Premessa a questo articolo prima che ci accusiate di essere senza cuore e senza umanità. In ogni Paese occidentale vi è una parte della popolazione che non riesce a pagarsi una casa. Si tratta in genere di persone con difficoltà di inserimento sociale, immigrati, nuovi poveri. A loro deve pensare lo Stato, essendo la casa una necessità primaria (preferiamo definirla così piuttosto che un diritto come fanno alcuni movimenti). In Italia lo Stato da tempo non costruisce più case popolari, non si occupa quasi più di assistenza alloggiativa e il risultato è che nelle grandi città, Roma in testa, è ormai radicato il fenomeno delle occupazioni abusive.
Con questo non stiamo giustificando chi occupa, ma stiamo solo cercando di comprendere meglio il fenomeno. Accanto alle occupazioni di necessità, è sorto un sistema di occupazioni politiche ed economiche: vuol dire che vi sono persone che pur potendo trovarsi un alloggio sul mercato, decidono per ragioni politiche di occuparne uno. Oppure lo fanno perché in questo modo hanno il controllo del consenso di molte migliaia di persone e indirettamente di voti alle elezioni. Queste ultime due categorie sono quanto di peggio possa esprimere la nostra società.
Ebbene a Roma vi sono oggi quasi 100 edifici occupati, dove vivono 11 mila persone, molte delle quali hanno un reale bisogno, altre approfittano del lassismo delle istituzioni. Se l’Italia fosse un paese normale, nell’arco di pochi mesi si riuscirebbe a censire coloro che versano realmente in uno stato di necessità e per costoro sarebbe indispensabile trovare delle sistemazioni regolari. Tutti gli altri dovrebbero essere messi alla porta e costretti a rimboccarsi le maniche e pagare un affitto o un mutuo come il resto della popolazione.
Invece questo non si fa e anzi si mettono tutti in un unico calderone fornendo loro privilegi odiosi, aggravando addirittura i costi per lo Stato. Nelle scorse settimane vi avevamo anticipato che il nuovo asse Pd-5Stelle aveva deciso di impugnare la decisione del precedente ministro Salvini di sgomberare 25 immobili nei prossimi 7 anni. Significa poco più di 3 immobili l’anno, per cui una media di 300 persone da ricollocare ogni anno. Niente di impossibile in una città da 3 milioni di abitanti, ma evidentemente non politicamente corretto. Tanto è vero che che una delle occupazioni più gravi, quella di via del Caravaggio, non verrà toccata fino a novembre o forse all’anno nuovo. Una scelta costosissima per lo Stato perché la Prefettura di Roma è stata condannata a pagare ben 260 mila euro al mese come risarcimento alla proprietà del palazzo. Inoltre, i giudici hanno già bloccato 23 milioni di euro di fondi pubblici a garanzia e a tutela dei proprietari. Per cui rinviare di 3 mesi questo sgombero costa ben 780 mila euro allo Stato.
Stesso discorso per l’altra occupazione per la quale i giudici hanno condannato lo Stato, quella della ex Fiorucci di via Prenestina. In questo caso pende sulla testa di tutti noi un risarcimento da 28 milioni di euro. Solo per questi due immobili, lo stato rischia di sborsare 50 milioni di euro. E stiamo parlando di circa 700 persone in tutto: quindi ogni occupante costerà allo Stato 72mila euro di risarcimenti. E’ probabile che se gli si fossero offerti 7mila euro ciascuno, sarebbero usciti a gambe levate.
In Regione vi sono da diversi anni 194 milioni di euro iscritti nelle poste di bilancio per la costruzione di edifici popolari da destinare agli occupanti, ma questi soldi (con i quali si costruirebbero 2mila alloggi) non sono mai stati impiegati. Nello stesso tempo il Campidoglio spende ben 29 milioni l’anno per pagare l’affitto di immobili fatiscenti dove fa vivere persone che versano in stato di necessità. E’ chiaro che così non si può andare avanti. Che un ritorno alla legalità è indispensabile nell’interesse di tutti, anche delle casse del Comune.
Eppure l’asse Pd-M5S che adesso governa il Paese sta pensando a soluzioni ignobili. Lasciare intatta la gran parte delle occupazioni e sgomberare solo quelle dove lo Stato ha subito una condanna di risarcimento. Costoro sarebbero ricollocati in case dell’Ater o in case di privati per le quali il comune è disposto a spendere 516 euro al mese. Con buona pace dei 12 mila cittadini onesti che sono in attesa di una casa popolare, iscritti in regolari graduatorie e che si vedrebbero scavalcare dai prepotenti che in questi anni hanno occupato e ci sono costati milioni di euro.
Se davvero fosse così sarebbe uno schiaffo alla legge e all’etica e vorrebbe dire che le istituzioni premiano chi delinque e lasciano soccombere chi è onesto.