Era una scelta impopolare quella che aveva preso Enrico Stefàno, presidente della Commissione Mobilità. Troppo moderna e innovatrice per una città inchiodata al passato. E così il presidente della Commissione Commercio, Andrea Coia – che con un colpo di mano ha fatto saltare il prolungamento della Ztl in centro fino alle 19 – ha avuto buon gioco a cavalcare il malcontento dei cittadini di viale Libia e viale Eritrea. Sul principale asse dello shopping del II Municipio tutto resterà come è adesso. I residenti non pagheranno il parcheggio sulle strisce blu. Il provvedimento era stato pensato per il solo periodo natalizio ed era un test importante per valutare l’impatto che avrebbe avuto sul commercio.
Nel progetto voluto da Stefàno, i residenti avrebbero pagato la sosta solo sui posti in linea e non in quelli a spina di pesce, circa 140 su 280 totali. Per cui una parte sarebbe rimasta riservata a chi abita sulla strada e un’altra parte sarebbe stata davvero a rotazione. Oggi, infatti, le auto vengono lasciate parcheggiate anche una intera settimana senza mai essere toccate. La zona è ottimamente servita dai mezzi pubblici: oltre alla metropolitana B con due fermate (Libia e Sant’Agnese/Annibaliano), transitano diverse linee di bus tra le quali l’80 express che è uno dei collegamenti più rapidi verso il centro.
Pertanto la maggior parte dei residenti si reca al lavoro con i mezzi e riserva l’utilizzo dell’automobile per il fine settimana o le ore serali. Su una strada dall’alta vocazione commerciale, questo comporta l’impossibilità per chi vuole fare shopping di trovare parcheggio. E a risentirne sono soprattutto i negozianti. Ecco allora che per le festività era stato introdotto il pagamento di un euro l’ora per tutti, residenti compresi, su almeno la metà dei posti disponibili.
“Il suolo pubblico è un bene prezioso e limitato – spiega Stefàno – e oggi chi va a fare commissioni o acquisti in quella zona non può parcheggiare”. Il presidente della Commissione Mobilità, parlando con il Messaggero, citava l’esempio dell’aeroporto di Fiumicino. “Nell’area partenze la multa scatta al sedicesimo minuto dopo 15 minuti gratuiti proprio perché gestiscono uno spazio scarso e limitato, non certo per fare cassa”.
Il ragionamento non è campato in aria, anzi. A Roma la pretesa di dover lasciare una o due auto a famiglia sullo spazio pubblico è dura a morire. Non esiste altra grande città al mondo dove si registri un’occupazione così prepotente della strada da parte dei privati. Senza voler arrivare all’esempio di New York che ha reso praticamente impossibile la sosta in tutta Manhattan, anche Londra, Berlino, Parigi o Madrid hanno scelto di limitare fortemente lo stazionamento dei residenti, mentre incentivano quello a rotazione. Ci si ferma per un’ora, massimo due e si va via. L’obiezione più facile è che in quelle città il trasporto pubblico è efficiente e dunque non tutti hanno necessità di avere l’auto privata come a Roma, dove i mezzi sono carenti. Ma il caso specifico di viale Libia dimostra il contrario. Qui tra metro e autobus c’è un’offerta di trasporto assolutamente all’altezza delle necessità, per cui chi comunque desidera avere il mezzo proprio deve pagare un prezzo più alto di colui che abita in un’area periferica non servita.
Secondo aspetto, da non sottovalutare, è stata la sconsiderata trasformazione dei parcheggi condominiali in attività di ogni tipo. Con l’idea che chiunque può lasciare gratis e per sempre il proprio suv in mezzo alla strada, i garage costruiti sotto i palazzi negli anni 60 sono stati convertiti in commerci, palestre o ristoranti. Il fenomeno è comune a tutta Roma, ma in particolar modo nelle vie dello shopping dove si pensò di ricavare affitti salati dai commercianti invece di parcheggiarvi le auto, che potevano essere facilmente mollate accanto al marciapiede. Una scelta miope che ha portato a saturare le strade e a far deprezzare anche dal punto di vista del valore quegli ex garage, oggi molte volte non utilizzati.
Gia il Natale scorso il Comune aveva provato ad introdurre la sosta a pagamento per i residenti in queste stesse vie, ma la dura opposizione dei cittadini che si erano riuniti nel comitato “Il miglio blu”, aveva fatto desistere Stefàno dalla sperimentazione. Quest’anno sembrava la volta buona per la “tariffazione pura” in viale Libia e viale Eritrea. Ma l’anima più chiusa del M5S, rappresentata in questo caso da Andrea Coia, ha portato alla cancellazione definitiva di tutto il progetto. Eppure a Torino, amministrata sempre dai pentastellati, nelle zone commerciali i residenti pagano 180 euro l’anno per lasciare l’auto sulle strisce blu. Chissà perché quello che funziona in altre città non può essere applicato a Roma. Quale amaro destino costringe la capitale ad essere sempre arretrata, senza mai uno slancio e un passo avanti, tanto che noi stessi romani quando torniamo da un viaggio in qualsiasi altra parte del mondo, siamo i primi a notare la differenza.