Rimandato a settimana prox il nuovo capolavoro di Coia

Come previsto, ieri è arrivata in Assemblea Capitolina la delibera predisposta dal presidente della commissione commercio, Andrea Coia, quella che dovrebbe affrontare la questione delle occupazioni di suolo pubblico (OSP).

Giovedì ne abbiamo parlato prima illustrando qualche parere negativo ricevuto dalla proposta da parte degli uffici, poi riportando il comunicato di alcune associazioni a difesa del decoro.

 

In estrema sintesi, la proposta Coia da una parte prevede l’allargamento dei criteri per rilasciare OSP, estendendo la possibilità di richiederle anche ad attività diverse dalla somministrazione e finendo perfino con l’autorizzare gli osceni bidoncini che la non rimpianta Montanari ha introdotto per il conferimento dei rifiuti degli esercizi commerciali; dall’altra non interviene per nulla sui reali problemi connessi con le OSP, ossia l’inefficacia del regime sanzionatorio (che genera percentuali di abusivismo monstre) e le ridicole tariffe a carico degli esercenti (nelle zone di maggior pregio il costo di un metro quadrato di OSP è di circa 80 centesimi al giorno!?!).

 

La seduta di ieri era prevista iniziare alle 10.30 ed è iniziata in ritardo (con i cittadini che volevano assistere costretti ad attendere in strada senza che nessuno si degnasse di dare notizie, a dimostrazione che ai sedicenti “portavoce dei cittadini” dei cittadini non gliene frega niente). Il provvedimento di Coia è stato rimandato al pomeriggio perché, ci è stato detto, avendo ricevuto parere negativo da tutti gli uffici, il proponente si è dovuto mettere a predisporre ulteriori emendamenti per superare tali pareri.

La discussione è quindi iniziata alle 15, si è protratta per tutto il pomeriggio fino a quando è stata interrotta rimandandola a giovedì della prossima settimana.

 

Quindi niente: come avevamo previsto il presidente Coia se ne infischia che tutti gli uffici interpellati abbiano dato un parere fortemente negativo al suo testo (con la Polizia Locale che l’ha letteralmente annientato, come abbiamo descritto), che eminenti esponenti cittadini abbiano espresso forti critiche e preoccupazioni per gli effetti delle modifiche proposte, che stimate associazioni civiche abbiano sollevato problemi nella normativa proposta chiedendo di riconsiderarla.

 

Il presidente Coia è evidentemente convinto che lui sia il solo depositario della conoscenza nell’ambito in cui di volta in volta decide di esercitarsi e tutti gli altri o sono dei guastatori al soldo dell’opposizione o, al meglio, non capiscono la bontà dei suoi provvedimenti.

È lo stesso percorso che abbiamo visto quando Coia aveva deciso di risolvere il problema delle bancarelle a Roma e, purtroppo per lui, i risultati di quel tentativo sono sotto gli occhi di tutti.

 

Riguardo le critiche di merito, motivate e documentate, avanzate da alcune associazioni civiche, vogliamo segnalare il solito ottimo lavoro di analisi e proposta svolto da Carte in Regola.

La serietà e indipendenza di Carte in Regola è riconosciuta anche dall’amministrazione in carica, tant’è che, udite udite, come si può leggere nel link riportato il presidente Coia ha inviato una risposta ai rilievi avanzati. Peccato che la risposta di Coia non risponda proprio nulla ed anzi dimostri, una volta di più, la sua convinzione di essere nel giusto, che tutti gli altri non devono evidentemente aver capito nulla (neanche tutti gli organi dell’amministrazione che gli hanno dato parere negativo). Scrive Coia nella sua risposta:

 

Dispiace molto allo scrivente rilevare che una iniziativa volta a semplificare tramite l’uso di strumenti informatici, rilanciare le attività commerciali in crisi, alla collaborazione tra pubblico e privato e alla soluzione di alcune problematiche burocratiche ed amministrative venga rappresentata da alcuni come un attacco ai residenti e l’apertura indiscriminata di attività senza le tutele previste dalle leggi vigenti.

 

Capito come? Non ci avete capito nulla, evidentemente. Peccato che quella che Coia chiama “… soluzione di alcune problematiche burocratiche ed amministrative” si riveli nei fatti un quasi totale via libera alle OSP più disparate, con rischio grave di ritrovarsi in particolare il centro storico di Roma ancora più invaso di allestimenti vari, come ha sottolineato chiaramente nel suo parere la Sovrintendenza Capitolina.

 

Il fatto poi che Coia parli di un “attacco ai residenti” dimostra tutta la sua pochezza di spirito. Quindi il presidente Coia pensa che le associazioni di residenti del centro storico stiano contrastando la sua iniziativa per difendersi da chissà quale attacco nei loro confronti? Non si rende conto Coia che con le associazioni degli esercenti a fare i loro interessi (legittimamente) e con un’amministrazione prona a questi ultimi e del tutto silente sulla difesa dell-interesse pubblico, quelle dei residenti e poche altre associazioni di tutela sono le uniche a provare a difenderlo il bene pubblico?

 

Comunque no, non ci arriva, è ormai ampiamente dimostrato per cui tanto vale non provarci più.

 

Ci si chiede però come la maggioranza M5S e la stessa Virginia Raggi possa continuare a sostenere un così imbarazzante presidente di commissione che pieno della sua ignoranza si mette contro tutti, uffici, associazioni e cittadini, e va avanti per la sua strada prendendo cantonate ad ogni pié sospinto.
Le storie della festa della Befana di piazza Navona e del fiasco sulle bancarelle non hanno insegnato nulla alla maggioranza M5S a Roma?

 

Sappia Virginia Raggi che una parte della malevolenza che i cittadini di Roma hanno accumulato nei suoi confronti dipende anche dall’operato inutile, dannoso e supponente di alcuni elementi di spicco della sua maggioranza. Continuare a lasciargli campo libero, a dispetto dei disastri che hanno già dimostrato di saper fare, non può che essere anche una sua responsabilità ormai.

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