Per uscire dal pantano corruzione ci vuole buona amministrazione

Marcello De Vito e Daniele Frongia (M5S)

 

Altro che congiunzione astrale come ripeteva l’avvocato di Marcello De Vito in una delle intercettazioni telefoniche. Quella che ha travolto il Campidoglio è una tempesta perfetta, con venti che hanno cominciato a soffiare sempre più forte. Prima hanno buttato giù il presidente del Consiglio Comunale, poi hanno investito – anche se di striscio – l’assessore allo Sport, Daniele Frongia che ieri è stato iscritto nel registro degli indagati.

Sommati alle tante inchieste di queste ultime settimane, i provvedimenti della magistratura stanno portando alla luce un nuovo sottobosco, forse meno florido del mondo di mezzo di Mafia Capitale, ma non meno inquietante. In radio o in tv i commentatori hanno ricordato gli arresti di Lanzalone, presidente dell’Acea incaricato direttamente dalla Raggi; di Marra, ex braccio destro della Sindaca. Ma occorre puntare lo sguardo all’Ama, che è finita nel mirino dei giudici per le troppe opacità di questi ultimi mesi, a partire dal bilancio che non si riusciva ad approvare. E poi il direttore generale del Campidoglio, Franco Giampaoletti per le pressioni sempre sul caso Ama, passando per il commissario dell’Ipa Franco Serini, uomo di fiducia dei 5Stelle oggi a processo per corruzione nel caso Stadio della Roma. Insomma la “Casa di vetro” promessa dai grillini, l’apriscatole che esponevano in Parlamento e le arance portate in aula Giulio Cesare non hanno portato bene.

 

La Raggi, dunque, si deve dimettere come chiede l’opposizione? Se le dimissioni dovessero arrivare, non dovrebbero essere provocate dal terremoto giudiziario ma dalla cattiva amministrazione. La giunta 5stelle è la prima nel dopoguerra ad essere monocolore ed avere un ampio margine di consiglieri. Con queste premesse avrebbe potuto e dovuto curare in profondità i mali cronici provocati proprio dalle consorterie. E invece non solo non l’ha fatto, ma anzi questi mali si sono ingigantiti. Pensiamo alle tante piccole lobbies che dettano legge in città: solo per citarne alcune i tassisti, le ditte di cartellonistica pubblicitaria, i bancarellari. Nessun provvedimento è stato preso per l’interesse pubblico ma solo per tutelare queste categorie. E così non appena si è parlato di aggiungere nuove licenze di taxi si è fatta macchina indietro per non indispettire un forte bacino di voti. Stessa cosa per i cartelloni pubblicitari dove una riforma era pronta e in attesa di essere applicata ma si è preferito rivederla da capo per rimandarne alle calende greche l’applicazione.

E poi le bancarelle. E’ di questo che vogliamo parlare con maggiore attenzione oggi. Tutte le decisioni prese fin qui sono state tese solo a fotografare lo status quo, fatto di banchi invasivi che offendono il decoro, intralciano il traffico, impediscono il passaggio dei pedoni, fanno concorrenza sleale ai negozi, evadono il fisco. La delibera Coia sull’ambulantato ha cristallizzato una situazione che non ha eguali in occidente. L’unica eccezione è stata lo spostamento dei banchi da via Tuscolana e forse (neanche è sicuro) nelle prossime settimane la delocalizzazione da via Tiburtina a via Filippo Meda. Per il resto, dalle periferie alle zone pregiate del centro storico, nulla è cambiato. Anzi è peggiorato.

Eppure i 5stelle avevano tre strumenti importanti da applicare: la direttiva Bolkestein che avrebbe messo a bando le licenze da ambulante. Il Piano Generale del Traffico licenziato da Marino che prevedeva lo spostamento di chi si trova in contrasto con il Codice della Strada e il Tavolo del Decoro, avviato nel 2014 dall’assessore dell’epoca Marta Leonori e dimenticato. Sarebbe bastato usare uno o più di questi strumenti per ridare dignità alle strade romane.

 

Solo in queste ore sembra che la Sindaca sia finalmente intenzionata a dare seguito al Tavolo del Decoro. Servì, durante l’amministrazione Marino, a spostare camion bar e urtisti dalle aree più turistiche. Poi il nulla!

Forse si riapre uno spiraglio: l’8 aprile prossimo si terrà una prima riunione tra Campidoglio, Sovrintendenze, Regione Lazio e operatori per individuare le aree dove potrebbero essere spostati i banchi che oggi coprono il Pantheon, Fontana di Trevi, Bocca della Verità, Circo Massimo e Castel Sant’Angelo. Luoghi pregiatissimi occupati da venditori invasivi e indecorosi. Una volta creata questa mappa, la delibera dovrà essere approvata dalla Giunta. Ecco, proprio questa può essere la prima occasione per la Raggi di dimostrare che la sua amministrazione non è asservita a nessuno, che non guarda in faccia ai poterucci da quattro soldi che hanno sempre fatto il bello e cattivo tempo. Se vuole allontanarsi davvero dai metodi tangentari e opachi che stanno inquinando il Palazzo a 5Stelle, si muova subito. Mostri un nuovo piglio e una direzione chiara, nell’interesse della città e non dei pochi. Ha dichiarato di essere furiosa ma la sua furia non interessa a nessuno. Quello che serve sono fatti concreti e una assunzione di responsabilità. E’ l’unica possibilità per distogliere lo sguardo dai De Vito e dal malaffare.

 

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