Giornali, radio e tv parlano molto dalla proposta della giunta di creare una nuova discarica a Monte Carnevale, a poca distanza da Malagrotta. Per cui sarete certamente informati del fatto che i 5Stelle si sono spaccati, che la Sindaca sta pensando di tornare sui suoi passi e che la Regione Lazio è sul punto di commissariare la Raggi e avocare i poteri.
Che l’inerzia alla quale ci ha abituato questa amministrazione abbia prodotto il disastro attuale è ormai noto a tutti. Ma meno note sono alcune idee alternative che vanno prese seriamente in considerazione. Una di queste proviene dal Laboratorio Lila, un sindacato di lavoratori Ama che produce spesso osservazioni e suggerimenti interessanti.
In un post pubblicato sulla loro pagina Facebook, i lavoratori Lila hanno proposto non più un solo sito di stoccaggio ma 4 siti, più piccoli, dislocati a nord, sud, est e ovest della Capitale. Si tratta di cave già individuate dal Campidoglio e da Ama (le cosiddette “aree bianche”) che potrebbero essere convertite in pochi mesi a discariche di servizio, necessarie a superare l’emergenza.
La premessa è che le discariche non piacciono a nessuno e anzi l’obiettivo deve essere eliminarle gradualmente. Ma – scrivono i lavoratori Ama – ora stiamo così:
– senza impianti,
– senza il tempo per realizzarli,
– senza siti dove ubicarli,
– senza proroghe per quelli esistenti,
– con Ama in stato comatoso,
– con una classe politica disunita, senza idee e tecnici preparati, e che continua con le penose schermaglie infantili e masochistiche che dividono pure noi cittadini.
DEI VERI IRRESPONSABILI!!!
Le premesse sono più che corrette, per cui una soluzione immediata serve se non vogliamo che la spazzatura invada ogni strada entro la fine del 2020. Quali sono le ragioni di prevedere 4 siti e non uno solo? Secondo il laboratorio Lila questo sarebbe un incentivo per i cittadini a differenziare.
Per tenere pulita il più possibile la discarica posta vicino casa, infatti, ciascuno si sentirebbe più responsabilizzato.
Secondo motivo è la maggiore prossimità dei siti che permetterebbero ai camion Ama di fare viaggi più brevi e di essere quindi più efficienti e raccogliere di più.
A riprova che tutti gridano quando si vuole creare un impianto ma poi nessuno vuole darsi da fare realmente, Lila ha pubblicato un video girato proprio a Monte Carnevale, l’area prescelta per la discarica.
Nel video si vede che in via Pietro Caminata, via Giovanni Antonio Lecchi, luoghi dove è nata la rivolta contro la scelta della Sindaca, i secchioni della differenziata sono pieni di indifferenziata. In pratica tutti gettano carta, plastica, alluminio, vetro senza fare la minima divisione.
E’ un fatto emblematico: io la discarica dietro casa mia non la voglio, ma se ti chiedo di fare la differenziata che eviti la realizzazione di una discarica, te ne freghi altamente e getti tutto come ti pare.
Questa sindrome che colpisce molti romani, una grande maggioranza purtroppo, va tenuta presente allo stesso modo delle responsabilità della politica. Tutti siamo colpevoli, non sono sempre gli altri ad esserlo.
Ecco che l’idea di distribuire impianti e siti sull’intero territorio, rende tutti coinvolti nel problema e non solo gli sfigati sui quali è caduta la scelta della Sindaca.
Infine mutuiamo, dallo stesso post della Lila, un’altra giusta osservazione: l’abusivismo di questi ultimi 40 anni ha antropizzato tutte le campagne intorno a Roma, rendendo di fatto impossibile trovare un’area che sia lontana dalle abitazioni. Perché mentre le abitazioni sorgevano come funghi, nessuno si poneva il problema di un agro romano completamente devastato da palazzine e villette costruite ovunque. Falde acquifere inquinate, servizi di trasporto assenti e copertura a macchia di leopardo dell’intero circondario di Roma.
Le colpe di ieri si riversano su chi vive oggi. E i nostri errori si riverseranno sui nostri figli e nipoti. Ecco perché la soluzione al problema rifiuti va trovato subito, senza ideologie e senza ulteriori rinvii.