Come sa chi ci segue regolarmente, fin dall’inizio stiamo seguendo la telenovela sulla normativa emergenziale in materia di occupazioni di suolo pubblico (OSP).
Cominciammo a metà aprile, quando il sindaco Virginia Raggi annunciò la cancellazione della COSAP (la tassa di concessione per le OSP) e cominciò a ventilare la possibilità di concedere spazio esterno ulteriore per compensare quello perso dai locali per il distanziamento.
Ebbene passati quasi tre mesi da allora, l’amministrazione non è ancora riuscita ad approvare la normativa definitiva che dovrebbe consentire agli esercenti di operare con una ragionevole certezza.
Ad oggi infatti siamo ancora alla delibera di giunta approvata a fine maggio, quella che tra le prime parziali misure introdotte e i roboanti annunci dell’amministrazione ha fin da subito generato un vero e proprio far west, come avevamo facilmente pronosticato.
Nella stessa riunione di giunta capitolina di fine maggio era stata adottata anche una delibera per l’Assemblea Capitolina che avrebbe dovuto completare la normativa con la parte di spettanza dell’aula Giulio Cesare, ma dopo oltre un mese quel provvedimento è ancora in itinere.
In una città normale la regia di tutta questa iniziativa sarebbe dell’assessore al commercio di Roma Capitale, supportato dal suo Dipartimento, ma nella Roma a 5 stelle il deus ex machina è ancora una volta il presidente della commissione commercio dell’Assemblea Capitolina, colui che si crede una specie di Richelieu del commercio romano, a dispetto dei risultati delle sue iniziative che lo fanno assomigliare più al Cimabue del vecchio Carosello (per i più giovani, quello che fa una cosa e ne sbaglia due). Esempi degli interventi di Coia sono rintracciabili nell’irrisolto problema delle bancarelle a Roma (nonostante la sua delibera che avrebbe dovuto risolvere tutto), nel colossale disastro della festa della Befana di piazza Navona (avocata a sé dal Comune e consegnata su un piatto d’argento alla solita nota famiglia di ambulanti romani), nella materia dei Piani di Massima Occupabilità, prima sottratti al Municipio perché inadempiente e poi allo stesso restituiti perché in Comune non si è trovato un ufficio capace di lavorarli.
Già l’altro ieri avevamo segnalato un certo nervosismo del presidente Coia, come a dimostrare che si stesse rendendo conto delle enormi responsabilità a suo carico nell’assurda situazione creatasi a Roma con la normativa OSP.
Ieri il Coia ha dato ulteriore prova di tale nervosismo, pubblicando un paio di post sulla sua pagina facebook in cui accusa l’opposizione di fare ostruzionismo contro l’approvazione della normativa emergenziale in materia di OSP da lui predisposta. Prima ha pubblicato un video da uomo mascherato e poi un post in cui ha dettagliato le sue accuse al PD. Eccolo:
“VERGOGNATEVI”, dice al PD il presidente Coia, taggando tutta una serie di associazioni di esercenti per dimostrare loro che è colpa del PD se le cose non vanno avanti.
Purtroppo per Coia però ci si è messo il sempre preciso, e ottimo, architetto Bosi a fare un po’ di fact-checking al suo post e si direbbe che le cose stiano ben diversamente.
Consigliando la lettura dell’articolo di Bosi, in estrema sintesi esso chiarisce che:
– la seduta terminata alle 2:30 di notte è stata dovuta all’inversione dell’ordine dei lavori, votato da tutta la maggioranza, per discutere il rendiconto della gestione di Roma Capitale per l’esercizio 2019,
– non c’è stato alcun ostruzionismo da parte dei consiglieri del PD,
– non c’è stato nessun “problema di salute” nella maggioranza, giacché i consiglieri M5S in Campidoglio fino a poco prima l’inizio della seduta erano 25, sufficienti a garantire il numero legale,
– le defezioni nel campo M5S sarebbero probabilmente dovute alla spaccatura creatasi nella maggioranza su un provvedimento che Coia sta stirando all’inverosimile (ad esempio concedendo gli ampliamenti OSP fino alla fine del 2021, senza alcuna copertura normativa da parte del governo), ignorando anche i pareri contrari dell’assessore e degli uffici e financo la richiesta di riflessione giunta inaspettatamente dall’assessore alla cultura nonché vicesindaco Luca Bergamo.
La verità quindi è che Andrea Coia ne sta facendo un’altra delle sue, questa volta però di una gravità colossale, tale da mettere a repentaglio alcuni aspetti fondamentali della convivenza civile a Roma.
Il suo procedere come un caterpillar senza avere la capacità di immaginare soluzioni ai problemi e soprattutto di comprendere le conseguenze delle sue farneticazioni, unita alla mancanza delle basi minime per approcciare testi normativi, non avendo per di più uffici amministrativi al suo servizio, sta forse facendo balenare a più di qualcuno nel M5S l’idea che così non si può andare avanti.
Purtroppo a supporto del Coia, e spesso con farneticazioni ancora più estreme, ci sono sempre i consiglieri del centrodestra, anche loro impegnati solo ad assecondare le richieste di certo commercio senza avere la più pallida idea di cosa sia l’interesse pubblico, oltre a quello del commercio tutto che non è solo la somministrazione.
È probabile quindi che l’iniziativa del Coia vada alla fine in porto, seppur con un colossale ritardo, benché alle condizioni da lui decise è altrettanto probabile che la stessa sarà abbattuta da qualche ricorso amministrativo, già paventato da uffici dell’amministrazione e associazioni di cittadini.
In un tale disgraziato caso si moltiplicheranno contenziosi e dureranno decenni, nella più consolidata tradizione romana, e tutto il merito, si fa per dire, sarà ancora una volta del presidente Coia.
Da segnalare la posizione fin qui assolutamente solitaria, benché a nostro avviso l’unica minimamente ragionevole, del consigliere del PD Orlando Corsetti il quale anche in dissenso dal suo gruppo ha sempre provato a proporre dei paletti per la pur necessaria normativa emergenziale. A seguito della mancata seduta di ieri Corsetti ha pubblicato un video in cui spiega alcune cose e si rallegra che forse più di qualcuno, nel suo gruppo ma anche altrove, si stia ricredendo sugli eccessi di una normativa illegittima e inaccettabile.
Orlando Corsetti non si è mai distinto per posizioni disinteressate alle esigenze del commercio, lo ricordiamo anzi presidente della commissione commercio nella passata legislatura a nostro avviso fin troppo attento alle richieste degli operatori. E a ben vederla la sua è l’unica posizione in Assemblea Capitolina che possa assicurare agli esercenti un possibile ristoro al distanziamento in un quadro di norme certe e affidabili. La gran parte degli altri consiglieri stanno invece andando avanti alla garibaldina, approvando estensioni sempre più irragionevoli che si ritorceranno contro gli esercenti onesti e favoriranno i tanti che invece basano la loro imprenditoria sugli abusi.
La prossima seduta dell’Assemblea Capitolina è convocata per lunedì prossimo, 6 luglio. Vedremo cosa succederà ma c’è ancora da temere il peggio. Nel frattempo il far west è abbondantemente in corso sulle strade e piazze romane.