Quanto è “immobile” il concordato Atac?

L’ex rimessa Atac di piazza Ragusa

 

Il piano con cui ATAC intende ripagare i creditori si basa su due pilastri fondamentali:

1)  l’aumento del servizio ai cittadini. Come abbiamo già visto è un pilastro molto traballante: né nel 2018 né nel 2019 gli obiettivi sono stati raggiunti (vedi l’articolo del 30 settembre scorso).
2)  la vendita degli immobili non-strumentali (cioè quelli non funzionali al servizio). Il valore delle infrastrutture destinate da ATAC alla vendita supera i 90 Milioni di euro. La storia è interessante e vale la pena raccontarla.

Nella prima stesura del Piano concordatario, ATAC aveva presentato ai giudici delle perizie sugli immobili fatte “dall’esterno” (sì, avete letto bene). I giudici hanno ovviamente imposto ad ATAC di fare delle nuove perizie in maniera più “idonea a fornire il reale valore dei beni”. I risultati li vedete nella 2ª colonna della tabella.

 

Nel complesso il valore degli immobili è salito di oltre 9 Milioni di euro tra 1ª e 2ª stima.

Ci sono casi molto curiosi, ad esempio l’Area Garbatella ha visto lievitare il suo valore da 1,940 Milioni della stima iniziale, a ben 14,5 Milioni (+650%). Ma ci sono anche casi come l’Area Centro Carni che ha visto il suo valore di stima quasi dimezzato da 8,702 Milioni a 4,7 Milioni.

Nell’elenco compare anche l’immobile relativo alla SottoStazione Elettrica (S.S.E.) Lucio Sestio, che ospita la Casa delle Donne “Lucha y Siesta”, costretta allo sfratto. Il valore di stima di questo immobile è passato da 1,269 Milioni a 2,6 Milioni.

Nel 1° elenco erano originariamente presenti anche la Rimessa Trastevere (11,8 Mln€), poi tolta dalla vendita perché destinata ai minibus elettrici che hanno iniziato a riprendere servizio da Maggio 2019, e l’area denominata “DCO Garbatella” (~1 Mln€), tolta dalla vendita in quanto strumentale all’attività aziendale.

In questa storia si inserisce un fatto molto preoccupante: secondo quanto scritto dal Presidente Commissione Mobilità Stefàno, la Rimessa Vittoria di Piazza Bainsizza –valore 16,4 Milioni di euro- servirebbe per lo sviluppo di opere prioritarie inserite nel PUMS, e cioè la linea tram Termini-Vaticano-Aurelio (TVA) e il Tram della Musica (Auditorium-Piazza Risorgimento).

 

Addirittura si ventila l’ipotesi che il Comune possa partecipare all’asta e ricomprare l’immobile.

Perché se è funzionale a 2 tramvie “irrinunciabili” non è stata tolta dall’elenco, come fatto per la Rimessa Trastevere? Perché il Comune dovrebbe sborsare 16,4 Milioni di euro di soldi dei cittadini, per ricomprare una rimessa funzionale ad ATAC? Non poteva essere fatto prima, a scomputo dell’enorme debito che ATAC ha proprio con i cittadini (484,7 Milioni€)?

Perché il Comune, a questo punto, non dovrebbe comprare la struttura sita a Lucio Sestio da destinare per fini sociali alla Casa delle Donne?

ATAC riuscirà a vendere tutti gli immobili? Riuscirà a realizzare i circa 92 Milioni di euro stimati dalla vendita? Il Comune interverrà davvero comprando all’asta uno o più immobili?

 

 

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2 risposte

  1. Pongo una domanda alla redazione:
    Quando nel Dicembre 2021 scadrà il contratto di servizio di trasporto locale con ATAC, cosa succederà?
    Potrà essere ulteriormente prorogato alla stessa ATAC (se non fallisce prima…)?
    Dovrà esserci obbligatoriamente una gara per l’affidamento?
    Grazie per la Vs. cortese risposta.

    1. Considerati i tempi tecnici per preparare una gara di questa rilevanza (almeno 2 anni), l’attuale contratto ATAC verrà ulteriormente prorogato. Non c’è obbligo di gara ma, in caso di nuovo affido diretto, ci sarebbero forti penalizzazioni nell’erogazione di fondi per Roma da parte di Stato/Regione.
      Probabilmente si andrà comunque verso la gara, ma non la farà certamente l’Amministrazione 5stelle

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Il Comune poi recupererebbe dalla bigliettazione.

via @romatoday

Stazione #Pigneto: il progetto assegnato dopo la quarta gara delude.
Per @metroviaRoma occorre predisporre una seconda banchina e ripensare l’area di Porta Maggiore. Solo così diventerà un vero nodo di scambio.

@flaviafratello Nella #casa della cultura di #Ostia /#Roma (che offriva spazi simili) invece ci trovate le macerie, perché è stata vandalizzata 3 anni fa e il comune di @Roma non l’ha mai più riaperta.

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