni e sicuramente in questa fase nell’ambito della civile convivenza.
    Cordiali saluti

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