Il 19 marzo di quest’anno il Sindaco Raggi così dichiarava pubblicamente:
“Stiamo lavorando affinchè nei siti monumentali e archeologici si possa mettere la parola fine alla presenza degli ambulanti, perchè la loro presenza non consente la perfetta godibilità dei monumenti. È necessario che il tavolo del decoro prenda atto di questi luoghi in cui queste attività non possono stare“.
[…]
“È un lavoro di cesello che si sta portando avanti con molta determinazione“.
Purtroppo non deve essere così tanta questa determinazione perché facendo un giro in alcuni dei luoghi simbolo del centro storico di Roma, a distanza di cinque mesi dalle dichiarazioni del Sindaco, gli ambulanti sono ancora tutti là.
Ecco i più famosi.
E infine ultimo, ma non per importanza, il famosissimo castagnaro di piazza di Spagna, l’unico che, in virtù della sua licenza “anomala”, è autorizzato a continuare a cuocere le caldarroste anche con i 40 gradi dell’agosto di quest’anno (da non perdere anche il collegamento elettrico sicuramente a norma):
La particolarità di quest’ultima postazione è che, come scriviamo ripetutamente da anni, a noi risulta essa sia stata dichiarata decaduta nel 1996. Il provvedimento di decadenza fu al tempo impugnato dall’ambulante ed ottenne una sospensiva da parte del TAR ma poi il Comune non chiese mai (incredibile dimenticanza di qualcuno?) il giudizio di merito allo stesso TAR.
Detta in altri termini, probabilmente la postazione ambulante più remunerativa di Roma (e quindi tra le migliori al mondo), anche grazie alle poche centinaia di euro di costo annuo, non avrebbe i titoli in regola per operare lì, ma da decenni a nessuno questa cosa sembra interessare, inclusa l’attuale amministrazione sedicente “del cambiamento”.
Nel nostro piccolo noi un approfondimento su questa postazione l’abbiamo chiesto a più riprese sia al Municipio I che al Comune, ma senza successo. Sarà che la postazione fa capo ad una nota famiglia di ambulanti romani che nessuno vuole disturbare?
Tornando al problema generale di questi ambulanti e al tavolo del decoro che doveva trovarvi una soluzione, sempre a marzo il soprintendente Prosperetti aveva dichiarato che le risultanze del tavolo erano attese per gli inizi di aprile per poi procedere con i provvedimenti di spostamento.
Nulla di tutto ciò sembra essere avvenuto e sul tema sembra essere calato di nuovo un silenzio di tomba. Di questo c’è da ringraziare in particolare la mancanza di iniziativa, per non dire vero e proprio boicottaggio, dell’assessore al commercio Carlo Cafarotti, che in effetti non ha mai nascosto le sue smaccate simpatie per l’ambulantato tradizionale romano.
Se solo ripensiamo all’impegno e alla professionalità con cui nel 2015 l’assessore Leonori operò il primo (e rimasto purtroppo unico) grande spostamento di postazioni ambulanti dal centro storico, verrebbe da prendere a calci nel sedere (figurativamente, s’intende) l’attuale assessore per il nulla che ha dimostrando fin dal suo insediamento.
Peraltro i provvedimenti di spostamento presi al tempo hanno resistito a tutti i ricorsi amministrativi tentati dagli ambulanti, dimostrando di essere un ottimo esempio da replicare. Ma in oltre 3 anni l’attuale governo capitolino ha dimostrato solo una paura incredibile nel toccare una qualsiasi delle lobby romane, particolarmente quella degli ambulanti che gode anche di protezioni direttamente dalle parti del governo nazionale.
Preveniamo al riguardo l’obiezione che in realtà da qualche tempo si stiano spostando alcune postazioni ambulanti dalle strade della viabilità principale (si è cominciato con via Tuscolana, poi via Tiburtina, via Ugo Ojetti, ecc.). Ebbene quegli spostamenti sono inevitabili in virtù di quanto stabilito dal PGTU approvato dall’amministrazione Marino e furono fatti partire grazie all’impegno dell’ex-assessore al commercio Meloni, che forse anche per quello fu defenestrato dal Sindaco Raggi.
Noi siamo convinti che prima a poi le postazioni ambulanti che più creano degrado in alcuni dei più prestigiosi luoghi del centro storico verranno rimosse. Il dubbio è solo se l’attuale governo cittadino riuscirà a rimandare ancora a lungo la cosa, nonostante il sempre maggiore discredito che ciò gli comporta, o se infine capiranno che non è proteggendo pochi privilegiati, a scapito del bene comune, che si fanno gli interessi della città.
Staremo a vedere.
Una risposta
Roma è unica: unica per le bancarelle, unica per i cartelloni pubblicitari, unica per i venditori di fiori e frutta abusivi. Vorrei tanto che fosse un po’ più “normale”, a cominciare dagli amministratori.