Pietro Calabrese: più che un assessore, uno scriba

Chi dovrebbe occuparsi di mobilità a Roma passa molto del suo tempo scrivendo lunghi ed inutili post su facebook. Quando sarebbe più utile aprirsi al confronto con i cittadini

Che Pietro Calabrese fosse del tutto inadeguato a svolgere il compito di assessore alla mobilità a Roma si era capito fin dall’inizio e nel nostro piccolo l’abbiamo definitivamente illustrato a gennaio di quest’anno.

 

Fondamentalmente incompetente in materia di mobilità, quasi digiuno di pratiche amministrative e apparentemente incapace di gestire compiti anche non complessi, all’assessore c’è una cosa che riesce senza ombra di dubbio: rispondere puntuto alle critiche mosse all’amministrazione Raggi.

Non che la cosa abbia qualche utilità per i cittadini e probabilmente neanche per la stessa amministrazione, ma l’assessore Calabrese si presta a tale opera con appassionato impegno e lo fa dalla sua pagina facebook.

Già agli inizi di giugno avevamo segnalato un post lunghissimo dell’assessore con cui provava inutilmente a difendere la cancellazione delle ZTL a Roma fino a fine agosto.

Ma la produzione di post da parte di Calabrese non conosce sosta: quasi uno al giorno ma a volte anche tre, la gran parte dei quali scritti apparentemente di suo pugno, con uno stile inconfondibile infarcito di termini come: “titoloni”, “rosiconi, “mangiatoie”, “i capaci di prima”, ecc.

 

Dove lo trovi il tempo di scrivere tutti questi post l’assessore riusciamo purtroppo ad immaginarcelo: non sarà particolamente occupato nei doveri del suo ufficio, vista la scarsa competenza nella materia, e sicuramente non dovrà mantenere rapporti con cittadini e associazioni, stante la sua impermeabilità a qualsiasi comunicazione.

 

Prendiamo ad esempio l’ultimo post pubblicato dal Calabrese, quello sulla pista ciclabile in costruzione nel primo tratto di via Tuscolana e relativo ad un tweet di qualche giorno fa di un utente:

 

 

Un’immagine oggettivamente brutta, con gli utenti del TPL in attesa sul marciapiedi e separati dall’eventuale autobus dalla nuova pista ciclabile e da auto in sosta selvaggia.

Ebbene l’assessore decide di scrivere un post da quasi 3000 battute dove fondamentalmente dice che quello era ancora un cantiere, ma invece di scusarsi per l’inconveniente causato all’utenza si esibisce nell’ennesimo rancoroso attacco a chi si è permesso di postare la foto sui social volendo così attaccare l’amministrazione che più di tutte sta facendo per la mobilità alternativa a Roma.

Essendo i lavori in quel tratto ancora non conclusi, l’assessore spiega che non c’era motivo di avanzare critiche, che loro stanno facendo tutto con la massima celerità e che infine “…quando il cantiere sarà chiuso e l’opera collaudata, ogni cosa tornerà al suo posto.“.

Del fatto che non sarebbero ammissibili, per ovvi motivi di sicurezza, situazioni a metà che potrebbero ingenerare confusione nei pedoni o negli automobilisti, all’assessore non interessa niente. Che si vorrà mai che sia qualche giorno di segnaletica confusa se poi il risultato atteso è una nuova sistemazione portata a modello a livello mondiale?

Questa è infatti l’immagine di come sarà a regime la nuova fermata TPL (presa a modello da un’organizzazione mondiale che si occupa di trasporti urbani):

 

 

A parte anticipare all’assessore che in assenza di parapedonali purtroppo a Roma già sappiamo come sarà occupata l’area delimitata dalle striscia bianca (vedasi immagine precedente), cosa ci voleva all’assessore l’ammettere che il cantiere non era stato condotto in maniera corretta e che l’utenza TPL avrebbe dovuto essere informata dell’esistenza dello stesso, salvo poi sottolineare l’importanza di un’opera che tra breve consentirà di collegare in bicicletta, su percorso in gran parte protetto, Tor Vergata con la stazione Tuscolana?

Ma niente, lo stile dell’uomo è questo, tutto teso alla polemica difensiva e mai disponibile ad un confronto aperto nel merito delle questioni.

Sarebbe interessante ed utile poter parlare con l’assessore di questo piano per le “ciclabili transitorie” che sta procedendo a rilento e continua a lasciar fuori interi quadranti cittadini, oppure di quanto sarebbe importante avere un vero sistema di bike sharing a Roma che coprisse la gran parte del territorio cittadino e consentisse così una maggiore utilizzazione delle nuove ciclabili.

Peccato però che il Calabrese preferisca perdere il suo tempo in inutili post su facebook, buoni solo a prendere qualche like dai suoi pochi sostenitori.

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