Il nuovo virus misterioso, nato secondo alcuni frequentando il mercato del pesce cinese, ora è in grado di diffondersi da uomo a uomo. È l’ultimo aggiornamento che ha gettato in allarme l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il comitato d’emergenza convocato nelle ultime ore. Attualmente si registrano 291 casi accertati e 6 decessi. In Australia un uomo, di ritorno da Wuhan, città cinese considerata responsabile della nascita del virus, è stato messo in quarantena nella sua stessa abitazione nella città di Brisbane.
Gli aeroporti sono stati messi in allarme a causa della rapida diffusione del virus. L’aeroporto romano di Fiumicino, il Leonardo da Vinci, che ospita tre voli settimanali verso le metropoli cinesi, ha iniziato ad attuare le procedure di controllo medico per tutte le persone in entrata.
L’ospedale Spallanzani di Roma ha attuato il piano per il ricovero di possibili pazienti contagiati, predisponendo materiale di protezione e stanze di isolamento.
Parliamo dello stesso reparto utilizzato alla fine del 2014 per accogliere Fabrizio Pulvirenti, il primo paziente italiano contagiato da Ebola. Ad oggi, oltre a qualche dato, non sappiamo ancora molto su questo virus né sul periodo di incubazione che potrebbe permettere ai potenziali infetti di eludere i controlli preventivi. Dallo Spallanzani, infatti, fanno sapere che con i primi controlli non è possibile stabilire con certezza chi è contagiato e chi no, con il risultato che il virus si possa nascondere e continuare a infettare altre persone.
Quindi, di fronte a dei possibili sintomi riconducibili al coronavirus cinese, il consiglio dei medici è di non recarsi in ospedale o dal medico di famiglia ma di chiamare il 118 e spiegare la situazione, in modo da prevenire al meglio il contagio con altre persone.