Ad inizio agosto avevamo fatto notare la sproporzione tra l’inflessibilità (sacrosanta!) dimostrata nello spostare le due storiche bancarelle da via della Croce e il menefreghismo dell’amministrazione che tollera (da anni!) che oltre la metà dei tavolini presenti sulla strada sia completamente abusivo.

Qualche giorno fa La Repubblica ha dato la notizia dell’ultima novità che il Municipio sta per mettere in campo per cercare di reprimere le OSP abusive, dopo che neanche le rimozioni ripetute e le chiusure temporanee dei locali pare abbiano sortito effetti. Dalle parole della presidente del Municipio Sabrina Alfonsi: “Abbiamo deciso  di applicare gli articoli 633 e 639 bis del codice penale: prevedono la reclusione fino a due anni e una multa fino a 1.032 euro per chi occupa arbitrariamente il suolo pubblico o privato allo scopo di trarne profitto. Se il reato viene commesso sul suolo pubblico si può procedere d’ufficio“.

Nell’articolo veniva citata proprio via della Croce come uno degli esempi più emblematici di come una regolare concessione OSP sia ormai inutile per operare sul suolo pubblico, lasciando all’esercente libertà assoluta di operare a suo piacimento e senza pagare un euro.

Ebbene a distanza di qualche giorno abbiamo chiesto a chi abita sulla strada di dare un’occhiata sugli eventuali effetti dell’annuncio del Municipio ed il risultato è che la situazione non è cambiata di una virgola, come si può apprezzare dalle foto che seguono, dove le OSP totalmente abusive sono segnate dai circoletti rossi.

Croce2

 

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In sostanza, gli esercenti se ne fregano altamente degli annunci anche roboanti dell’amministrazione, avendo evidentemente imparato che a Roma è l’illegalità che paga, e chi non si adegua è destinato ad essere fagocitato da chi nell’illegalità ci campa, ossia la malavita organizzata.

Del perché su quella strada vi siano locali titolari di concessione ed altri no se ne potrebbe discutere, così come del fatto che a fine anno tutte (TUTTE!) le concessioni su via della Croce decadranno.

Il punto centrale è però che ancora una volta viene dimostrata l’assoluta impossibilità per l’amministrazione di far rispettare la legge, a tutela dell’incolumità e della salute pubblica, del decoro e di una leale concorrenza tra esercenti.

Inoltre, come avevamo già fatto notare, da locali che violano così palesemente le norme relative alle OSP, cosa possiamo aspettarci di tutte le norme igieniche, della qualità dei cibi e delle materie prime, della preparazione del personale, del rispetto delle norme di sicurezza e tributarie? Detta in altri termini, è chiaro o no che un sistema che tollera l’illegalità difficilmente riesce a confinarla entro certi ambiti ma necessariamente offre terreno fertile ai peggiori e più totali abusi? Non è certo un caso se ormai una percentuale spaventosa di locali del centro storico sono in mano della malavita organizzata. Chi meglio di loro infatti sa gestire l’illegalità in maniera efficacie e profittevole? Peraltro meccanismi così premiali per chi opera nell’illecito, in vigore ormai da anni, hanno operato una vera e propria selezione al contrario nel commercio del centro storico, con quello sano e di qualità totalmente sfrattato e quello becero, straccione e di infima qualità che ormai ha occupato tutti gli spazi.

Vedremo nelle prossime settimane se questa idea del codice penale riuscirà a riportare un minimo di ordine nella materia, ma il dubbio di un’ennesimo buco nell’acqua è legittimo.

 

Su “tavolino selvaggio” quindi probabilmente siamo ancora al palo, così come sulla sosta selvaggia, la gestione dei rifiuti, la pulizia della città, le buche, l’evasione tariffaria sul TPL, ecc. Considerato che mancano poco più di tre mesi dall’inizio del Giubileo ci sarebbe da non dormire di notte per chi ha responsabilità di governo a Roma. Ed invece dalla sua viva voce apprendiamo che il Sindaco riesce a prendersi una decina di giorni di vacanza. Mah … (siamo solo noi a continuare a stupirci di come i governanti possano andare in vacanza quando i problemi non ci pensano proprio a farlo?).

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