Ama tiene chiusi diversi centri di raccolta. Uffici Acea sbarrati fino a giugno. E il cittadino impazzisce

I servizi comunali non tornano alla normalità nonostante il governo lo consenta. L'odissea per gettare un frigorifero. Bollette più care ma Acea non risponde

Sono in molti a impegnarsi per far ripartire l’economia e il lavoro. Rispettando distanze e sanificazioni si può e si deve riprendere le attività, ma tanti uffici comunali sono rimasti al lockdown di marzo, creando disagi inenarrabili ai romani.

AMA E I RIFIUTI INGOMBRANTI. E’ il caso dei centri di raccolta di Ama. Senza alcun motivo ve ne sono alcuni che restano chiusi, sebbene il personale sia presente all’interno e potrebbe dunque ricevere i rifiuti ingombranti. Durante la quarantena sono state sistemate soffitte, sgomberate cantine, svuotati armadi e ora sono decine di migliaia i cittadini che vorrebbero gettare correttamente nelle isole ecologiche quello che hanno accumulato. Ma non è possibile!

Queste foto mostrano la fila all’isola ecologica di via Mattia Battistini mercoledì e giovedì scorsi. La coda di auto raggiungeva via della Pineta Sacchetti. C’è chi è arrivato alle 8 del mattino e alle 12.00, dopo 4 ore in attesa, è stato mandato via.

 

L’isola ecologica di Campi Sportivi è chiusa dal mese di marzo, sebbene i cancelli siano aperti e dentro vi sia personale.

 

La campagna “Il tuo quartiere non è una discarica” che si alterna nei Municipi romani non si svolge più da tre mesi e dal 13 marzo al 10 maggio è stato impossibile conferire rifiuti perché in tutta Roma i centri di raccolta sono rimasti chiusi.

E’ la terza volta che ci provo, ho attraversato tutta la città, sono stata all’Ateneo Salesiano ma la coda era lunghissima“, dice Teresa che da Bufalotta, dove abita, ha dovuto raggiungere il centro di Mattia Battistini per gettare un piccolo frigorifero ma ha dovuto desistere al terzo tentativo. “Io sono una persona coscienziosa ma sai quanti li lasciano in mezzo alla strada!“.

Teresa ha ragione, basta guardarsi intorno per vedere che sono riapparsi accanto ai cassonetti decine di elettrodomestici o altri materiali ingombranti. La sindaca non fa altro che definire queste persone “zozzoni”, ma non si domanda mai se i servizi che il suo comune offre siano minimamente accettabili. E non lo sono!

 

ACEA. Altro caso drammatico è quello di Acea. Gli sportelli  al pubblico di piazzale Ostiense e di tutte le altre sedi dell’azienda resteranno chiusi fino al 3 giugno. In sostanza tre mesi di chiusura totale proprio nel momento in cui è scattato il più alto aumento tariffario dell’acqua degli ultimi 20 anni. Acea ha rivisto al rialzo tutti i canoni, ha applicato conguagli salatissimi e ha spedito a famiglie e condomìni bollette a tre zeri.

Ma è impossibile discuterne con qualcuno, capire se il rincaro sia giustificato o meno! Comunicare con il call center è un’impresa difficilissima e gli sportelli sono sbarrati. Si tratta di una chiusura non giustificata da motivi sanitari perché gli impiegati sono da sempre (non per il Covid) tutelati da un vetro che li divide nettamente dal pubblico. Per cui, tenendo le dovute distanze e facendo entrare il giusto numero di utenti, nessuno correrebbe rischi.

Sportelli Acea (repertorio)

 

Eppure anche questo servizio essenziale è impedito ai cittadini nel silenzio totale della Sindaca Raggi, indaffarata a tutelare solo alcune lobby.

La presidente dell’Anaci, Associazione degli Amministratori di Condominio, Rossana De Angelis, ha scritto alla Raggi chiedendo di sospendere l’applicazione delle nuove tariffe fino a dicembre. In un momento così tremendo per l’economia, vengono inviati conguagli da migliaia di euro e per di più Acea non offre alcun interlocutore. Una cosa inaccettabile.

SERVIZI MUNICIPALI. Tutto chiuso anche nei Municipi. Gli uffici tecnici, necessari per l’espletamento delle pratiche urbanistiche ed edilizie, restano sbarrati. Il II Municipio, sul sito internet, parla ancora di emergenza in atto come se fossimo a metà marzo. Il IV Municipio ha sospeso ogni ricevimento di utenti.
L’VIII, con un avviso datato 25 maggio (!!) informa che sono aperti al pubblico solo i servizi “incomprimibili” che però non vengono specificati se non per il rilascio della Carta di Identità Elettronica. Mentre l’XI è l’unico che sembra essersi organizzato meglio, precisando almeno quello che si può fare presso gli uffici e gli orari, seppur ridotti.

Nell’insieme, il Campidoglio si dimostra ancora una volta un pachiderma non in grado di stare dietro alle esigenze dei suoi abitanti. E’ necessario poter lavorare, riprendere le attività e mettere i cittadini nelle condizioni di poter avere almeno i servizi minimi. Il Comune non può essere la zavorra che pregiudica una ripartenza ordinata e sicura.

 

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