I romani lo chiamano il parcheggio del Galoppatoio, anche se il nome corretto è “Villa Borghese”, con 1.800 posti auto e ampi spazi commerciali.
Pochi però sapranno che il privato che lo ha in gestione paga a Roma Capitale un affitto mensile di circa 900 euro. Non c’è alcun errore nella cifra appena riportata; la Saba, infatti, dal 2007 versa al Comune un canone annuo di 10.000 euro, come previsto dal contratto firmato al tempo sotto l’amministrazione Veltroni.
Dietro un importo tanto basso per una proprietà del genere non c’è in realtà nulla di losco. Il contratto del 2007 prevedeva infatti che a fronte di un affitto praticamente simbolico, per una durata di 50 anni, la società concessionaria si impegnasse ad allargare il parcheggio (portandolo a circa 3.000 posti auto) aggiungendo anche altre strutture, come ad esempio un ricovero notturno per i minibus elettrici dell’ATAC che un tempo servivano il centro storico. L’investimento complessivo concordato tra Saba e Comune di Roma era di circa 140 milioni, una cifra congrua se si considera che prima dell’ultima convenzione la società pagava un canone annuale di quasi 2 milioni di euro.
Se però il canone di affitto è stato immediatamente abbassato subito dopo la stipula del 2007, i lavori previsti dalla nuova convenzione non sono stati mai avviati dalla Saba, con tutte le amministrazioni comunali succedutesi a subire pressoché inermi un danno economico tutt’altro che trascurabile.
Va detto che la Saba avanza delle ragioni per non voler ottemperare agli obblighi contrattuali, in particolare legate alla gestione della sosta di superficie nella zona circostante il parcheggio; in assenza infatti di controlli efficaci delle strisce blu e di un serio contrasto alla sosta selvaggia, i posti auto del parcheggio interrato risultano meno appetibili per gli utenti. Perché infatti pagare la sosta quando, ad esempio, è possibile lasciare impunemente l’auto giusto prima dell’entrata del parcheggio ancorché in divieto?
Se la ragione sia dalla parte del Comune o di Saba dovrebbe essere una sede giurisdizionale a deciderlo, sbloccando finalmente la situazione in un senso o nell’altro. Quello che appare incredibile è il vedere un’amministrazione comunale che rinuncia per anni a milioni di euro di introiti senza muovere un dito.
Successivamente alla stipula del contratto ci sono stati nel 2012 un velleitario tentativo dell’amministrazione Alemanno di risolvere il problema, nel 2014 qualche dichiarazione dell’assessore Improta, Giunta Marino, di voler annullare la concessione ed infine nell’agosto 2017 alcune dichiarazioni dell’attuale assessore Meleo non seguite però da alcun fatto.
Le ultime notizie sul parcheggio di Villa Borghese risalgono al luglio 2018, quando organi di stampa riferirono di indagini della Guardia di Finanza richieste dalla Corte dei Conti e di un parere del Dipartimento urbanistica dell’ottobre 2017 che avrebbe escluso ogni ipotesi di revisione della convenzione con la Saba.
La realtà ancora oggi vede la società concessionaria pagare un canone mensile che probabilmente è inferiore all’incasso medio giornaliero, soprattutto considerando le tariffe tutt’altro che irrisorie.
Inoltre è a causa del contenzioso in atto se il Comune non ha mai proposto il parcheggio di Villa Borghese come soluzione principe da affiancare all’Isola Ambientale del Tridente, ossia la drastica limitazione del traffico nell’area compresa tra piazza del Popolo e piazza di Spagna. Chi infatti volesse raggiungere la zona col proprio mezzo potrebbe facilmente lasciarlo nel parcheggio interrato e, percorrendo i tunnel dotati di tapis roulant, ritrovarsi in piazza di Spagna.
Al momento non si vedono soluzioni. Ancora una volta assistiamo ad un interesse pubblico sacrificato a vantaggio di un privato che, legittimamente, persegue i propri interessi. E chi si aspettava esiti diversi dal sedicente “governo del cambiamento” finora è stato costretto a ricredersi.