The Passenger, l’antiguida sulla parte in ombra di Roma

Niente a che fare con Lonely Planet: il volume raccoglie inchieste e reportage di scrittori e giornalisti: da Francesco Piccolo a Nicola Lagioia

Da alcuni anni a questa parte le librerie di Roma si sono riempite di volumi dedicati alla città, da inchieste a saggi di storia, da guide per turisti a guide alternative, manuali di architettura, urbanistica, raccolte di fotografie, monografie su singoli edifici, quartieri, artisti e molto altro. Si è passati da pochi scaffali a interi reparti.

Chi frequenta le librerie di Roma sa benissimo che questo fenomeno è iniziato una decina d’anni fa, quando la Capitale iniziò a diventare di interesse nazionale, quando le inchieste e il malaffare uscirono allo scoperto tanto da innescare il bisogno di far conoscere in maniera più approfondita le dinamiche di una città che, nonostante i suoi 2770 anni, ancora non riesce a definirsi.


I film e le serie tv hanno accelerato questo processo, offrendo al pubblico nazionale e cittadino il prodotto “Roma”
. Molti autori si sono buttati a capofitto in questo fenomeno, alcuni in maniera brillante, altri in modo più goffo e approssimativo.

Così, la vera sfida, oggi, sarebbe quella di offrire ancora una volta un qualcosa di nuovo sulla città, soprattutto nell’era della pandemia che ha rimescolato l’ordine dei valori.

La domanda che dovremmo porci, allora, entrando in una libreria o navigando sugli store online è se fosse possibile o no disporre di una guida di Roma che non sia una guida, ovvero un’antiguida alla città, o meglio ancora, una guida sociale che ritragga aprioristicamente la vita dei romani, la loro quotidianità, lontana dai soliti cliché.

 

Foto di Andrea Boccolini

 

Su questa riflessione pare aver puntato la casa editrice Iperborea che nella collana The Passenger. Per esploratori del mondo ha pubblicato nelle prime settimane del 2021 un volume dedicato a Roma (impreziosito dalle magnifiche foto di Andrea Boccolini, e dalle famose Mappe della disuguaglianza di Salvatore Monni, Keti Lelo e Federico Tomassi).

In duecento pagine vengono raccolte una serie di inchieste, di reportage, di riflessioni, firmate da importanti scrittori e giornalisti contemporanei, da Nicola Lagioia a Francesco Piccolo, da Matteo Nucci a Christian Raimo, dai consigli d’autore di Nadia Terranova all’inchiesta di Floriana Bulfon sul clan dei Casamonica.

Una sorta di menabò eclettico che viene camuffato come guida turistica, grazie ai risvolti e all’interno della copertina che presentano al lettore alcuni dati statistici e una mappa parziale della città.

Lo scopo di questo volume non è spingere il lettore a visitare alcuni luoghi indicati, non è neppure quello di invitarlo nei ristoranti più rinomati o innovativi della capitale. Infatti, di fondo, non vi è nessun scopo, se non quello di portare il dibattito su un piano nettamente diverso dal mainstream dell’informazione.

Vediamo allora come gli autori cerchino di immergersi totalmente nel tessuto sociale della città: il rapporto con la sua storia, il suo apparato statale e burocratico, l’odio e amore per il Tevere, la ribellione delle periferie, il centro della periferia e la sua infinita bellezza sociale come vero cuore pulsante della capitale.

E poi ancora la musica, i ritrovi dei ragazzi, le borgate, la multietnicità, l’ossessione per il calcio, la Roma, la Lazio, il confronto eterno tra Roma Nord e Roma Sud, in un dualismo che ha escluso i quadranti Est e Ovest dove la città esiste, non si ferma, ma cresce e sperimenta.

Sullo sfondo, Nicola Lagioia suona anche un campanello d’allarme e ricorda a tutti che nella capitale esiste un cono d’ombra fatto di totale sconnessione, quello della cronaca nera, di quel tremendo omicidio Varani che gettò i romani in un incubo, in un film dell’orrore che nessuno voleva vedere, dove le colpe sembrano ricadere su tutta la città. Quindici pagine potenti, amare, che fanno percepire al lettore quanto buia possa essere la notte nella capitale. Uscire di casa e avere la sensazione che possa succedere davvero di tutto, vivere la borgata come tuffarsi nella bellezza del centro, bere un aperitivo in un magnifico attico o perdersi in qualche piccolo bar sperduto. La quotidianità dei romani è soprattutto questa: vivere in una tensione perenne che si consuma tra il degrado e una sconfinata bellezza.

Francesco Piccolo imprime, poi, una sferzata a tutto il volume, presentando i suoi “39 appunti per un libro su Roma”. Da frasi di personaggi illustri a riflessioni personali, gli appunti di Piccolo, nati secondo l’autore per cercare di capire Roma, sono una vera chicca:

punto 8- Rispetto a quando vivevi in provincia, a Roma cominci a fare un po’ di editing alla tua vita.

punto 16- Di Roma, Joyce disse che gli faceva venire in mente «un uomo che si mantiene facendo vedere ai turisti il cadavere di sua nonna».

punto 33- A Roma, di qualsiasi cosa si dice: «Ce ne stanno ‘na marea, a Roma…».

punto 37- Si diventa romani quando si comincia a dire ci dobbiamo vedere, ci dobbiamo sentire, e poi si rimanda per mesi e non ci si vede e sente mai.

Foto di Andrea Boccolini

 

Dal tentativo, ancora in corso, di Piccolo nel capire la città, si passa ad una serie di contributi dedicati alla periferia, a quella parte vischiosa, sempre più estesa e in continuo fermento. Un’area infinita che raccoglie al suo interno la parte più sana e nello stesso tempo più malata della capitale, il degrado e la risposta dei cittadini ad un vivere diverso, la forza dei giovani nell’organizzare i propri spazi, nel far valere i propri diritti, nel far percepire alle istituzioni la loro presenza, fatta di sogni interrotti e altri ancora da vivere. Una quotidianità inquinata e disturbata dalla presenza dei Casamonica, ma anche dalla mala politica, dalle discariche, dalla speculazione edilizia e dai centri commerciali che promettevano una rinascita finta, relegata solo all’interno di enormi contenitori di cemento.

Il nuovo volume di The Passenger è destinato a fare da apripista per un modo diverso di fare comunicazione sulla capitale, perché in fondo, alla fine della rassegna, il quesito su “che cos’è Roma?” resta ancora aperto.

La sensazione che rimane è che i romani siano destinati a scrivere ogni giorno una storia di resistenza: la città ha conquistato il mondo ma non si lascia conquistare dai suoi cittadini, cade e nelle sue cadute crea dei vuoti che i romani devono colmare, a partire dal primo grande tonfo quello imperiale, così potente che ancora oggi si percepisce il suo eco, perché Roma “è una città in cui è sempre più difficile vivere, ma ti viene concesso di sopravvivere, di sfangarla quotidianamente”.

Buona lettura!!

Foto di Andrea Boccolini

 

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