Agli inizi del dicembre scorso avevamo dato conto dell’approvazione della delibera proposta dal presidente Coia con cui si è spostata la competenza sui Piani di Massima Occupabilità (PMO) dai Municipi al Comune.
I PMO sono dei mini piani regolatori con cui i Municipi possono governare le Occupazioni di Suolo Pubblico (OSP) sulle vie e piazze del loro territorio. Lo strumento dei PMO si è rivelato molto utile nei casi in cui vi siano concentrazioni importanti di OSP, come in centro storico, e per questo è stato adottato finora solo dal Municipio I e dal Municipio XV per l’area di ponte Milvio.
Laddove adottato, è previsto un singolo PMO per Municipio con una scheda di dettaglio per ogni via o piazza. L’elenco dei luoghi da includere nel PMO è scelto dal Municipio stesso o suggerito da enti di tutela come le soprintendenze/sovrintendenze varie.
L’iniziativa del presidente Coia era stata motivata dal sostanziale stallo sul PMO da parte del Municipio I. Su un totale infatti di oltre 200 luoghi per cui predisporre le schede di dettaglio, dopo le prime circa 100 approvate durante la consiliatura del presidente Corsetti, a partire dalla consiliatura della presidente Alfonsi nel 2013 in sei anni si sono adottate solo 11 schede. La maggioranza a guida PD del Municipio I si è sostanzialmente rifiutata di portare avanti l’approvazione del PMO non volendo far decadere una serie di OSP non più ammissibili per normative varie (codice della strada, norme di sicurezza, pareri soprintendenza).
C’è l’esempio emblematico di via dei Pastini, la strada che collega il Pantheon con piazza di Pietra, dove a causa delle dimensioni, dei vincoli di quasi tutti i fabbricati e della presenza di un percorso tattile, andrebbero eliminate tutte le OSP ora presenti. Ebbene la scheda è stata discussa infinite volte in commissione commercio ma mai ci si è decisi ad approvarla per sottoporla al Consiglio municipale.
Altri esempi sono le tante strade del Tridente, dove nel 2013 la soprintendenza ha stabilito un vincolo specifico, le cui schede di dettaglio non vengono neanche discusse con la scusa del tavolo del decoro.
Questo stallo, protrattosi come detto per oltre sei anni, ha creato uno squilibrio segnalato più volte dall’Avvocatura Capitolina e dal TAR, perché per troppo tempo alcuni luoghi hanno avuto la scheda di dettaglio approvata ma altri no. Di questa grave mancanza del Municipio, attribuibile in primis alla presidente Alfonsi, abbiamo parlato più volte, l’ultima qui.
Preso atto di questo problema e ritenendo di poter intervenire con un occhio di favore per gli esercenti, il presidente Coia ha pensato bene di avocare al Comune la responsabilità dei PMO, togliendola ai Municipi. L’occhio di favore per il commercio è dimostrato anche dalla previsione, nella delibera approvata, di interventi di modifica dei luoghi per ampliare le possibili OSP.
Passati però quasi tre mesi dall’approvazione della delibera Coia, la situazione del PMO del Municipio I non appare minimamente mutata e per chissà quanto tempo lo stallo proseguirà. Non è dato ancora di sapere, ad esempio, quale sarà l’ufficio del Comune che si occuperà della redazione delle schede di dettaglio. E quando l’ufficio verrà individuato, ci sarà da reperire le risorse adeguate per un compito tutt’altro che banale.
Insomma lo stile sembra quello già sperimentato per le bancarelle, dove la delibera Coia doveva risolvere tutti i problemi ed invece ha lasciato immutato il degrado cittadino.
Sulle OSP sembra proprio di assistere allo stesso spettacolo, con l’abusivismo delle OSP già esorbidante che non potrà che sentirsi ulteriormente incentivato ad approfittare della maggiore confusione creata.
Ad ingarbugliare ulteriormente le cose ci è giunta notizia di un ricorso presentato contro la delibera Coia da alcune associazioni del centro storico. Ricordando i tanti problemi che i vari uffici avevano sollevato sulla bozza di delibera, è probabile che il TAR accolga i rilievi mossi, facendo sprofondare la materia delle OSP in un caos ancora maggiore di quello a cui assistiamo già da troppi anni.