Ferie d’agosto: il film di Virzì che fotografa un’Italia mai cambiata

La pellicola, del 1996, è quanto mai attuale. L'immigrazione, la divisione tra gli schieramenti politici, le classi borghesi. Anche il Piccolo America dedica una rassegna al regista

A mani basse possiamo considerare Paolo Virzì uno tra i migliori registi. I suoi film indagano come pochi gli usi e i costumi della società. Sono opere in cui, tra leggerezza e dramma, il regista svela, in chiave antropologica, i vizi degli italiani, le sofferenze, le rivalse, con un occhio attento alla sfera adolescenziale. Ovosodo, My name is Tanino e Caterina va in città, per esempio, hanno offerto, dagli anni Novanta agli anni Duemila, la provincia italiana vista dagli occhi dei ragazzi: pellicole che lentamente hanno consacrato il regista livornese. Poi la crisi economica e la precarietà dei giovani con Tutta la vita davanti e Tutti i santi giorni, fino a toccare l’apice, quasi della perfezione, con Il capitale umano, un film drammatico al limite del noir in cui cadono, sequenza dopo sequenza, i valori della società e le certezze di cosa sia giusto e cosa no.

Addentrandoci sempre più in un clima estivo, nella nostra rubrica cinema, questa domenica vi consigliamo il terzo film realizzato da Paolo Virzì, Ferie d’agosto, uscito nel 1996 e salito subito alla ribalta nazionale, vincendo anche il David di Donatello come miglior film.

La pellicola, in un primo momento, può sembrare una commediola estiva, ambientata nell’isola di Ventotene dove si incrociano le vite di due famiglie. Potrebbe essere la location ideale per far scoppiare le solite storie d’amore al sapore di sale, ma quello che cela invece Virzì è l’avvento di un conflitto politico che segnerà l’Italia fino ai giorni nostri, quello che vede contrapposti gli schieramenti politici dopo la discesa in campo di Silvio Berlusconi (1994) e del sistema maggioritario.

I gruppi di vacanzieri sono agli antipodi, da una parte un gruppo di amici con a capo un giornalista, dall’altra una famiglia romana con alla testa un facoltoso proprietario di negozi. Sono vicini di casa, si conoscono e si evitano volontariamente mantenendo la parvenza dell’educazione, del buongiorno e della buonasera. Le loro vacanze sembrano scorrere serene, nonostante in entrambe le famiglie si covino risentimenti e delusioni. L’elemento scatenante, che romperà la quiete, sarà l’arrivo di un immigrato che farà detonare le ideologie politiche di tutti.

L’isola torna così da palcoscenico per un’importante denuncia sociale. La scelta della location, infatti, non vuole essere un caso: a Ventotene, Altiero Spinelli elaborò il “Manifesto di Ventotene” (1944) che segnò profondamente il dibattito politico internazionale, spalancando le porte alla futura Unione Europea. Spinelli fu uno dei padri fondatori e lottò tutta la vita in difesa dei valori di comunità e uguaglianza.

Virzì, dunque, si ricollegò proprio a questa profonda storia di “comunità” e grazie a un cast di rilievo (Silvio Orlando, Laura Morante, Ennio Fantastichini, Sabrina Ferilli, Piero Natoli) riuscì a rendere vera e umana la sceneggiatura, senza scadere mai nel banale.

Anche qui, immancabili, gli adolescenti del regista che osserveranno e racconteranno tutta la vicenda con i loro occhi. Nel suo crescendo, la commedia lascia il posto al grottesco, alle battute al vetriolo, agli stereotipi di ogni tipo; le famiglie cominciano a odiarsi e alla fine si rompono anche i legami interni tra gli stessi membri, per alcuni la vacanza diventa un incubo, per altri sembra essere la normalità.

Ma alla fine è così che doveva andare, perché, nella rivoluzione politica italiana, tutti erano chiamati a schierarsi ed essere pronti a combattere, non tanto per le ideologie, ma per la difesa delle scelte politiche dei singoli rappresentanti dei partiti. Era il 1996 eppure, a rivedere oggi Ferie d’agosto, sembra che l’Italia non abbia fatto nessun progresso politico. Siamo ancora chiamati a difendere i singoli, non più i partiti, non un sistema, non un progetto, segno che quella rivoluzione ha fallito e ha lasciato attorno a sé soltanto cocci da raccogliere. Anche la questione dell’immigrazione continua a dividere, come nel film, amici e famiglie, quest’estate come non mai sarà un argomento da ombrellone e dovrà fare i conti con i rancori e le frustrazioni personali, perché quelle sì che non vanno mai in ferie, neppure ad agosto, quindi buona visione!

 

Trama:

Nell’isola di Ventotene due gruppi di persone trascorrono le vacanze in due case contigue. In una vive la famiglia del giornalista Sandro Molino (Silvio Orlando), seguita da una folta schiera di amici, nell’altra il ricco commerciante Ruggero Mazzalupi (uno straordinario Ennio Fantastichini) con la famiglia di sua cognata (Sabrina Ferilli).

Nella vicenda si inserirà un ambulante extracomunitario, che resterà ferito, per uno stupido scherzo, da un proiettile sparato da Ruggero. L’evento scatenerà le ire di Sandro Molino e svelerà, come in un vaso di Pandora, tutte le frustrazioni delle due famiglie. Sullo sfondo gli amori estivi dei figli delle rispettive coppie, in un’isola che vede quello che gli altri non hanno il coraggio di dirsi.

 

Note:

a Roma è ormai iniziato, da due settimane, il programma ghiotto del “Piccolo America”, un’intera sezione de “Il Cinema in Piazza” è dedicata alle pellicole di Paolo Virzì. Con piacere vi segnaliamo il link sottostante dove poter seguire tutte le proiezioni in programma. Per chi resta a Roma o per chi ancora non è partito è un’occasione da non perdere!

https://ilcinemainpiazza.it/

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