Cafarotti: “La festa della Befana così com’è non va bene”

A distanza di quasi due anni l'assessore cambia idea e decide di aprire la festa della Befana a tutti gli operatori commerciali, non più solo agli ambulanti

In un’intervista rilasciata nel dicembre 2018 a Romatoday sul tema della Festa della Befana di piazza Navona, l’assessore Cafarotti si esibì in una difesa totale del bando fatto dall’amministrazione nel 2017, quello che concesse la gran parte delle postazioni della festa ad una nota famiglia di ambulanti.

In quell’intervista l’assessore confessò che la festa così com’era non gli piaceva, che lui preferiva quella della sua infanzia dove c’erano anche “porchetta e romanella”, ma nonostante ciò l’operato dell’amministrazione non era in discussione.

Ad una precisa domanda dell’ottima giornalista, Ginevra Nozzoli, sul perché non era stata cambiata la tipologia della festa da “fiera” a “festa”, l’assessore rispose:

Il mercatino di piazza Navona è una fiera, la storicità stessa dell’evento ne richiama il concetto. Non si può tradire l’animo stesso del mercatino per eliminare il criterio di anzianità. E’ un ragionamento al contrario che non mi piace fare.

 

Letta quell’intervista noi provammo ad interrogare l’assessore Cafarotti sul significato di questa sua dichiarazione, che a noi continua ad apparire del tutto oscura, ma ovviamente senza ottenere risposta.

 

A distanza di quasi due anni l’assessore Cafarotti deve aver cambiato idea, perché da una recente seduta di commissione commercio veniamo a sapere che egli si è fatto promotore di una proposta di delibera che essenzialmente modifica la tipologia della festa della Befana da “fiera” a “festa”.

Il motivo di questa proposta modifica risiede in una semplice e chiara constatazione fatta in commissione dall’assessore Cafarotti: “la festa della Befana così com’è non va bene” e quindi va fatto qualcosa per migliorarla.

 

Ma cosa vuol dire modificare la tipologia da “fiera” a “festa”?

Al momento, nonostante si chiami “festa della Befana di piazza Navona”, la manifestazione è tecnicamente una “fiera” e in quanto tale ad essa possono partecipare solo operatori commerciali ambulanti. Se invece essa diventasse una “festa”, non ci sarebbero più limitazioni per partecipare.

Per far capire meglio cosa ciò significhi, diciamo che all’ultimo bando del Comune, quello che nel 2017 ha assegnato le concessioni per i successivi 10 anni, non ha potuto partecipare nessuna delle eccellenze alimentari che da diversi anni si sono fatte strada, faticosamente, nella realtà romana, questo perché nessuna di esse ha una licenza ambulante. Se invece la manifestazione diventasse una “festa” quelle eccellenze potrebbero provare a partecipare portando la loro offerta di qualità nell’ambito della manifestazione.

Inoltre con la dicitura “fiera” accade che il criterio di anzianità delle attività ambulanti risulta preminente e questo è il motivo per cui la gran parte delle postazioni nel 2017 sono state assegnate ai soli noti ambulanti romani.

 

Il motivo del ripensamento dell’assessore sta nel fatto che troppe postazioni ambulanti sulla piazza non sono state assegnate col bando del 2017 e non si è riusciti a farlo neanche con tentativi ulteriori. Da qui il tentativo di allargare la possibile platea degli operatori commerciali eliminando la restrizione dell’ambulantato.

 

Avendolo già detto chiaramente nel 2018, noi non possiamo che accogliere con soddisfazione l’iniziativa dell’assessore, benché vorremmo tanto sapere perché ci sono voluti due anni per convincersi dell’errore fatto nel 2017 (ma tanto sappiamo che mai nessuno si degnerà di rispondere ai nostri dubbi).

Purtroppo questo tentativo di migliorare una festa decisamente imbarazzante è anzitutto tardivo, ed infatti lo stesso assessore ha auspicato una veloce approvazione da parte dell’Assemblea Capitolina per fare a tempo per l’edizione di quest’anno della festa; inoltre esso si innesta su un bando che ha assegnato le concessioni fino al 2027 e che costringerà eventuali nuovi operatori a cooperare con i vecchi ad esempio per la gestione della sicurezza sulla piazza (controllo accessi, numero chiuso, ecc.).

 

Insomma temiamo che anche quest’anno la festa della Befana di piazza Navona sarà una roba imbarazzante con la possibilità di ulteriori complicazioni per questo nuovo tentativo dell’amministrazione.

Ovviamente nessuno chiederà scusa per i pasticci fatti con questa manifestazione da quando il Comune ne ha tolto la responsabilità al Municipio I (che peraltro a sua volta ne aveva fatte di cotte e di crude): sia Andrea Coia, l’apprendista stregone numero uno dell’amministrazione M5S, sia l’assessore Cafarotti, quello di “porchetta e romanella”che però sembra essersi ricreduto, sia lo stesso sindaco Raggi si guarderanno bene dal fare autocritica e faranno di tutto per dimostrare che nell’edizione di quest’anno la festa della Befana sarà la più bella del mondo.

D’altronde l’anno prossimo ci sono le elezioni e in qualche modo bisogna provare a vendere quanto più fumo possibile.

 

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2 risposte

  1. Hanno capito che nel 2021 la città gli darà un bel calcio nel didietro mandandoli a…… fare di meglio e cercano di correre ai ripari, sperando nella memoria corta degli elettori.
    Non mi stupirei se nei prossimi mesi arrivassero pure a varare la riforma degli impianti pubblicitari (e relativo bike sharing pubblico)……..sai com’è….la paura di dover tornare a lavorare sul serio è tanta…….

    1. In effetti si stanno muovendo anche sul fronte della riforma degli impianti pubblicitari, ma il ritardo accumulato è irrecuperabile e dovranno scontare amaramente il non aver voluto dare a Roma più decoro, più risorse ed un bike sharing serio fina dal primo giorno del loro governo.

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